Le cronache dei tabloid ci hanno abituato a leggere le stranezze delle star americane: Michael Jackson, diventato bianco e semi-plastico, dormiva in una camera iperbarica per rallentare il suo invecchiamento anche se poi non ci è mai arrivato alla vecchiaia.
Russel Crowe, che pare fatichi a usare l’acqua e sapone per lavarsi, come altri suoi colleghi (tra cui spiccano i nomi di Brad Pitt e Johnny Deep), da costringere staff e amici a stare sotto vento quando li si incontra anche se, a dire la verità, molte di noi si armerebbero di pinza al naso e respiratore pur di vivere accanto a loro: felici e asfissiate.
Paris Hilton conserverebbe le sue borse di pelle in frigorifero, per non farle rovinare, assegnando la loro cura a un povero addetto il cui unico scopo di vita è controllare la temperatura del frigo che non cambi, pena il licenziamento in tronco.
L’ultima follia/furbata commerciale della candela “This Smells Like My Vagina” di Gwyneth Paltrow già sold out e che ora si può acquistare solo in lista d’attesa. Il nome di una Star e la follia delle persone possono essere una combinazione esplosiva ed sono tra i migliori incentivi di marketing per un qualsiasi prodotto.
Stranezze che sembrerebbero appartenere solo alle Stars, come simbolo di particolarità del loro status di “dei dell’Olimpo di Hollywood”, ma questo non è solo un loro privilegio: tutti i “ricchi” hanno le loro stranezze o per alcuni “particolari stili di vita”. Sarà la convinzione che il loro stato privilegiato possa permettere tutto o quasi, basta solo pagare, che gli si concede anche l’osare di chiedere l’impossibile.
Come quella volta, che sicuramente non è stata l’unica, in cui un facoltoso imprenditore americano chiese, durante un viaggio con sosta a Roma, se si potesse assistere, con tutta la sua famiglia, a una messa in Vaticano, celebrata privatamente da un vescovo – uno qualunque, non importava chi – l’importante era il titolo di vescovo. Fin qui sembra quasi tutto normale, se non a scoprire che il ricco signore e la sua famiglia erano ebrei.
Un altro “riccone” chiese se potesse dormire nella stanza del Papa, naturalmente per pochi giorni, il giusto per affacciarsi al balcone del suo ufficio e salutare le folle. Per compensare il Papa, si era offerto di pagargli il migliore Hotel di Roma, la Penthouse da 22.000 euro a notte con tutti annessi e connessi, più il disturbo per il suo soggiorno in Vaticano.
Inutile dire che nessuno dei due ha potuto avere ciò che avevano chiesto ma pare che il Vaticano e il Papa, sono una grande “attrazione” per ricchi (americani e non) e tali richieste non saranno sicuramente le ultime. Sarebbe curioso scoprire, se la stessa audacia nel chiedere l’impossibile vi sia anche con i capi di altre religioni e quali siano le reazioni di questi ultimi.
È pur vero che su alcune richieste, impossibili per i comuni mortali, sono esaudibili per i più facoltosi: come la visita privata dei Musei Vaticani con annessa cappella Sistina senza le quotidiane orde di visitatori. Naturalmente, dietro (altro) lauto compenso, si può anche sorseggiare un aperitivo o cenare nei saloni dei Musei Vaticani. Si differenziano i modi di fare per ottenere questi privilegi, i russi, elargendo cifre molto alte, cercano le vie più veloci e non sempre rispettose dei regolamenti, mentre gli americani più abituati alle regole (sebbene ricchi), trattano direttamente con Tour Operator che vendono questo tipo di servizi.
Non di rado, negli States, si vedono pubblicità di agenzie che dichiarano di poter far pranzare nella Cappella Sistina o visitare le stanze segrete del musei vaticani. Il costo ovviamente è commisurato al servizio: una cena (di cui si ha notizia) è costata 5.000 euro a persona, musica inclusa.
A volte però la maleducazione non è compensata dai soldi. Mitico l’autista (ncc) che dopo giorni di flatulenze, di un ricco urologo americano, nella sua Mercedes, ha deciso di far scendere il facoltoso scostumato evocando tutti i suoi pessimi antenati e parenti, lasciando a piedi e stupito il dottore, nel bel mezzo di un trasferimento da una città all’altra d’Italia.
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