Lʼaumento della condizione di indigenza colpisce soprattutto il Mezzogiorno dove, oltre una persona su dieci, versa in gravissimo disagio e sono più di 1,2 milioni i minori si trovano in questa condizione. Si soffre dunque al sud ma anche diverse le metropoli del Nord soffrono il disagio. L'incidenza della povertà assoluta sugli stranieri supera il 32%, e sono 1,61 milioni coloro che ne vengono intrappolati.
L’Istat ha diffuso alla fine di giugno i suoi rilievi peggiori sulla povertà in Italia che è stata analizzata negli ultimi tre anni. Eccone alcuni aspetti.
Nel 2017 le persone che vivono in povertà assoluta in Italia hanno superato i 5 milioni. E' il valore più alto registrato dall'Istat dal 2005. Le famiglie in povertà assoluta sono stimate in un milione e 778mila. L'incidenza della povertà assoluta è del 6,9% per le famiglie (era 6,3% nel 2016) e dell'8,4% per gli individui (da 7,9%). Entrambi i valori sono i più alti della serie storica.
L'aumento della povertà assoluta colpisce soprattutto il Mezzogiorno, dove vive in questa condizione oltre uno su dieci. Nelle regioni meridionali, l'incidenza stimata dall'Istat sale infatti dall'8,5% del 2016 al 10,3% del 2017, per le famiglie, e dal 9,8% all'11,4% per i singoli. Il peggioramento riguarda soprattutto chi vive nelle città metropolitane (da 5,8% a 10,1%) e nei Comuni fino a 50mila abitanti (da 7,8% a 9,8%).
La Regione con la più alta incidenza di povertà assoluta è la Calabria con il 35,3%, seguita da Sicilia (29,0%), Basilicata (21,8%) e Puglia (21,6%). Dati che "si scontrano" con il record positivo della Valle d'Aosta (4,4%) seguita da Emilia Romagna (4,6%), Trentino Alto Adige (4,9%), Lombardia (5,5%) e Toscana (5,9%).
In generale, si registrano circa 300mila residenti in Italia in più finiti in povertà assoluta rispetto al 2016. "Si tratta di un trend iniziato con la crisi, ma l'elemento preoccupante è la ripresa della crescita della povertà dopo la pausa del 2014", commentano dall'Istituto di statistica. Resta elevata, anche se in leggera flessione (dal 12,5% al 12,1%), la povertà assoluta tra i minori.
Quasi uno su sei in povertà relativa: soglia a 1.085 euro - Oltre alla povertà assoluta, nel 2017 l'Istat stima un aumento anche della condizione di povertà relativa, che riguarda quasi una persona su sei. L'incidenza di questo indicatore è infatti al 15,6% per gli individui (9 milioni e 368 mila persone, era 14% nel 2016). Rientra in questa categoria chi vive nelle famiglie (tre milioni e 171mila) che effettuano una spesa al di sotto della soglia di 1.085 euro e 22 centesimi al mese per due persone, pari ai consumi medi del Paese. Come quella assoluta, la povertà relativa è più diffusa tra le famiglie con quattro componenti (19,8%) o dai cinque membri in su (30,2%), soprattutto tra quelle giovani: raggiunge il 16,3% se la persona di riferimento è sotto i 35 anni di età, mentre scende al 10% nel caso di un ultra 64enne. L'incidenza si mantiene elevata per le famiglie di operai e assimilati (19,5%) e per quelle con persona di riferimento in cerca di occupazione (37%).
Nonostante la timida ripresa economica che ha caratterizzato gli ultimi anni, le persone che vivono in povertà assoluta in Italia hanno sfondato quota 5 milioni nel 2017. E' il valore più alto registrato dall'Istat dall'inizio delle serie storiche, nel 2005, e in qualche senso un antipasto l'avevamo assaggiato con le cifre sul boom di domande per il Reddito di inclusione, delle quali l'Inps ne ha accolte solo la metà e in due terzi dei casi ha destinato gli assegni per combattere la povertà al Sud.
Oggi l'Istituto di statistica definisce ancor meglio i contorni del fenomeno e stima che le famiglie in povertà assoluta siano 1 milione e 778mila; al loro interno, vivono 5 milioni e 58 mila individui. L'incidenza della povertà assoluta è del 6,9% per le famiglie (era 6,3% nel 2016) e dell'8,4% per gli individui (da 7,9%). Gli statistici attribuiscono all'inflazione due decimi di punto della crescita annua di entrambi i valori, che sono i più alti della serie storica e il vicepremier Luigi Di Maio rilancia subito su Facebook la partita: "Record di poveri in Italia! Il reddito di cittadinanza è un diritto da riconoscere subito!", dice il leader M5s.
Un sguardo preoccupato va ai minori, tra i quali la povertà assoluta seppur in lieve miglioramento "permane elevata e pari al 12,1% (1 milione 208mila, 12,5% nel 2016); si attesta quindi al 10,5% tra le famiglie dove è presente almeno un figlio minore, rimanendo molto diffusa tra quelle con tre o più figli minori (20,9%)". A questo aspetto si somma un'altra indicazione preoccupante per i più giovani, ovvero che l'incidenza della povertà assoluta ha un livello maggiore quando più è bassa l'età della persona di riferimento in famiglia: sotto i 35 anni si arriva al 9,6%.
Coldiretti: 2,7 milioni di persone costrette a chiedere cibo
I dati sulla povertà assoluta pubblicato da Istat sono stati commentati anche da Coldiretti: "La punta dell'iceberg della situazione di disagio in Italia sono i 2,7 milioni di persone che nel 2017 sono stati costretti a chiedere aiuto per il cibo da mangiare, oltre la metà dei 5 milioni che si trovano in povertà assoluta”. “Si tratta di persone - prosegue l’Associazione - che hanno beneficiato degli aiuti alimentari attraverso l'accesso alle mense dei poveri o molto più frequentemente con pacchi alimentari che rispondono maggiormente alle aspettative dei nuovi poveri; per vergogna, infatti, pensionati, disoccupati, famiglie con bambini prediligono questa forma di aiuto piuttosto che il consumo di pasti gratuiti nelle strutture caritatevoli".
Secondo Coldiretti, sono appena 114mila quelli che si sono serviti delle mense dei poveri a fronte di 2,55 milioni che invece hanno accettato l'aiuto dei pacchi di cibo sulla base dei dati sugli aiuti alimentari distribuiti con i fondi Fead attraverso l'Agenzia per le Erogazioni in Agricoltura (Agea). Tra le categorie più deboli degli indigenti si contano 455mila bambini di età inferiore ai 15 anni, quasi 200mila anziani sopra i 65 anni e circa 100mila senza fissa dimora.
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