Nel centenario di quello spaventoso conflitto mondiale troppe le voci che si intrecciano su quante possano essere state le persone decedute: da un conteggio molto approssimativo - e siamo ormai a un secolo di distanza dai tragici eventi - i numeri stimati sono sui 40 Stati belligeranti (per lo più dall’Europa ma non mancano anche Stati extraeuropei); per quanto riguarda le vittime, si stimano in oltre 16 milioni i morti fra militari e civili.
Uno studio realizzato dal demografo italiano Giorgio Mortara nel 1925, basato su dati ufficiali del governo, stimò in 651.000 i militari italiani caduti durante il conflitto, così ripartiti: 378.000 uccisi in azione o morti per le ferite riportate, 186.000 morti di malattie e 87.000 invalidi deceduti durante il periodo compreso tra il 12 novembre 1918 e il 30 aprile 1920 a causa delle ferite riportate in guerra.
Il demografo sovietico Urlanis riportò le cifre che davano 433.000 soldati uccisi in azione, morti per le ferite riportate o dispersi presunti morti[8]; il War Office britannico stimò nel 1922 un totale di 460.000 caduti militari, mentre lo storico britannico Mark Thompson indicò nel 2008 un totale di 689.000 militari caduti per tutte le cause.
I morti civili, stimati sulla base delle statistiche demografiche di prima della guerra, furono calcolati in 1.021.000, di cui 589.000 a causa di malnutrizione e carenze alimentari e 432.000 a causa dell'influenza spagnola; altre stime demografiche delle vittime civili in Italia durante la guerra danno un totale di 324.000 vittime, cui sommare ulteriori 300.000 morti dati dalla spagnola[30], mentre Thompson indicò in 600.000 i morti civili dovuti "a causa delle avversità della guerra"[28]. Mortara indicò un totale di 3.400 civili uccisi in azioni militari dirette, di cui 2.293 periti in attacchi contro navi, 958 in bombardamenti aerei e 147 in bombardamenti navali.
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