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Del seguente articolo:

Novembre-Dicembre/2004 -
Protezione Civile
Notte di paura nel Bresciano
Sergio Salvatori

La cronaca in tempo reale di una forte scossa di terremoto
e del pronto intervento di tutta la Protezione civile


Venticinque novembre 2004, ore 23,59 e 49 secondi: la terra trema al nord. Mezzanotte con brivido in tutta la zona di Bergamo dove una forte scossa di terremoto è stata avvertita anche lungo tutto l’arco alpino, dal Piemonte al Trentino Alto Adige, da Genova a Venezia. Gli esperti dell’Istituto nazionale di geofisica lo hanno classificato di magnitudo 5.2 della scala Richter, pari al settimo-ottavo grado della scala Mercalli.
L’area epicentrale è stata individuata dagli stessi esperti nella zona del lago di Garda e infatti i comuni di Gardone Riviera e Salò sono stati i più colpiti. Il sisma è durato 25-30 e l’epicentro è stato valutato a una profondità di circa 8-10 mila metri in una zona ad Est della cittadina di Salò dove è parzialmente crollato il campanile della chiesa di San Bernardino. A Salò, Fasano di Salò e Gavardo sono stati evacuati gli ospedali a scopo precauzionale e una tendopoli è stata allestita nella stessa Salò. Alla prima scossa fortissima della mezzanotte sono poi seguite, nella notte, le consuete scosse di assestamento: circa una decina, quasi nessuna avvertibile dalla popolazione. Un’altra scossa forte, invece, è stata avvertita alle 7.21 della mattina successiva con epicentro nell’Adriatico, tra le coste dell’Abruzzo e della Dalmazia. L’intensità è stata pari al 7° grado della scala Mercalli.

“Come un tuono, tremava tutto”

“è stato come sentire il rumore di un tuono, poi tutto ha cominciato a tremare, mi si è spostato anche il letto. Siamo corsi tutti fuori, con molta paura”, ha raccontato una ragazza di San Felice, sul Garda. Nel centro di Salò la notte del sisma si camminava su un tappeto di mattoni. Pezzi di vetri e di cornicioni crollati hanno danneggiato le auto parcheggiate. Gli abitanti del comune rivierasco del Garda che non sono potuti rientrare nello loro abitazioni prima che fossero controllate dai vigili del fuoco o che avevano timore a rientrarvi hanno trascorso la notte presso la tendopoli che la protezione civile ha immediatamente allestito al campo sportivo.
Ma non solo nella zona del bresciano: anche a Milano, qualche secondo prima della mezzanotte, tutto ha cominciato a tremare: chi dormiva è stato svegliato di soprassalto, chi era in casa ha visto sedie scivolare via, lampadari tintinnare, mobili e letti spostarsi. Nel capoluogo lombardo la scossa è stata percepita per dieci, lunghissimi secondi, poi c’è stato un assestamento di un’altra dozzina di secondi.
L’intensità del terremoto si è avvertita in particolare ai piani alti: in alcune zone, soprattutto quelle della Milano dagli edifici più vecchi, c’è stata una fuga in strada di moltissime persone. Ed è cominciato un vero e proprio ‘bombardamento’ di telefonate ai centralini di vigili del fuoco, dei carabinieri, della polizia, del 118, dei giornali e delle agenzie di stampa. Nessun danno grave, comunque, e un solo ferito, un passante colpito da vetri caduti in strada da una finestra, in corso Sempione, alle 0.10, accompagnato all’ospedale Fatebenefratelli, nulla di serio. Nel giro di mezz’ora la situazione a Milano è tornata alla normalità.
Gli effetti del terremoto che ha colpito il Bresciano si sono invece immediatamente disvelati nei comuni sul Garda: palazzi lesionati, cornicioni crollati, qualche tetto caduto. Nessun danno grave alle persone, anche se una ventina si sono presentate negli ospedali gardesani, la maggior parte per malori provocati dallo spavento, solo quattro con ferite lievi. Molte le persone che no-nostante l’ora tarda hanno lasciato le case e si sono riversate in strada. Intasati i centralini dei vigili del fuoco, ma nella gran parte dei casi si è trattato di una grande paura.
Molte chiamate ai vigili del fuoco in tutte le province, ma le sole zone dalle quali sono arrivate le prime segnalazioni di danni ed edifici pericolanti sono state tutte nel bresciano: la Valsabbia e i Comuni di Vobarno e Sabbio Chiese e, come già detto, tutta la zona del Lago. Secondo la Protezione civile i comuni più colpiti sono stati: Gardone Riviera, Tuscolano Maderno, Salò e Treviso Bresciano. Il centro geofisico Prealpino di Varese, la stessa notte ha annunciato che avrebbero potuto verificarsi altre scosse, ma di assestamento.

Epicentro a Salò

I danni maggiori agli edifici, per fortuna senza vittime, si sono verificati in questa cittadina.La Protezione civile del posto , per precauzione, ha fatto evacuare l’ospedale. La stessa caserma dei vigili del fuoco di Salò, è stata seriamente danneggiata. I tecnici e gli esperti della protezione civile si sono immediatamente riuniti a Brescia per una prima valutazione dei danni. Due case, fortunatamente disabitate, sono crollate a Gardone Riviera. Altre case sono state danneggiate anche a Toscano Maderno.

Il Dipartimento della Protezione civile a Roma

Alla prima segnalazione del sisma, nella sede del Diparti-mento della Protezione civile a Roma si è immediatamente riunita una ‘unità di crisi’ che ha seguito l’evolversi della situazione dopo la scossa. Da quel momento, e per parecchi giorni, il Dipartimento è rimasto costantemente in contatto con le strutture regionali e le istituzioni locali mentre il capo del Dipartimento, Guido Bertolaso, si è trasferito alla Prefettura a Brescia per partecipare alla riunione con i responsabili del 118, della Protezione civile locale e delle forze dell’ordine per una valutazione della situazione venutasi a creare dopo il movimento tellurico. Dal canto suo, il Capo del dipartimento dei Vigili del Fuoco, prefetto Mario Morcone, si è immediatamente recato alla centrale operativa al Viminale a Roma per coordinare tutti gli interventi necessari. Guido Bertolaso al termine dell’incontro in prefettura a Brescia, dopo aver fatto il punto della situazione, ha confermato che non risultavano vittime e, riguardo agli sfollati, ha precisato che coloro che erano stati fatti uscire perché rimanere era un rischio, erano poco più di un centinaio. A Brescia, per precauzione, sono state chiuse le scuole e le aule del Tribunale. Per accogliere gli sfollati costretti alla seconda notte fuori casa, la Protezione civile ha allestito altre tende d’emergenza e punti di ristoro. Nella zona dell’epicentro del sisma si sono messi immediatamente al lavoro 800 uomini, tra volontari, alpini, membri della Croce Rossa, sanitari del 118 e vigili del fuoco.

Chiesa di Valverde inagibile

Dopo l’allarme e la paura si sono contati i danni. Il terremoto, ha lasciato qualche traccia anche nella Bergamasca dove i tecnici ne hanno immediatamente avviato la valutazione per tracciare un quadro complessivo. L’unico edificio inagibile è risultato la chiesa di Valverde, in via Marconi da Ponte, dove, a causa della scossa, si sono staccanti alcuni frammenti degli stucchi decorativi della volta affrescata. I pezzi sono caduti sull’altare e sui primi banchi della navata della chiesa realizzata nell’800 e l’edificio è stato quindi chiuso al pubblico in caso si verificassero ulteriori distaccamenti della parte affrescata. Un gruppo di volontari della protezione civile bergamasca e 33 vigili del fuoco di Bergamo hanno anche raggiunto Salò con 13 automezzi per prestare soccorso e aiutare nelle verifiche di staticità effettuate in edifici e locali. In Bergamasca sono inoltre stati effettuati controlli in tutte le strutture scolastiche partendo dalla zona di Iseo, la più prossima all’epicentro del sisma. In quasi tutti gli edifici le lezioni si sono comunque potute svolgere regolarmente: le strutture hanno retto bene con solo qualche calcinaccio caduto in pochissimi edifici. Crepe di minimo spessore sui muri sono state rilevate alla scuola elementare De Amicis, in via delle Tofane, in città, e all’istituto Donadoni in via Tasso.
A Salò, è stata anche dichiarata inagibile la Casa di accoglienza della Croce Rossa Italiana che ospita 26 bambini oltre agli edifici lesionati ed evacuati per precauzione come il reparto di psichiatria dell’ospedale locale. Le persone sfollate sono state smistate in altre strutture del Bresciano.
Edifici lesionati anche a Sabbio Chiese dove sono caduti massi su una strada comunale. Evacuate 170 persone nella frazione di Clibbio per una frana, a Toscano Maderno sono state segnalate lesioni in numerosi edifici. A Vobarno sono state invece evacuate 15 persone per numerose lesioni a stabili mentre a Gardone Riviera e a Preseglie sono stati segnalati numerosi edifici lesionati e rispettivamente 38 e 35 persone evacuate. In totale sono stati sette i feriti lievi e 220 gli sfollati con 500 edifici danneggiati. Inoltre sono oltre mille le richieste di verifiche di stabilità su edifici lesionati arrivate ai vigili del fuoco. Il Dipartimento nazionale della Protezione civile ha fatto sapere che, sin dalla mezzanotte sono impegnati 450 uomini, 120 mezzi speciali e macchine per il movimento della terra e 40 funzionari tecnici chiamati ad effettuare i sopralluoghi nelle strutture lesionate. In funzione dalla prima notte anche due tendopoli, a Roe Volciano e Salò, dove hanno operato squadre dei comandi di Brescia, Milano, Padova, Verona, Pavia, Cremona e Mantova. Proprio a Roé Volciano sono state più di 300 le richieste di intervento che hanno interessato le squadre dei Vigili del Fuoco di Brescia, Milano, Lodi e Bergamo. Gli interventi maggiori, spiegano i vigili del fuoco, si sono avuti per verifiche di stabilità e per togliere materiale crollato all’interno di abitazioni dichiarate inagibili.


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