Dal primo gennaio 2004 fino all’otto agosto i dati provvisori del Corpo Forestale dello Stato hanno registrato sul territorio 4.252 incendi per quasi seimila ettari di bosco bruciati con una media di quasi cinque incendi per ettaro; le superfici non boscate che sono state interessate dal fuoco coprono
un totale di oltre 15.000 ettari.
N on conosciamo ancora i dati sugli incendi boschivi dal Dipartimento della Protezione Civile anche se, dai primi dati regionli sembra che la situazione sia migliorata rispetto agli anni precedenti. Lo sforzo congiunto della lotta al fuoco nei boschi coordinato dal Dipartimento della Protezione Civile che è alla guida del COAU, Il Comando Operativo Aereo Unificato, con quelli del Corpo Forestale dello Stato, dei Vigili del Fuoco e di tutte le strutture locali di protezione civile, congiunte a quelle del volontariato, ha dato dei risultati che fanno sperare ben nel controllo delle devastazioni del fuoco in virtù della tempestiva risposta corale di tutte queste strutture.
L'anno scorso, ricorda la Protezione civile, è stato l'anno più difficile degli ultimi tempi per quanto riguarda le emergenze incendi: sono state effettuate 4.076 missioni su 2.225 richieste di concorso aereo. Per fare un paragone con quest'anno, spiegano al Dipartimento, nei primi sette mesi del 2003 sono state 1.164 le richieste di concorso aereo contro le 351 nello stesso periodo di quest'anno.
Il Corpo Forestale dello Stato
Anche il Capo del Corpo Forestale dello Stato Cesare Patrone ha recentemente sottolineato come gli incendi boschivi nella stagione in corso siano drasticamente diminuiti grazie anche al coordinamento interforze, che ha permesso tempi di intervento e di spegnimento sicuramente più veloci. Un ruolo importante nell'azione di difesa della natura e nella tempestività degli interventi, ha detto Patrone, va inoltre attribuito alle nuove tecnologie messe in campo, quali la radiolocalizzazione ed il telerilevamento. Il Corpo Forestale dello Stato anche nel giorno di ferragosto ha svolto la propria attività a tutela della natura: la vigilanza operativa è stata affidata a 2.200 forestali ripartiti in 838 pattuglie, che si sono avvalsi di 1.000 fuoristrada e 170 tra autobotti e mezzi speciali. Al 12 luglio erano stati 4.479 gli incendi che avevano percorso l'Italia, contro i 6.630 dello stesso periodo del 2003, quindi un calo del 32.4%, con un risparmio del 68% di verde (da 67.069 ettari bruciati lo scorso anno ai 21.618 del 2004). Per le esigenze di soccorso e per l'antincendio boschivo sono operativi sulla penisola anche 26 piloti e 34 specialisti per permettere agli elicotteri del Corpo Forestale di spiccare il volo.
Notizie confortanti arrivano in questi giorni da alcune regioni: in Toscana, ad esempio, nonostante i quasi mille eventi che hanno interessato quel territorio, i danni prococati dal fuoco sono stati inferiori a quelli delle stagioni precedenti. Questa riduzione, osservano alla Regione, al di là delle condizioni metereologiche più favorevoli, si può spiegare solo con il nuovo salto di qualità realizzato dal governo locale nella lotta agli incendi boschivi.
I carabinieri in congedo
è di questi giorni, inoltre, la notizia che il Ministero dell'Ambiente e della Tutela del Territorio ha firmato un accordo di collaborazione con l'Associazione Nazionale Carabinieri, che raccoglie militari dell'arma in congedo, finalizzato alla salvaguardia ambientale. L'accordo, siglato dal Ministro Altero Matteoli e dal generale Michele Colavito, Presidente dell'Associazione, stabilisce che gli aderenti all'Associazione (più di 200.000 uomini) collaborino nell'attività di prevenzione dei danni ambientali e di gestione delle emergenze. Gli aderenti saranno impegnati a segnalare alle competenti autorità qualsiasi evento potenzialmente rischioso per l'ambiente e a contribuire alle attività di prevenzione degli incendi boschivi, soprattutto nei parchi nazionali.
Il fuoco nei boschi, come e perchè
II fuoco mostra nelle foreste e nei boschi, ed in numerose località del mondo, una presenza ricorrente anno dopo anno, con un'intensità devastatrice in continua ascesa. Oggi non vi è paesaggio naturale e vegetale che non sia stato modellato più o meno intensamente dal fuoco. I vasti e frequenti incendi forestali degli ultimi anni, uniti alla irregolarità delle precipitazioni, possono aggravare i rischi di desertificazione. Tale pericolo è presente in tutta la parte Sud dell'area mediterranea e incomincia a interessare anche la parte Nord ed a preoccupare seriamente poiché minaccia i programmi di riforestazione e di utilizzazione delle risorse nel verde. Di fronte a tale problema i paesi più colpiti mirano sempre più al potenziamento dei mezzi di lotta e formulano progetti pilota alla CEE per contribuire al mutuo soccorso tra Stati Membri in caso di incendi di particolare gravità.
La statistica delle cause degli incendi boschivi è purtroppo molto meno completa di quella dei sinistri. La questione delle cause non può essere chiarita con dati certi e documentati e, per conoscere l'origine del fenomeno, occorre una profonda analisi allargata anche a possibili motivazioni che possono scatenare gli incendiari, .
II clima e I'andamento stagionale giocano un ruolo fondamentale nel predisporre una situazione di favore allo scoppio dell'incendio, per cui, periodi di non pioggia e di alte temperature determinano condizioni di estrema pericolosità. E quando in luglio ed agosto ad altitudini comprese sino ai 700 metri la vegetazione erbacea e secca, il potenziale combustibile aumenta considerevolmente; viceversa, in pieno rigoglio vegetativo, I'innesco del fuoco è difficile.
Non vi è dubbio che la causa prima degli incendi boschivi vada ricercata essenzialmente nell'alto grado di depauperamento e di forte spopolamento delle zone dell'alta collina e della montagna. Un simile evento ha determinato nel tempo I'abbandono di tutte quelle pratiche agronomiche e selvicolturali che di contro in passato venivano effettuate nelle campagne e nei boschi, con il risultato di rendere il bosco meno soggetto nei confronti del fuoco.
I diradamenti, le ripuliture, il pascolo disciplinato, eventuali colture ed in alcuni casi anche il fuoco controllato, facevano si che il sottobosco non fornisse esca e nel contempo, la presenza attiva dell'agricoltore e del pastore era garanzia e sicurezza per un rapido intervento per eventuali incendi. Cosi, anche quando gli agricoltori, involontariamente potevano esserne causa, essi stessi provvedevano a spegnerlo direttamente; ciò era possibile grazie alla cospicua presenza demografica nelle zone di campagna, oggi di contro, fortemente diminuita e invecchiata.
La situazione è oggi cambiata, tanto che le operazioni selvicolturali tradizionali sono molto trascurate; e pratiche agronomiche e pastorali, nelle quali si fa uso anche del fuoco, oggi assumono, per i boschi limitrofi ai campi ed ai pascoli, un pericolo costante, poiché l'esodo da tali zone, in particolare quello giovanile, è stato massiccio. Ma, se questa à la ragione prima di certi tipi d'incendio, non diverse sono le considerazioni da fare per quanto concerne l'incendio boschivo determinato dalla presenza di altri potenziali utenti.
Una correlazione interessante è quella degli incendi boschivi con la circolazione veicolare. Infatti si vede che a un progressivo aumento degli autoveicoli circolanti e dello sviluppo viario, aumentano in progressione gli incendi boschivi. E dal rilevamento dei punti d’innesco del fuoco si evince come moltissimi incendi abbiano inizio dal bordo di strade ed autostrade.
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