Michelange Stefàno, capitano dei Carabinieri dell'arte, è l'unica donna della task force italiana istituita lo scorso febbraio. Nelle zone colpite dal sisma, con tutta la squadra di cui fa parte è impegnata sia nella messa in sicurezza del patrimonio mobile e immobile che nella vigilanza. Sul posto erano immediatamente arrivati 20 carabinieri Tpc e 30 “caschi blu” cultura
La conservazione e il recupero dei Beni Culturali travolti nei diversi terremoti in Umbria, Marche, Abruzzo non sono stati di certo il primo pensiero dei soccorritori. Non lo potevano essere nella fase iniziale dell’emergenza, quando forze ed energie erano tutte concentrate a salvare le vite e a cercare i dispersi.
Ma alla sorte dei beni culturali nelle aree straziate dal terremoto che ha colpito il centro Italia danneggiando un patrimonio mobile e immobile esteso e prezioso, è stata comunque riservata un’attenzione speciale.
Sin dalle prime ore sono iniziate le attività mirate al loro recupero e messa in sicurezza. Protagonisti, in coordinamento con il Mibact (Ministero dei Beni e delle Attività culturali e del turismo), i Vigili del Fuoco del Nis (Nucleo interventi speciali) e i Carabinieri del Ntpc (Nucleo di tutela del patrimonio culturale).
Come primo intervento la squadra dei Caschi Blu ha proceduto a un rilievo dei siti e del loro stato a seguito del sisma. I primi interventi sono avvenuti nelle ore immediatamente successive. Senza intralciare il lavoro degli altri operatori, impegnati nel recupero delle persone ferite e delle salme, i Caschi Blu hanno iniziato un’attività di ricognizione che poi è proseguita nei giorni seguenti. Sono state inviate delle squadre in tutte le aree colpite dal terremoto, sia nel territorio della provincia di Rieti, dunque, che in quello marchigiano e umbro.
In un secondo momento, passata la fase dell’emergenza, in base alla direttiva del Mibact che prescrive le modalità e le procedure corrette per la salvaguardia del patrimonio culturale in caso di calamità naturali, è iniziata abbiamo iniziato la fase vera e propria di recupero, trasferendo le opere in altri siti. Dalla settimana scorsa è attiva una squadra speciale dei Caschi blu della cultura, un’aliquota scelta del Comando carabinieri del Ntpc, con un addestramento particolare, che viene impiegata in caso di calamità di questo tipo sia in Italia che all’estero.
Una squadra sta operando nelle Marche, un’altra in Umbria e tre qui ad Amatrice e dintorni con la possibilità di spostarsi da una parte all’altra a seconda delle esigenze. Non c’è un numero fisso di carabinieri al lavoro. Il numero varia in base alle diverse attività da svolgere.
Fra i recuperi più preziosi i Caschi Blu per l’arte hanno recuperato insieme ai Vigili del Fuoco, la copia della Sindone di Arquata del Tronto. La chiesa che la custodiva rischiava di crollare, ed è stata trasferita presso la cattedrale di Ascoli Piceno
Utilizziamo strumenti che ci consentono di fotografare a distanza, in altissima risoluzione. Abbiamo anche la possibilità di confrontare ciò che fotografiamo con le immagini che ci sono pervenute dal Mibact, perché esiste una catalogazione fatta precedentemente. L’aliquota scelta di cui le parlavo prima, i Caschi blu della cultura, dispone di materiale all’avanguardia che consente di operare in condizioni non del tutto agevoli, ad esempio con computer che resistono all’acqua, alla polvere, alla cadute.
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