Nanoparticelle magnetiche sono state ritrovate in abbondanza nel cervello di chi vive in aree ad alto traffico. Provocano danno ossidativo e potrebbero essere collegate a malattie come quella di Alzheimer.
Tracce altamente tossiche di inquinanti dell'aria sono state trovate nel cervello umano in quantità allarmanti, rivela uno studio pubblicato su Proceedings of the National Academy of Sciences.
Alcuni ricercatori dell'Università di Lancaster (UK) hanno trovato nel cervello di 37 persone decedute, di età compresa tra i 3 e gli 85 anni e provenienti da Città del Messico e Manchester, alte concentrazioni di un ossido di ferro (magnetite), che si trova nelle aree ad alto tasso di inquinamento industriale o molto trafficate. La magnetite è una sostanza altamente bioreattiva, capace di creare un forte danno ossidativo alle cellule circostanti.
Questa ricerca desta preoccupazione perché alte concentrazioni di magnetite sono state trovate tra le placche che si accumulano nel cervello delle persone con malattia di Alzheimer, e il legame tra inquinamento dell'area, stress ossidativo e rischio di malattie neurodegenerative è già supportato da diversi studi.
Le particelle di magnetite si formano anche naturalmente nel cervello, ma in genere sono piccole e a forma di cristallo. Quelle trovate dai ricercatori sono lisce e tondeggianti, perché derivanti dal metallo fuso prodotto dalla combustione, e si accompagnano anche ad altre sostanze inquinanti come cobalto, platino e nickel. Per ogni particella di magnetite "naturale" identificata, ne sono state trovate 100 di origine industriale.
Nanosfera di magnetite trovate in un impianto industriale inglese: sono simili a quelle rinvenute nei cervelli studiati. Ma come hanno fatto le nanosfere a inquinare il cervello? La ricerca dimostra che le particelle inquinanti che respiriamo sono in grado di farsi largo fino al cervello, che contaminano in abbondanza. Non rivela molto sui danni che, una volta qui, possono causare, ma ulteriori studi dovranno approfondire questo aspetto. Nel frattempo, vale la pena ricordare che una dieta sana, l'attività fisica e il non fumare sono tutti comportamenti protettivi contro i danni neurodegenerativi.
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