Si chiama Scuola Professionale ed è a Pesaro, forma giovani tecnici meccanici. Ha un migliaio studenti, una cinquantina rimangono costantemente a casa perché sospesi per qualche pesante mancanza nella disciplina che è non accettabile
Ma allo stesso tempo le classi di questo Istituto vincono premi nazionali con progetti fatti in laboratorio per la mobilità elettrica o brevettano invenzioni come bicchieri musicali per non vedenti. Insomma, sotto lo stesso tetto, un frullato di Bronx e di Cupertino.
Ma quello che è successo poco tempo fa rientra nella prima categoria. Un docente, sui quarant’anni, è stato aggredito in una classe quarta da due studenti maggiorenni, già ripetenti. Uno brandiva un accendino acceso, e l’intera classe gli urlava di dar fuoco al professore, l’altro gli è andato vicino sferrandogli uno spintone. Tutto questo sotto l’obiettivo dei telefonini che riprendevano la scena e le risate generali. Il docente, molto scosso, non ha detto nulla alla preside Annamaria Marinai, che ne è venuta conoscenza solo alcuni giorni dopo ricevendo da un conoscente quel video su whatsapp. E la preside ha riconosciuto il docente, l’aula e anche i ragazzi. Il consiglio d’istituto, riunito d’urgenza, ha sospeso fino alla fine dell’anno scolastico i due studenti dello spintone e dell’accendino, di fatto bocciandoli. Ripeteranno la quarta. È stato identificato un terzo studente che incitava più di altri ad appiccare il fuoco.
Chiamato, dalla Preside, lo studente ha ammesso tutto chiedendo scusa. È stato sospeso fino al 19 maggio per fargli salvare l’anno grazie all’ammissione. Sospesa anche la classe con obbligo però di frequenza. Dice la Preside: «Non abbiamo avuto solo questa spiacevolissima e incredibile aggressione al docente, il quale merita il massimo rispetto ma che evidentemente agli occhi degli studenti appare debole e destinatario di ogni tipo di scherno. Abbiamo bocciato altri due studenti che durante la gita scolastica di quinta sono rimasti coinvolti in una rissa, hanno adescato ragazze in malo modo, sono stati irriguardosi verso gli accompagnatori infischiandosene di orari e regole. Non saranno ammessi all’esame».
Ma, a sorpresa, la reazione dei genitori è stata immediata. Svela la preside: «Sono continuamente minacciata di querele, richieste danni, e anche di ritorsioni fisiche. Mi dicono se io ho dei figli, se sono consapevole di quello che potrebbero farmi nel caso uno degli studenti bocciati si gettasse dalla finestra, se penso al mio futuro. I genitori dei figli peggiori li giustificano sempre. Per loro, ciò che dice il figlio è sacro. Il resto è falso. Ma io non sono una preside che gira la testa da un’altra parte come fanno tanti miei colleghi. Io affronto e cerco di risolvere. Questa scuola purtroppo è la destinataria di tutti quelli che escono dalle medie con problemi: ‘Mandatelo al Benelli’ dicono gli insegnanti ai genitori senza curarsi delle attitudini». L’ultimo soprassalto è di tre giorni fa: «Un bulletto – dice la preside – che provocava da mesi un ragazzo mite ha avuto un pugno in faccia ed è andato in ospedale. Il ragazzo non lo farà più, il provocatore spero pure».
La preside ci tiene a precisare che "l'Istituto Benelli è una scuola di assoluta eccellenza, sia per il personale docente e non docente, qualificato e motivato, sia per la gran parte delle alunne e degli alunni, che sono seri, impegnati, corretti e motivati". "Sugli episodi più gravi, ogni valutazione è stata demandata alle Autorità competenti e i lavori sono tuttora in corso. La qual cosa impone la massima riservatezza a tutti i docenti coinvolti, ai genitori e agli stessi alunni"
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