La strage di Quargnento

Quando i più amati perdono la vita in servizio.

La notte tra il 4 e il 5 novembre 2019, all’interno di una cascina a Quargnento, nella campagna alessandrina, perdono la vita tragicamente tre vigili del fuoco, Matteo Gastaldo, Marco Triches e Antonio Candido. Rimangono gravemente feriti altri due Vigili del Fuoco ed un Carabiniere.

Tragica notte

Intorno alla mezzanotte, in Sala Operativa arriva la segnalazione di un incendio dopo una forte esplosione: una probabile fuga di gas.
I Carabinieri ed Vigili del fuoco, giunti sul posto, eseguono i primi rilievi, trovano all’interno del fabbricato bombole di gas, fili elettrici ed un timer, capiscono che non si tratta di evento accidentale. Mentre proseguono con l’intervento, intorno all’una e un quarto, il fragore di una nuova tremenda esplosione provoca il crollo della struttura, urla strazianti, buio e vite spezzate. Lo strazio dei corpi dilaniati e sbalzati a decine di metri, i feriti che chiedono aiuto: è questo lo scenario che i Vigili del Fuoco superstiti si trovano ad affrontare. Un misto di rabbia, dolore ed impotenza.
All’interno della maledetta cascina ci sono ancora bombole di gas con artigianali inneschi collegati ad un timer, la zona viene messa in sicurezza, si evita di rischiare ancora morti e feriti, si decide di far intervenire artificieri. Nel frattempo si cerca di rintracciare i proprietari dell’immobile.
Tutto fa pensare che l’esplosione sia stata voluta e deliberatamente determinata, una vera e propria trappola mortale nei confronti del corpo più amato d’Italia. I Vigili del Fuoco sono amati per la loro incondizionata dedizione al dovere, al soccorso, sempre pronti ad aiutare chi è in difficoltà. Le indagini si stringono da subito intorno ai proprietari della cascina, in difficoltà economiche e con un’assicurazione sull’immobile stipulata da qualche mese.
Per la Procura, l’esplosione che causò la morte dei tre Vigili del Fuoco sarebbe stata appositamente provocata per determinare il crollo del cascinale di proprietà dei coniugi e riscuotere così il premio assicurativo. La squadra dei Vigili del Fuoco ed i Carabinieri che giunti sul posto, dopo la prima esplosione, seguita da un principio d’incendio, avvertirono il proprietario, il quale però non fece cenno alle altre bombole rimaste inesplose, provocando così la tragedia.
L’interrogatorio, la confessione, la scelta di un rito abbreviato e due anni di processo portano alla sentenza dell’8 febbraio 2021 in Corte d’Assise, dove viene comminata la condanna per Giovanni Vincenti e Antonella Patrucco – i proprietari della cascina – a trent’anni di carcere (e al risarcimento delle famiglie delle vittime con 50 mila euro ciascuno) per: “omicidio volontario plurimo con dolo eventuale.
Il Capo del Corpo in primis e tutti i Vigili del Fuoco sono sicuri che le squadre VF, quella notte – nonostante le critiche di “imprudenza”, avanzate durante il processo – hanno operato secondo le procedure stabilite per quei particolari interventi, purtroppo la fortissima ed imprevista esplosione è stata fatale per i Vigili del Fuoco caduti.
Né le condanne, né i risarcimenti possono colmare il vuoto di quelle vite prematuramente spezzate, le ferite dei sopravvissuti non potranno mai avere alcun ristoro, le ferite dell’anima non hanno prezzo.

 

Senza copertura assicurativa

Il Sindacato ANPPE Vigili del Fuoco, in virtù di questi incidenti, ha chiesto, da diverso tempo, l’inserimento dei Vigili del Fuoco sotto la copertura assicurativa INAIL per infortuni sul lavoro. I Vigili del Fuoco sono costretti a pagarsi cure e presidi sanitari indispensabili a seguito di infortunio professionale, per questo insieme ad altri sindacati è stato rivolto un appello alle Istituzioni, per inserire la categoria sotto la tutela INAIL.
Il 27 dicembre 2019 per la prima volta c’è stato il via libera del Governo, a giungere al varo di una disciplina normativa con l’approvazione di un ordine del giorno, che riconosca la copertura assicurativa anche al personale del corpo dei Vigili del Fuoco contro gli infortuni sul lavoro garantita dall’Inail.
Purtroppo dopo un anno questa richiesta non ha avuto seguito, per questo il Sindacato ANPPE Vigili del Fuoco è pronto a riproporre l’appello alle Istituzioni, anche per rispetto di tutti i Vigili del Fuoco che hanno sacrificato la propria vita.

Fernando Cordella Presidente ANPPE Vigili del Fuoco e Cesira Cruciani

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