Anoressia: (non) voglio fare la modella

Anoressia: (non) voglio fare la modella

Legata all’immagine di perfezione dettata dai media, l’anoressia è diventata essa stessa uno stereotipo. Quello della modella taglia 38, dell’attrice in TV, della ragazza che non si piace così com’è. Questa patologia nasconde invece meccanismi ben più complessi, spesso difficili da comprendere

Tutto iniziò con una scommessa: volevo che mio padre smettesse di fumare, ma non c’era modo di convincerlo. Un giorno, alla mia ennesima richiesta, replicò: “prova tu a smettere di mangiare cioccolata, se pensi sia così facile!” Avevo il cucchiaino sospeso sul vasetto della crema al cioccolato e una fetta di pane in mano. Misi tutto sul tavolo, chiusi il vasetto, e dissi: “ecco fatto, da oggi non solo non mangerò più cioccolato, ma tutti i dolci”. Non toccai più un dolce per tre anni. In poco tempo, dai dolci passai a non mangiare più il pane, la sera solo yogurt, la mattina niente colazione, in una sorta di gara contro quello che riuscivo a non mangiare. In meno di un mese persi 10 kg, ma non mi sentivo per nulla debole, anzi, avevo il doppio delle energie, riuscivo a fare allenamenti in palestra di due o tre ore senza stancarmi. A scuola andava tutto benissimo, non c’era materia in cui non riuscissi. Nessuno mi chiese mai perché ero dimagrita tanto. Mia madre diceva che anche lei alla mia età era molto magra, e non si curava molto della mia alimentazione. Mio padre non proferì mai parola. Ci fu solo un momento in cui mia madre si interessò di me, quando a due mesi dalla mia scommessa, smisi di avere il ciclo. Lì proprio non volle sentire ragioni e mi portò a forza da un ginecologo. Il dottore disse che dovevo iniziare a fare una terapia o avrei rischiato difficoltà ad avere figli, ma non fece cenno al mio peso, per cui il problema non poteva essere quello. La terapia non la seguii mai. Al diavolo, chi li voleva i figli, poi così avevo molta più energia per gli allenamenti, senza quel piccolo inconveniente mensile. Ad oggi, non so se potrò mai averne. Dopo quella visita, l’unica cosa che mia madre mi rimproverava era che al mattino spesso non rifacevo il letto. Avevo i voti più alti della classe, ma quando parlava di me diceva sempre che io non rifacevo il letto. “Non potrà mai vivere con qualcuno, io alla sua età facevo tutti i mestieri, lei non rifà nemmeno il letto”. Quanto odiavo quella cosa. Non parlava delle borse di studio che mi assegnavano, che vincevo. No, diceva a tutti che non rifacevo il letto. La mia anoressia durò senza incidenti per più di tre anni, fino a quando per una forte influenza non venne il medico di guardia a casa. Non riuscivo a stare in piedi, avevo perso altro peso. Vomitavo da più di due giorni, e ho il disgusto del vomito. Il medico mi visitò, mi fece due iniezioni per calmare lo stomaco, si girò verso i miei genitori e poi disse…

di Vanessa Fieschi LEGGI L’ARTICOLO COMPLETO: ABBONATI A DOSSIER SICUREZZA. Per informazioni clicca qui

 

 

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