Il Nucleo Elicotteristi - Nel 1954 nasce a Modena il primo nucleo elicotteri. I vettori ad ala rotante si dimostreranno preziosi per la loro rapidità di intervento, per la possibilità di raggiungere zone altrimenti inaccessibili e per il valido ausilio alle squadre a terra, soprattutto in caso di calamità naturali. Ad oggi i nuclei elicotteri sono 12 distribuiti sul territorio nazionale.
Il Nucleo Sommozzatori - Nel 1952 nasce il primo Nucleo Sommozzatori e gli uomini di questa specializzazione sono oggi presenti in 32 località sul territorio. I sommozzatori svolgono la loro attività in particolari condizioni operative: salvataggio di persone e cose in allagamenti, straripamenti ed alluvioni; ricerca e recupero di annegati e di materiale sul fondo del mare, nei laghi, nei fiumi, nelle darsene e nei pozzi.
Il Nucleo Radioriparatori - Nel 1974 è stato istituito il Servizio Telecomunicazioni e nel 1995 sono state ridefinite le varie competenze della struttura TLC con l’istituzione del Centro TLC Nazionale presente in Roma - Capannelle. Vi sono poi altri 18 Centri TLC di Zona che sono composti da personale operativo specializzato, recentemente integrato con personale del supporto tecnico. Questi tecnici provvedono alla manutenzione e alla gestione per il corretto funzionamento delle reti in uso al Corpo Nazionale dei Vigili del Fuoco.
Il Servizio Telecomunicazioni è di competenza dell’Ispettorato per gli Impianti di Telecomunicazioni, Reti Ionimetriche, Statistica e Automazione del Servizio Tecnico Centrale che dirige l’attività di sviluppo. Tramite il Centro TLC Nazionale svolge l’attività tecnico-pratica di progettualità, manutenzione e sperimentazione di nuove apparecchiature e sistemi di telecomunicazioni avanzati, comprese le trasmissioni satellitari.
I Centri TLC di Zona lavorano in ambito regionale e dipendono funzionalmente dal rispettivo Ispettorato Regionale o Interregionale (le regioni più grandi e di più difficile copertura radioelettrica quali Toscana, Sardegna e Sicilia ne hanno due).
Il Servizio Telecomunicazioni è di fondamentale importanza per l’operatività giornaliera del servizio reso alla comunità da parte del Corpo Nazionale dei Vigili del Fuoco.
Comunicare significa poter gestire in ogni istante le migliori risorse disponibili e ridurre i tempi di intervento. Avere un proprio sistema di comunicazione permette di non essere dipendenti da altri sistemi di comunicazioni (ad esempio telefonia
pubblica) che potrebbe non essere utilizzabile proprio nel momento della grave emergenza.
In ogni Centro TLC vi è personale specialista che si occupa della installazione, manutenzione e riparazione ordinaria e straordinaria di tutti gli apparati fissi e mobili presenti nel territorio di competenza. Il personale viene addestrato con corsi specifici che formano tutti coloro che sono interessati al tipo di servizio e che abbiano le necessarie conoscenze di base.
Il Corpo dispone di una propria rete radio, funzionante su frequenze assegnate dalla Difesa, che permette i collegamenti su tutto il territorio nazionale.
Le apparecchiature del sistema sono: 450 ponti radio (installazione e manutenzione effettuata da personale VF); 700 stazioni radio fisse; 8000 apparati veicolari; 5000 radio portatili.
Il Nucleo S.A.F. La specializzazione Speleo Alpinistica e Fluviale - La variabilità dell’ambiente in cui vive ed opera la moderna società, sia urbano che extraurbano, nonché le caratteristiche e le condizioni dello stesso, notevolmente mutate nel corso degli anni, hanno determinato in caso di incidente di vario tipo e natura, scenari di riferimento spesso critici in ordine alle situazioni del rischio per le persone e per gli operatori del soccorso tecnico urgente: i Vigili del Fuoco; anche per quanto attiene ai possibili accessi ai siti naturali come grotte, forre, falesie ecc. o su complessi manufatti quali i tralicci, grattacieli, viadotti ecc.. Negli ultimi anni sono notevolmente aumentate le persone che si dedicano ad attività sportive che spesso si svolgono in ambienti particolarmente impervi dove le attrezzature e le tecniche di intervento utilizzate da sempre dai vigili del fuoco risultavano poco efficaci.
Per queste ragioni nel corso degli anni, in alcuni contesti territoriali della penisola, si è avvertita l’esigenza di elaborare ed adottare tecniche innovative di derivazione speleo- alpino e fluviale, inerenti le esigenze di soccorso dei Vigili del Fuoco da estendere successivamente a tutto il personale del Corpo.
Tali tecniche, che sono di derivazione Speleo Alpinistica e Fluviale, se adeguatamente acquisite, consentono di aumentare il livello di sicurezza dei soccorritori e migliorare il servizio offerto in quelle situazioni in cui, a causa dello specifico scenario incidentale, non sono utilizzabili i normali mezzi in dotazione. Il progetto prevede quattro tipi di qualificazioni distribuite su due livelli comprendenti ciascuno due fasi. (primo livello fase A, primo livello fase B, secondo livello fase A e secondo livello fase B)
Tale rivoluzione attualmente interessa non solo i Vigili del Fuoco italiani, ma anche quelli di altre nazioni europee; recentemente il Corpo Nazionale dei Vigili del Fuoco ha avuto un ruolo di prestigio nell’ambito del progetto Europeo denominato “LEONARDO”. Nello specifico il progetto che è stato denominato EUSR (Soccorso speciale speleo alpinistico formazione e aggiornamento dei Vigili del fuoco in Europa) aveva l’obiettivo di standardizzare tra i vigili del fuoco europei l’utilizzo di tale tecniche nell’ambito del soccorso.
Allo stato attuale il personale in possesso delle varie qualifiche previste dal progetto risulta dislocato nelle varie Regioni italiane. Le più ampie concentrazioni si hanno in Toscana in Liguria e in Piemonte. Di particolare interesse è stata l’attività svolta dal personale del Corpo in possesso delle qualifiche SAF nelle regioni colpite da catastrofi naturali come è avvenuto per il sisma in Umbria e Marche o come nei dissesti idrogeologici della Campania o le alluvioni dell’Italia settentrionale. Nelle Regioni di Umbria e Marche i SAF hanno collaborato con le Sovrintendenze ai Beni Culturali e Ambientali per la messa in sicurezza delle opere architettoniche e artistiche di particolare importanza storica (torri, campanili, chiese, fortezze ecc.)
Il Nucleo Radiometristi - Negli anni ‘60, la “guerra fredda” e la conseguente proliferazione di esperimenti con ordigni atomici, ma anche l’avvio dell’utilizzazione a fini pacifici dell’energia nucleare sviluppano nella Nazione una coscienza intesa a preservare la popolazione da questa nuova fonte di rischio. Tant’è che la legge sull’ordinamento del Corpo del 13 maggio 1961 n. 469 attribuisce al Ministero dell’Interno, e per esso al Corpo Nazionale Vigili del Fuoco, tra l’altro. “… i servizi tecnici per la tutela dell’incolumità delle persone e la preservazione dei beni derivanti anche dall’impiego dell’energia nucleare”.Ciò comporta per il Corpo la necessità di specializzarsi anche in questa materia e diversi ingegneri sono stati inviati presso le università e successivamente all’estero per conseguire la qualificazione necessaria ad affrontare questa nuova problematica.Per accertare la presenza di radiazioni ionizzanti si è creata una rete di stazioni fisse di monitoraggio ambientale per il rilevamento della ricaduta radioattiva susseguente ad esplosioni nucleari contaminanti e delle squadre speciali, “squadre radiometriche”, composte da personale opportunamente addestrato, equipaggiato con particolari protezioni individuali e dotato di strumenti per la misurazione della radioattività, in grado di intervenire in forma preventiva o di rilevamento e circoscrizione della zona di pericolo, anche nei casi d’utilizzazione pacifica dell’energia nucleare.La prima rete di rilevamento della radioattività viene impiantata nel 1966 e conta migliaia di stazioni dislocate, oltre che nelle sedi del Corpo, anche nelle stazioni dei Carabinieri.Il continuo miglioramento nel perseguire una sempre maggiore efficienza ed efficacia dell’operatività del Corpo Nazionale Vigili del Fuoco ha oggi portato alla modifica della rete con stazioni automatiche di rilevamento con strumenti d’ultima generazione, dotati anche di autodiagnosi con trasmissione ed elaborazione dei dati rilevati, che consentono anche il monitoraggio ambientale. Tali stazioni sono situate ai nodi di una maglia in modo da ricoprire tutto il territorio nazionale e fanno capo alla centrale d’allarme sempre presidiata.Per fronteggiare emissioni radioattive o sotto forma d’irraggiamento o contaminazione, il Corpo Nazionale è dotato di laboratori mobili per eseguire misure e controlli più sofisticati circa la natura delle radiazioni.
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