Il Water Scarcity Atlas è uno strumento facile da usare, per tutti: mostra quanta acqua abbiamo consumato in passato e quanta ne consumeremo a seconda delle scelte che faremo.
In Europa ognuno di noi utilizza dai 3.000 ai 5.000 litri di acqua al giorno: una quantità imponente, sorprendente, ben nascosta nei nostri alimenti. La stragrande parte di questa cascata d'acqua è infatti usata per la produzione di cibo, dall'agricoltura all'allevamento all'industria dell'alimentazione: un immenso consumo d'acqua che avviene lontano dai nostri occhi. Nel contempo, le risorse idriche limitate diventano sempre più un problema preoccupante considerando anche la crescita della popolazione mondiale e i cambiamenti climatici - che causano siccità durature a nord e a sud del pianeta.
Le ricerche e gli studi che sottolineano la situazione e suggeriscono come ridurre i consumi di acqua sono numerosi, e troppo spesso inascoltati.
Un gruppo di ricercatori della Aalto University (Finlandia) ha forse trovato un modo semplice per comunicare al meglio le questioni legate all'acqua: il Water Scarcity Atlas, un sito web interattivo che, meglio di altre iniziative, permette di capire l'entità del problema posto dalla scarsità di acqua nelle varie regioni del mondo e cosa si potrebbe fare.
Joseph Guillaume, uno dei ricercatori, sottolinea una verità tanto ovvia quanto ignorata: «Le scelte che le popolazioni del nord del pianeta fanno quotidianamente hanno ripercussioni importanti sull’altra parte del mondo. Comprendere come l’impatto delle azioni di ciascuno ha sulla scarsità d’acqua è il primo fondamentale passo per dare una forma al futuro. Volevamo realizzare uno strumento che permettesse a tutti, e non solo agli scienziati, di capire se le scelte che di giorno in giorno si fanno siano o meno "sostenibili": crediamo di esserci riusciti».
«Mangiare meno carne e ridurre a zero lo spreco alimentare può ridurre di molto il consumo di acqua pro capite giornaliero», spiega il ricercatore facendo riferimento a quei 3.000-5.000 litri al giorno. «Se non si capisce questo è difficile poi trovare un equilibrio tra i bisogni ambientali e quelli umani, soprattutto nelle regioni del mondo dove c’è maggiore scarsità d’acqua. Il compito di ciascuno di noi è anche quello di indirizzare allevatori e agricoltori verso scelte più sostenibili, anche attraverso i nostri consumi: il primo passo può essere fatto da ognuno di noi ed è forse il più importante».
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