“ORTORESSIA”

SALUTE

La psicologia incontra l’alimentazione

 

L’interesse ossessivo verso un’alimentazione ritenuta sana ed equilibrata spesso trova il suo rovescio della medaglia, in alcune persone predisposte, in un comportamento tutt’altro che salutare: l’Ortoressia. Pur non avendo una categorizzazione diagnostica come quella utilizzata per altri disturbi alimentari e comunque possibile farla rientrare in questa classificazione. A questo proposito e per maggiore chiarezza su questo fenomeno abbiamo sentito il parere della Dietista D.ssa Elena Leone

Quand’è che mangiare diventa un disturbo?

I disturbi del comportamento alimentare sono caratterizzati da un rapporto “patologico” con il cibo, ma per meglio spiegarne il significato bisogna prima comprendere qual è il rapporto “normale”. Si può definire normale il rapporto con il cibo quando l’individuo si alimenta per soddisfare i bisogni nutritivi del suo organismo, vivendo serenamente e naturalmente tutte le fasi alimentari: dall’acquisto del cibo alla sua preparazione, dall’apprezzamento e soddisfazione nel mangiare ciò che si è scelto alla sua digestione e assimilazione. In un rapporto patologico con il cibo ciascuna di queste fasi può essere vissuta con eccessi, paure e comportamenti disfunzionali, ansia nella ricerca dei prodotti ritenuti idonei, acquisti di eccessive quantità, cibarsi senza tenere conto dei propri stimoli della fame, mangiare troppo o troppo poco, preferire esclusivamente cibi sani privandosi del piacere del pasto.

Quale correlazione esiste tra ortoressia e altri disturbi?

L’ortoressia è una preoccupazione eccessiva e ricorrente riguardante la salubrità e la qualità del cibo. Si caratterizza per un’attenzione selettiva ossessivo compulsiva nello scegliere e nel preparare il cibo da consumare.  Spesso si osservano correlazioni tra ortoressia e:
– Anoressia e Bulimia nervosa
– Regimi dietetici estremamente restrittivi e di lunga durata, volti a perseguire modelli di bellezza e salute sempre più rivolti al consumismo piuttosto che ad una reale attenzione per l’individuo
– Dismorfismo corporeo
– Vigoressia ( ossessione per il tono muscolare, l’allenamento, la massa magra ).

Dov’è il confine tra il consumatore consapevole e l’ortoressia?

Esiste una sottile linea di demarcazione tra alimentazione salutare e quella patologica, ciò che può aiutare a mantenere un equilibrio è pensare che eccesso e difetto rovinano la perfezione, la via di mezzo la salvaguarda! Dunque, bisogna mantenere un approccio flessibile con l’alimentazione, perché l’eccessiva rigidità è uno dei campanelli di allarme della patologia!

Quali sono le ripercussioni sociali di una scelta alimentare?

La nostra alimentazione risponde all’influenza sociale delle altre persone che con la loro presenza fisica condizionano il nostro comportamento alimentare. Ci serviamo del cibo per comunicare la nostra identità agli altri e ricavare informazioni su chi abbiamo di fronte. La nostra relazione con il cibo condiziona inevitabilmente i rapporti familiari, lavorativi e con gli amici e questo conduce all’isolamento dell’individuo o alla scelta di circondarsi di individui con caratteristiche omogenee.

E’ possibile prevenire l’ortoressia?

Non è possibile prevenire l’ortoressia ma, ai primi sintomi, è fondamentale la consulenza combinata con il nutrizionista e lo psicologo, questo consente di tenere sotto controllo il quadro clinico, lavorare sulle emozioni e reintrodurre gradualmente gli alimenti eliminati mettendo in luce i benefici reali del cibo sulla salute.

 

Tra le varie correnti alimentari qual è la più curiosa e quale la più pericolosa?

Si, alla ricerca del benessere derivante da un’adeguata alimentazione ma ammalarsi di benessere no! Tra le ultime bizzarrie alimentari certamente spicca la dieta del ritorno al “Paleolitico”.  I Paleo mangiano come all’età della pietra, carne cruda, frutta secca, bacche, tutto ciò che si trova in natura di non coltivato o lavorato. La corrente alimentare più pericolosa ritengo sia quella del mono alimento, il cui obiettivo è perdere peso consumando solo un alimento ed escludendone tutti gli altri. Una dieta di questo tipo espone l’organismo a carenze nutritive importanti e se protratta per lungo termine può portare alla morte.

Che influenza hanno i comportamenti da parte di case produttrici alimentari che tendono a stimolare determinati regimi alimentari?

Le aziende alimentari hanno un ruolo chiave nell’influenzare attraverso i social nuove scelte o correnti alimentari, soprattutto nei giovani, ponendo in prima linea l’accento  sull’esteriorità e solleticando, con immagini allusive, l’immaginazione dell’utente che osserva. Ad esempio, dalla pubblicizzazione di foto con corpi agili, attraenti e in perfetta forma sono scaturite tutte le correnti dei regimi dietetici ipocalorici e restrittivi. Ancora una volta la magrezza intesa come elemento valoriale della nostra società contemporanea.

Oltre all’Ortoressia c’è chi parla più specificatamente di Drunkoressia, Bigoressia e Pregnoressia, sono le nuove tendenze o alcune caratteristiche dello stesso problema?

Drunkoressia, restrizione alimentare unita ad abuso alcolico. La persona anoressica che tende a privarsi del cibo si gratifica assumendo alcool a stomaco vuoto rendendo così più veloci e potenti gli effetti degli alcolici, i quali, allo stesso tempo, anestetizzano i circuiti cerebrali deputati al controllo della fame e sazietà, permettendo alla persona di non sentire il bisogno di cibo.

Bigoressia o dismorfofobia, ossessiva preoccupazione per il tono muscolare e il suo allenamento, per la massa magra e il suo mantenimento attraverso una rigida dieta.

Pregnoressia o anoressia in gravidanza, è un disturbo alimentare che riguarda le donne in gravidanza che non vogliono aumentare di peso e per questo motivo si sottopongono a diete ipocaloriche ed estenuanti allenamenti.

Queste non sono categorie medico–diagnostiche ufficiali ma termini coniati per definire tendenze comportamentali patologiche sufficientemente diffuse da costituire fenomeni sociali e nuovi disturbi alimentari appartenenti alla categoria delle dismorfofobie, tutte facce di una stessa medaglia, che riguardano individui con bassa autostima e influenzati da una società sempre più competitiva e performante.

In conclusione, i “nazismi” alimentari sono realmente salutari?

Nulla, se estremo, è salutare! Le linee guida della corretta alimentazione sostengono che bisogna assumere in ogni pasto proteine, grassi e carboidrati in equilibrio tra loro per non avere problemi di salute, mantenere il peso forma ed eliminare i chili in eccesso gradualmente senza riacquistare il peso perso. E’ quindi possibile concludere che un sano stile alimentare non necessariamente deve essere subito associato a  estremismi o a regimi restrittivi ma alla ricerca di un vero e proprio benessere per se stessi.  E’ il buon senso che ci indica come l’equilibrio sia la vera chiave non solo nell’alimentazione ma in generale nella vita.

a cura di M.T. Lofari

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