Il settore della moda è oggetto di un processo innovativo continuo e duraturo, gran parte degli investimenti nel campo della ricerca dell’industria tessile sono oggi concentrati sullo sviluppo di nuove fibre, sia naturali sia sintetiche, che permettano la realizzazione di capi d’abbigliamento destinati ad un mercato sempre più desideroso di novità.
Così nasce la nuova alleanza che sancisce il patto di reciproca collaborazione tra moda e tecnologia, il quale rappresenta il binomio vincente per rispondere alle necessità del periodo che stiamo vivendo. Ad esempio, all’appuntamento della moda di Palazzo Pitti a Firenze 2020, l’ospite d’onore è stata la tecnologia applicata all’abbigliamento. Si sono visti abiti impreziositi da luci led o t-shirt che vibrano al ritmo della musica o bikini con dispositivi per ricaricare gli smartphone. Una moda che risponde ad una richiesta di funzionalità per una società sempre più informatizzata che si dirige verso una tecnologia applicata migliorativa, come, i grembiuli che proteggono dai raggi X il personale sanitario o le giacche riscaldanti regolabili con il proprio smartphone.
Si arriva al futuro con gli smart textiles, tessuti che integrano sensori, fibre ottiche o led in grado di captare e reagire a impulsi e condizioni ambientali esterne, come la giacca a LED, prodotta dall’italiana Nemen in cui le fibre ottiche tessute insieme al materiale sono visibili durante le ore notturne. Sempre sulla stessa linea Zegna (sport) o Tommy Hilfiger che producono giacche dotate di pannelli fotovoltaici integrati, i quali permettono di ricaricare smarthphone e piccoli dispositivi elettronici.
Le innovazioni cosi non sono limitate al solo processo produttivo, sono diventate parte del prodotto stesso. Si parla di prodotti antimicrobici, mediante la lavorazione su dimensione nanometriche, resistenza allo strappo, all’abrasione, alle macchie, alle pieghe, senza l‘utilizzo di sostanze tossiche né di consumi energetici elevati. Tra le produzioni più innovative, troviamo l‘utilizzo di enzimi ideali per guanti e calzature sportive perché capaci di regolare automaticamente la temperatura corporea assorbendo calore e diminuendo l’affaticamento muscolare.
La tecnologia ovviamente deve essere adottata anche in fase produttiva e molte aziende, come l’americana Chromat, stanno adottando sistemi ed impianti all’avanguardia, come ad esempio il taglio laser, la stampante 3D, puntando così alla personalizzazione del prodotto che è l’obbiettivo finale di questi dispositivi, i quali, uniti a tutte le altre innovazioni tecnologiche, potrebbero avviare una rivoluzione destinata a cambiare la manifattura della moda, meno inquinante e più funzionale, più duratura nel tempo, oltre che di tendenza.
Ecologia, fonti rinnovabili, riciclo. Anche la moda si adegua al nuovo vocabolario del XXI secolo, che, come si sa, non può prescindere dall’attenzione all’ambiente.
Lo stilista italiano Salvatore Ferragamo dovrebbe presentare una collezione di foulard realizzata sfruttando una fibra naturale ricavata dalla buccia d’arancia, mentre Stella McCartney produrrà i capi confezionati con seta di laboratorio della californiana Bolt Threads, fatta di proteine, analoghe a quelle usate dai ragni. La giapponese Spiber ha un accordo con North Face per la produzione di un prodotto simile. Mentre la svedese H&M ha lanciato una serie di abiti realizzati in Bionic, un tessuto simile allo chiffon, ma ricavato dai rifiuti plastici marini, anche Ananas Anam ha convinto il marchio Edun (LVMH Moët Hennessy Louis Vuitton) a realizzare capi con il suo Piñatex, un similcuoio ottenuto dalle fibre di foglie di ananas. MycoWorks invece ha sviluppato un sostituto della pelle, partendo dal micelio dei fughi. Vitro Labs sta sviluppando pelli e pellicce alternative, partendo da cellule staminali.
L’abbigliamento del futuro sarà sempre più eco-friendly, connesso con il nostro corpo e con l’ambiente, in grado di proteggerci dagli incidenti grazie a tessuti ignifughi o ultra visibili, dal caldo e dal freddo grazie a tessuti autoregolanti che permetteranno di non dover riscaldare o raffreddare troppo gli ambienti. Sempre con uno sguardo alla moda ed uno al mondo che ci circonda.
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