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Del seguente articolo:

Gennaio-Maggio/2017 -
Dal cuore dell'Abruzzo l'organizzazione CRI per le emergenze
Il ‘Polo Logistico CRI’ di Avezzano sempre all’erta Maria Teresa Letta: pronti per soccorsi immediati
Riccardo Romeo Jasinski

Il ‘Polo Logistico’ della Croce Rossa Italiana ad Avezzano è nato nel 2009, l’anno del terremoto dell’Aquila. La sua collocazione è all’interno delle infrastrutture dell’Interporto della città.
Nella sua sede un’ampia piattaforma tecnologica dove si tengono all’erta, e si formano, volontari e specialisti per le diverse discipline della Protezione Civile.
Il Polo, che è accostato all’autostrada Roma-Pescara, si trova a poche centinaia di metri dal casello di questa importante e immediata via di comunicazione statale. In quel punto il territorio è pianeggiante e, in lontananza, si erge il massiccio del Monte Velino.
Ideatrice del Polo è stata la Professoressa Maria Teresa Letta ai tempi del terremoto delll’Aquila nel 2009. Nella sezione tecnica, l’Emergency Manager Pierluigi De Ascentiis.
Ambedue, professionisti di comprovata esperienza nella Croce Rossa Italiana, con la nuova organizzazione per gli interventi sulle calamità, hanno aiutato tante popolazioni sconvolte dal sisma con gli indispensabili soccorsi tecnici, professionali e logistici. Il Polo, , così come oggi è formato, è centralizzato il Servizio di Protezione Civile di Croce Rossa Italiana.
Nel terremoto dello scorso anno che è piombato sul Centro Italia,(travolto ancora l’Abruzzo con il Lazio, l’Umbria e il Molise), purtroppo si sono di nuovo avute circa 300 vittime martoriate da pesantissime emergenze. Due grandi terremoti nel giro di pochi mesi e una grave tempesta di maltempo e neve, una valanga, con altre decine di vittime.
Croce Rossa Italiana, nel pieno rispetto della sua missione umanitaria per alleviare le sofferenze di bambini, donne, uomini, mitigando le vulnerabilità di chi si viene a trovare in quelle gravi difficoltà, si è ovviamente attivata nel supporto delle popolazioni colpite.
Innanzitutto nei primi, o anche piccoli interventi sanitari effettuati dal suo personale specializzato nella ricerca e nel soccorso, nell’aiuto psicologico ai sopravvissuti e l’assistenza alle fasce più vulnerabili, attraverso le squadre specializzate nel sociale.
A diversi mesi dalle forti scosse di terremoto che nel 2016 hanno colpito il Centro Italia da agosto in poi, la Croce Rossa Italiana rimane impegnata sul territorio con i suoi volontari, operatori, mezzi e strutture.
Una presenza costante sin dalle primissime fasi dell’emergenza, in tutte e quattro le Regioni coinvolte, Lazio, Umbria, Marche e Abruzzo. In quei territori sono stati impegnati quasi 5.500 tra volontari e operatori (donne e uomini), più di 2.000 veicoli e sono stati preparati circa 150.000 pasti per le popolazioni colpite e per i tantissimi soccorritori intervenuti
Particolarmente intenso è stato poi il periodo invernale, quando, all’emergenza post sisma, si è aggiunto l’arrivo del freddo, in alcuni casi anche con forti gelate e nevicate. Difficoltà che non hanno fermato i volontari CRI che hanno continuato a prestare assistenza alle persone ancora in condizioni di estremo bisogno. Fondamentale, in questa fase dell’emergenza, è stato il lavoro delle squadre di supporto psicologico, indispensabili sia per la popolazione che per i soccorritori.
I volontari CRI hanno sempre prestato un lavoro di impagabile abnegazione: hanno dato un riparo a chi non aveva più una casa con l’immediata reazione e la gestione dei campi di accoglienza, grazie al suo personale - volontario e dipendente - specializzato nella logistica. Si sono distribuiti beni di conforto e generi di prima necessità (dal cibo all’abbigliamento). Si è ridata luce laddove era buio grazie alla consegna di generatori, hanno allestito mense, dormitori, coordinando il tutto grazie alle sale operative. Un grandissimo impegno da parte di volontari e dipendenti arrivati da ogni parte d’Italia.
Ma da dove sono arrivati e continuano ad arrivare ancora oggi tutti i materiali utilizzati e i beni distribuiti nei soccorsi? Proprio qui, al centro del Polo Logistico CRI che si trova nel cuore dell’Italia centrale. Dall’Agosto dell’anno scorso è diventato il primo centro logistico per tutte le operazioni di soccorso.
La spiegazione è semplice: l’istituzione è nata quasi contestualmente al terremoto dell’Aquila nel 2009 quando la Croce Rossa Italiana era entrata all’interno di quell’ampio spazio vicinissimo ad Avezzano che, a quel tempo, era dedicato alle attività dell’Interporto della città. L’obiettivo fu quello di concentrare lì, nel nuovo spazio logistico CRI, la grande mole di aiuti umanitari e dei materiali che stavano arrivando da tutta Italia in sostegno agli abitanti di quelle zone devastate dove prtroppo si contarono 309 vittime, oltre a 1.600 feriti con più di 10 miliardi di euro di danni stimati. L’intervento CRI nacque certo con i suoi volontari per lenire le emergenze delle persone coinvolte, ma anche per la necessaria, immediata e ragionata raccolta degli aiuti umanitari con le successive distribuzioni verso i centri colpiti dalla catastrofe del capoluogo e dei paesi circostanti
E sin da allora, sia la Professoressa Letta che De scentiis, non se ne sono più allontanati e hanno trasformato quella che era una temporanea struttura emergenziale, in un Polo Logistico stabile e in un Centro di formazione nazionale.
“Dal 24 agosto del 2016 i tecnici e volontari del Polo, con i grandi automezzi che, come Croce Rossa Italiana, già avevamo a disposizione, sono stati individuati come operatori nel centro di raccolta per le grandi donazioni che hanno fatto seguito al terremoto - spiega Maria Teresa Letta, - e da lì, sono state inviate le strutture necessarie per l’allestimento dei campi, le cucine, le tende, i riscaldatori, letti, materassi, cuscini, torri faro, i bagni e quanto altro era necessario per alleviare le sofferenze di chi era rimasto senza casa. Da Avezzano, inoltre, partivano il vestiario e i generi alimentari da distribuire alla popolazione e da utilizzare all’interno delle mense CRi”.
Fin qui il racconto di Maria Teresa Letta che. iniziando con il sisma dell’Aquila, è via via arriva sino ai giorni attuali. “Tutta la macchina di protezione si è dovuta infatti rimettere totalmente in moto in supporto a quelle nuove popolazioni colpite dagli sconvolgimenti tellurici, che hanno avuto come epicentro, il territorio di Amatrice”.
Anche in quelle zone lì, Croce Rossa è ancora oggi operativa assieme a tutte le altre forze della Protezione Civile. Nelle Marche, in provincia di Macerata, nella città di Camerino è pure nato un nuovo campo di emergenza dove si continuano a garantire la preparazione e la distribuzione dei pasti per la popolazione che, nell’immediato, aveva trovato riparo solo nei container.
Nel dramma della recente valanga di neve che si è abbattuta sull’Hotel Rigopiano, inoltre, ha perso la vita anche un volontario di Penne, caro collega e amico di De Ascentiis che ha colto l’occasione per rinnovare ed esprimere la sua vicinanza e quella di tutti i dipendenti e ai volontari del NOIE (Nuclei Operativi Integrativi per l'Emergenza) di Avezzano, alla famiglia di Gabriele e ai volontari di Penne che, nonostante il grande dolore, sono sempre rimasti al servizio della loro comunità.
Anche in quest’ultimo, lunghissimo, terremoto, tecnici e volontari del Polo di Avezzano sono stati individuati come punto nevralgico per il cosiddetto “dietro l’emergenza”. Grazie ai dipendenti e ai volontari afferenti al Nucleo Operativo del Polo, si sono supportate logisticamente tutte le operazioni rimanendo sempre un punto di ritrovo per l’arrivo e la partenza di volontari arrivati da ogni parte d’Italia, stoccando lì, e ridistribuendo, vettovaglie e abbigliamento. Un lavoro immenso, spesso portato avanti da un numero ristretto di persone (tanti però i volontari abruzzesi impegnati sui territori dove, anche assieme ad alcuni dipendenti e volontari, sono operativi nelnuovo campo a Camerino).
Il cuore e la dedizione della Croce Rossa tutta è sempre grande e risponde positivamente a tutte le richieste delle varie sale operative CRI e, soprattutto, a quelle del Dicomac, la Direzione di Comando e Controllo della Protezione Civile.
Il Dicomac è il centro nazionale delle Componenti e Strutture Operative di protezione civile, che viene attivato per i territori colpiti dagli effetti del terremoto, quando ciò è ritenuto necessario dalla Direzione del Dipartimento della Protezione Civile, nel quadro di emergenza nazionali.
Donne e uomini di quella struttura, possono quindi essere sempre impegnati, anche contemporaneamente, sui diversi fronti emergenziali.
Per noi “salvare la vita di quanti si trovano in situazioni di pericolo, sostenerli, è un imperativo. Ma è bello anche, quando solo facciamo affiorare un sorriso su un volto terrorizzato oppure, quando riusciamo con un generatore a illuminare un paese che si trova senza corrente. La nostra gioia è immensa. La fatica è tanta – affermano al Polo Logistico - e il nostro impegno, costantemente all’erta, è sempre mirato verso la vita”.


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