All'aumentare delle concentrazioni di smog aumenta la velocità di formazione delle placche nelle arterie coronarie.
Il nesso tra inquinamento e aumento del rischio di malattie al cuore è noto: quello che non era finora chiaro è attraverso quali meccanismi lo smog possa influire sulla salute cardiovascolare. Ora una ricerca della University of Washington, pubblicata su The Lancet, chiarisce la questione.
Le nuove prove vengono da uno studio epidemiologico condotto negli Stati Uniti, durato dieci anni e per la prima volta progettato in modo specifico per osservare gli effetti dell’inquinamento sulla salute cardiovascolare.
Circa seimila persone, in sei aree metropolitane, sono state seguite nel corso del tempo, misurando il livello di inquinamento a cui erano esposte a casa loro. Oltre a molte misure reali prese nelle abitazioni, è stato creato un modello per predire l’esposizione giornaliera per ogni specifico indirizzo in base al volume del traffico, alle condizioni meteorologiche e alle fonti locali di inquinamento. Nel corso dello studio, tutti i partecipanti sono stati sottoposti più volte a Tac coronariche per misurare l’ispessimento delle arterie coronarie.
Dall’analisi finale dei dati è emerso che anche livelli di inquinamento tutto sommato modesti, comuni nelle città, accelerano lo sviluppo delle placche aterosclerotiche in media del 20% l’anno: più alta è la concentrazione degli inquinanti, più rapida è la deposizione di calcio nelle arterie.
Tra l’altro, i livelli di inquinamento cui si sono osservati questi effetti sono piuttosto bassi, intorno alla media annuale permessa negli Stati Uniti per le particelle sottili, circa la metà degli standard consentiti in Europa.
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