“Vigili del Fuoco”: ecco la definizione professionale di questi uomini in divisa ai quali, in senso assoluto, tutta la gente si sente vicino. Nel caos delle metropoli, le loro mastodontiche autobotti svicolano sirene al vento per guadagnare quella manciata di secondi che a volte potrebbe anche salvare una vita. Non esiste uomo, donna, fanciullo o chi è pure avanti nell’età, che nel veder saettare gli amici ‘pompieri’ per le strade cittadine, non dia loro una veloce occhiata, magari anche furtiva, ma sempre di grande affetto. I più attenti tentano pure di scrutare negli abitacoli i loro volti, tirati, giovani e non giovani, di penetrarne i pensieri quando vanno incontro a pericoli ignoti.
Nei blocchi del traffico questi uomini si sbracciano dai finestrini per chiedere il passo, nei casi più intricati saltano a terra e fermano le automobili per far largo all’autopompa o all’autoscala. Non è alta tecnologia questa, ma è solo impegno umano, dedizione per il prossimo: si vuole semplicemente essere velocissimi, si vuole fare presto, precipitarsi verso una chiamata, magari disperata, che chiede aiuto.
La tecnologia certo è alta ovunque, e lo è già nei mezzi di soccorso stessi; e tanta altra tecnologia, anch’essa altissima, verrà poi applicata nel contesto del soccorso. Ma al di là di tutte le innovazioni che hanno portato i vigili ad essere sempre al top dei sistemi di aggressione alle fiamme, nei disastri, nel soccorso agli essere umani (ma anche di tanti altri soccorsi verso cose e ad animali), alla base di tutto ciò vi sono sempre dei ‘semplici’ uomini, altamente professionalizzati sì, ma anche con un fisico da atleti, grande elemento di ammirazione, e ai quali la gente si sente vicina. Uomini forti, veramente forti, che ci danno sicurezza e ci aiutano nelle difficoltà, dalle più impervie alle più banali.
‘Pompieri’, dicevamo, è il nome affettuoso con cui questi professionisti del soccorso vengono generalmente identificati. E va bene. Ma il loro vero nome professionale, quello di ‘Vigili del Fuoco’, è davvero così pertinente alla molteplicità, alla grande varietà dei loro interventi che si distribuiscono sempre in tempo reale, in qualsiasi ora del giorno e della notte, in qualsiasi giornata dell’anno?
Se andiamo a scorrere le pagine dei resoconti annuali del Corpo (per tradizione vengono diffusi alla stampa il giorno di Ferragosto e sono sempre relativi all’anno precedente) scopriamo che nel 2002 gli interventi sul territorio sono stati ben 779.400 dove, solo il 30 % è avvenuto per incendi di ogni natura - da quelli delle sterpaglie agli altri disastrosi dei boschi, dall’incendio in casa a quello di automobili, mezzi pesanti, da quello dei tanti magazzini, capannoni, palazzi, cinema e teatri - che, in brevi istanti, cadono in preda a lingue di fuoco spesso indomabili, e dove l’abnegazione di questi Vigili è sempre rivolta, innanzitutto per salvaguardare e soccorrere le persone.
Il restante 70% degli interventi, la parte forse meno appariscente ma certo più massiccia, è invece suddiviso per un altro 43% tra quelli di salvataggio a persone o animali, dal recupero di salme o di animali morti, fino agli interventi casalinghi per apertura di porte, finestre, ascensori bloccati, al trasporto di feriti e ammalati, agli incidenti sul lavoro, la cattura di folli o alienati, le fughe di gas, o la bonifica di strade e simili. Un altro 5,90 % degli interventi è per gli incidenti stradali e un 5,60 % per danni dovuti a straripamento di fiumi, mareggiate, rifornimenti idrici, o prosciugamenti. Valanghe, frane, smottamenti, sprofondamenti e dissesti statici di vario genere richiedono l’intervento dei Vigili del Fuoco per un altro 4,57% mentre per un 1,47% si rileva l’impegno su recuperi vari di merci e anche di sostanze radioattive. Le frazioni di percentuali che restano sono suddivise fra falsi allarmi, incidenti fortunatamente risolti prima dell’arrivo delle squadre, o anche dagli interventi nei porti o negli aeroporti o, infine, nelle ricerche più disparate. Come si vede, il fuoco, peraltro il pericolo per antonomasia più terribile, occupa solo un terzo del lavoro dei Vigili.
Non potevamo, quindi, alla nostra prima uscita, non aprire con il lavoro dei Vigili del Fuoco nell’anno appena concluso e del quale ne evidenzieranno solo due degli aspetti apparentemente ‘minori’, ma che tanto ci toccano da vicino: gli interventi in soccorso degli animali e quelli sugli incidenti domestici. Sono questi, forse, quelli molto vicini alla gente ma che troppo poco spazio trovano sui giornali, sfuggendo al grande pubblico.
Doveroso infine citare in questa sede il grande lavoro di comunicazione che i Vigili del Fuoco si sono autonomamente dati attraverso il loro importante organo ufficiale Obiettivo sicurezza- Notiziario ufficiale dei Vigili del Fuoco, una rivista mensile distribuita solo in abbonamento, che è diretta dal Prefetto Mario Morcone, Capo del Dipartimento stesso, ed è diffusa dalla Maggioli Editore.
Accanto alla rivista, anche una sua emanazione diffusa via Internet, curata dal dirigente della sala operativa al Viminale, Luciano Buompane, che, giorno dopo giorno, ora dopo ora, offre al grande pubblico, oltre a informazioni di ordine generale e scientifiche legate alla prevenzione e alla sicurezza, anche una sorta di infinito ‘giornale di bordo’del lavoro dei Vigili sul territorio. è questo un ampio resoconto di qualsiasi intervento, corredato da immagini a colori, dal più marginale - o anche curioso - fino a quelli più luttuosi o ai disastri ambientali.
Dal notiziario anche i nomi di quei valorosi Vigili che purtroppo perdono anche la vita per contribuire alla salvezza delle persone o anche delle cose. I riconoscimenti individuali per questi sacrifici, certo non mancano, ma ancora più importanti sono le diverse decorazioni al Valore concesse alla Bandiera del Corpo dai Presidenti della Repubblica che si sono alternati negli anni.
Dal 1951 al 2002, quale riconoscimento per l’alta opera di soccorso dei Vigili del Fuoco alla popolazione colpita dalle tante gravi calamità naturali che hanno devastato il territorio (eventi tellurici, frane, alluvioni, smottamenti, incendi e altro), o per gli interventi all’estro in occasione di grandi operazioni di protezione civile su disastri eccezionali, sono state complessivamente conferite dodici medaglie, 9 delle quali d’oro (di cui 7 al valor Civile e 2 al Merito Civile) e 3 d’argento (1 al Valor Civile e 2 al Merito).
Per concludere, come definire allora la vastità dell’impegno di questi uomini che tanta passione mettono nella sicurezza del prossimo? La molteplicità delle specializzazioni è variegata e sarebbe velleitario voler coniare qualcuna delle tante definizioni di cui oggi spesso si abusa o scovare certe nuove perifrasi, o parole composte, che tanto piacciono a chi vuole innovare le professioni. Ebbene, quella di ‘Vigile del Fuoco’ va sempre bene, ma la parola che più ci è cara, quella che più rimane nella mente e nel cuore, quella cioè del ‘pompiere’ (e che forse è anche la più antica che ci sia), ci pare sia quella giusta per connotare la grande dedizione di questi uomini verso il prossimo, forse rudi nell’aspetto, ma con un cuore grande come la loro forza.
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