Una folla di pellegrini dai cinque continenti come non si era mai vista a Roma.
Un avvenimento previsto ma assolutamente non programmabile che ha messo
in luce, sotto gli occhi di tutto il mondo , il grado di preparazione e di efficienza
di uomini e donne dei Vigili del Fuoco, dell’Arma dei Carabinieri, della Polizia
di Stato, della Guardia di Finanza, del Dipartimento della Protezione Civile e, non ultimo ma in prima linea, del Comune di Roma con il sostegno di tutte le strutture sanitarie della città, della Croce Rossa Italiana, delle Protezioni Civili di tante altre regioni, delle strutture dei trasporti con Trenitalia e le Compagnie aeree e, infine,
con l’accoglienza e il supporto di tanti privati cittadini.
“Abbiamo dato una grande prova di efficienza. Si dimostra ancora una volta che quando gli italiani credono in qualcosa la fanno molto bene”.Con queste parole, il presidente della Repubblica Carlo Azeglio ha espresso la sua soddisfazione al ministro dell’Interno Beppe Pisanu, al sindaco di Roma Veltroni e a tutti quanti hanno collaborato alla gestione della situazione che ha vissuto la capitale dal giorno della morte del Papa fino ai funerali e alla elezione del nuovo Papa. Il presidente della Repubblica Carlo Azeglio Ciampi ha telefonato al sindaco Walter Veltroni ringraziando i cittadini per lo spirito di collaborazione che hanno dimostrato in quei giorni, per la collaborazione con le forze dell’ordine e con quanti hanno gestito e organizzato l’arrivo dei pellegrini nella capitale.
Anche la Santa Sede ha sentito il dovere di ringraziare il Governo Italiano e la città di Roma per l’impegno e l’efficienza nell’accogliere i milioni di pellegrini che hanno portato l’estremo saluto a Giovanni Paolo II partecipando alle esequie. “è stato un evento eccezionale, eccezionalmente ben gestito”: è quanto si legge in una dichiarazione diffusa dal Direttore della Sala stampa vaticana, Joaquin Navarro Valls. Ai ringraziamenti si è unito anche il presidente del Consiglio, Silvio Berlusconi: “Tutto il mondo in questi giorni ha potuto apprezzare la grande efficienza, la grande professionalità, l’attenta discrezione con cui la macchina organizzativa ha saputo affrontare e gestire un evento epocale”.
Il Dipartimento della Protezione Civile
“Molti apprezzamenti” per la qualità della gestione dell’intervento nei giorni di emergenza per la folla di pellegrini sono stati espressi all’organizzazione italiana, da parte della speciale commissione dei quattro tecnici dell’Unione Europea. La Commissione era arrivata ieri a Roma per monitorare la gestione dell’evento. Per tutta la mattinata i quattro esperti, inviati dall’unità di Protezione civile della direzione ambientale del Consiglio d’Europa, hanno girato nelle strade e nelle piazze intorno al Vaticano per osservare da vicino la gestione dei momenti critici e le comunicazioni tra le unità sul terreno e la centrale operativa della Protezione civile romana. La missione, a quanto si è appreso, servirà a creare un modello comune di intervento fra i 25 paesi dell’Unione Europea in caso di disastri, calamità naturali ed eventi eccezionali. Il direttore del Dipartimento della Protezione Civile Guido Bertolaso ha raccontato che “nella giornata di giovedì scorso aveva incontrato il presidente della Repubblica per portarlo a conoscenza di tutto l’apparato organizzativo del Dipartimento e, al di là della soddisfazione che vi ha espresso, Ciampi ha mostrato qualche preoccupazione riguardo ai bollettini metereologici che davano quasi per certa la pioggia nella giornata dei funerali: io allora gli ho espresso la mia convinzione che, noi della Protezione Civile, avremmo vinto anche questa... sfida, e i fatti chi hanno dato ragione: la pioggia non si è vista|” “Per quanta opera di garbata dissuasione abbiamo fatto - ha proseguito il Direttore - i pellegrini sono arrivati da tutte le parti del mondo e, come prima accoglienza, hanno trovato 5.000 posti letto alla Fiera di Roma predisposti dal Comune e, a Tor vergata, una tendopoli con altri 10.000 posti letto dove forse non sono riusciti però a dormire per la veglia di preghiera. La più grossa difficoltà da gestire, però, è stata l’imprevedibilità di questo avvenimento che è nato senza un meccanismo di prenotazioni e quindi di monitoraggio sugli arrivi; la domenica è stata tranquilla, il lunedì di attesa per vedere se la macchina organizzativa che ha funzionato benissimo per il martedì mentre il mercoledì è stata la giornata più difficile e però sfido qualsiasi organizzazione al mondo a gestire un milione di pellegrini in coda per 24 ore a un temperatura certo non elevata ma con tutti i disagi della lunga permanenza in piedi; tutto è andato comunque bene, al di la di tante piccole difficoltà e credo che Roma e tutto il sistema nazionale abbiano superato ieri una prova molto importante e oggi giovedì grazie ai messaggi di preavvertimento che abbiamo diffuso attraverso la stampa e fra il dolore e la grande serenità di tutti in fondo all’animo di tutti i pellegrini c’è anche la gioia per la possibilità di poter salutare da vivono questo grande uomo della storia di oggi”. “Per i pasti ai pellegrini ci siamo serviti di uno straordinario meccanismo della protezione civile che si basa sulle associazioni di volontariato, in questo caso specifico, perché quando abbiamo delle calamità naturali dobbiamo spesso creare delle tendopoli dove ospitare anche decine di migliaia di persone che sono in gravissime situazioni di difficoltà perché magari hanno perso tutto; siamo pertanto organizzati con delle cucine da campo, sulla falsariga di quelle delle forze armate, che tra l’altro servono anche esse in certi casi a noi e, con il volontariato di diverse regioni d’Italia quali gli alpini, le Croce Rossa, le Misericordie, le pubbliche assistenze, fino ad oggi abbiamo distribuito oltre 10.000 pasti e in questo momento abbiamo impegnati sul campo circa 10.000 volontari che sono venuti da tutta Italia: abbiamo tutto il settore sanitario della Croce Rossa, il ‘118’, le associazioni di volontariato della regione marche, circa un migliaio fra uomini e donne, abbiamo alcune centinaia di uomini dalle forze armate, abbiamo tutti i vigili urbani del Comune di Roma, e tutte le forze dell’ordine, circa 15.000 uomini che fanno anche il lavoro più difficile, compresa la tutela delle centinaia di delegazioni straniere; aiutano anche nella gestione delle ‘code’, fanno a tutti gli effetti parte della protezione civile i quindi abbiamo in tutto circa 30.000 uomini e donne che stanno lavorando da quattro giorni in questa città dando un loro personale contributo di omaggio a questo grande pontefice. Vi sono stati ovviamente interventi di assistenza per svenimenti, per ipoglicemia, ma vi sono persone che hanno fatto anche venti ora di coda e hanno avuto solo da bere l’acqua fornita da noi, non hanno mangiato nulla e abbiamo quindi avuto situazioni molto meno serie di quello che avrebbe potuto accadere grazie, ripeto, a un meccanismo di controllo mai visto prima d’ora. Vi sono stati anche alcuni casi più gravi come alcune fratture, la frattura di un femore, un paio di infarti, due arresti cardiaci, tutti recuperati, tranne una straniera che è morta istantaneamente in piazza per un infarto fulminante anche se è stata soccorsa immediatamente dalla croce rossa del vaticano”
L’apparato di sicurezza
L’apparato di sicurezza, diretto personalmente dal ministro Pisanu al Viminale, è stato assolutamente senza precedenti: quattro coppie di intercettori pattugliano il cielo, telecamere sugli elicotteri della polizia e, al minimo segnale di pericolo, altri velivoli sono pronti a intervenire. Batterie missilistiche della contraerea, collegate con un velivolo intercettore radar, sono state schierate nei dintorni di Roma, il Tevere, non navigabile per è stato battuto dai gommoni della polizia, blindato ponte Garibaldi. Tutte le immagini delle telecamere posizionate in ogni angolo della zona confluiscono in un apposito centro di raccolta al Viminale. Ogni angolo di piazza San Pietro è stato controllato dagli artificieri antisabotaggio della polizia, impiegate anche unità cinofile addestrate per ‘fiutare’ eventuali tracce di esplosivo e i controllo all’interno della piazza non hanno risparmiato davvero nessuno: non è passata alcuna borsetta, borsa, zaino o valigia che non sia stata minuziosamente analizzata con i metal detector. Un esercito di volontari, 8.000 della protezione civile sono giunti da tutta Italia cui si sono aggiunti 2.000 boys scout. Quattro milioni di litri di acqua sono stati distribuiti ai pellegrini. Nel corso della trasmissione televisiva “Porta a porta” il ministro dell’Interno Pisanu e i responsabili delle forze dell’ordine il generale Luciano Gottardo per l’Arma dei Carabinieri Polizia, Gianni De Gennaro per la Polizia di Stato e il generale Roberto Speciale per la Guardia di Finanza, hanno sottolineato la validità del collegamento strettissimo tra le forze dell’ordine e i servizi di informazione, oltre alla collaborazione perfetta tra forze dell’ordine, Protezione Civile e Comune di Roma e terza la straordinaria compostezza dei pellegrini e il grande spirito di accoglienza della città di oma tornata per un giorno a diventare caput mundi, non per i suoi eserciti ma il suo Papa.
Il Capo della Polizia De Gennaro ha posto l’accento sul pesante lavoro “effettuato ai valichi di frontiera ai treni e alle autostrade e già la percezione di un aumento della viabilità come a Tarvisio varco che prevedeva anche l’arrivo dalla Polonia di decine di migliaia di automezzi significava anche a predisporre meccanismi di controllo con il supporto su Roma dove sarebbero sarebbero stati poi gestiti”. Ha anche sottolineato l’importanza del lavoro di sorveglianza per i luoghi dove erano andate ad alloggiare le personalità arrivate da tutto il mondo e i cardinali stessi. Anche il generale Gottardo ha toccato questo stesso problema “abbiamo accolto circa 1700 personalità che sono state tutte protette, anche se erano arrivate il forma privata”. “Si è trattato quindi di mettere in piedi un dispositivo imponente - ha detto il Comandante dell’Arma - che si e dovuto occupare di delegazioni appartenenti a paesi e organizzazioni internazionali tra cui vi sono stati 81 capi di stato, vice capi di stato e reali, 39 capi e vice capi di governo, 110 ministri, 16 autorità religiose e poi 1.600 soggetti istituzionali al seguito delle delegazioni. La difficoltà è stata quella di assicurare la sicurezza sia per garantirne la tutela ma anche per assicurare il movimento e la sincronia con tutte le diverse fasi della cerimonia: se non avessimo predisposto una organizzazione cronologicamente perfetta, arrivare in massa e contemporaneamente - ha sottolineato - avrebbe comportato una dimostrazione di inefficienza con pericoli di attese certo non gradite”. Il Comandante della Guardia di Finanza, gen. Roberto Speciale ha sottolineato il problema della complessità della sorveglianza su tutta la città: “Noi, oltre a fare in termini percentuali la metà di quanto hanno fatto i carabinieri e la polizia di stato, abbiamo avuto un lavoro straordinario legati al controllo dei prezzi che veramente stavano quasi per impazzire: abbiamo dovuto dispiegare 455 pattuglie, abbiamo fatto più di 3000 interventi elevando oltre 500 contravvenzioni e ci siamo mossi anche contro i tassisti abusivi che sono scomparsi”
Alla trasmissione ha partecipato anche il sindaco di Roma Walter Veltroni. “Roma è una città di 2.600.000 abitanti - ha detto - e ha vinto con l’amore e l’efficienza la sua sfida più difficile. In questi giorni nella nostra città sono affluiti milioni di fedeli che hanno voluto esprimere il dolore e l’affetto per Giovanni Paolo II. La città ha accolto tutti e a tutti ha consentito di vivere questa straordinaria esperienza e, praticamente è come se la capitale si fosse raddoppiata in questi giorni. Pensiamo, ad esempio, solo ai mezzi di trasporto, autobus, metropolitana, taxi e quello che noi abbiamo cercato di fare è stato quello di portare queste persone dai punti di arrivo ai centri di raccolta. In accordo con la Guardia di Finanza abbiamo anche fatto con tanti gestori abbassando il prezzo del caffè a 0,50 centesimi”.
I fedeli in Piazza San Pietro per i funerali hanno toccato la cifra di un milione. Ovviamente non tutti sono riusciti ad arrivare nell’emiciclo del Bernini ma si sono assiepati in raccoglimento in via della Conciliazione o anche nelle strade limitrofe, su Ponte Sant’Angelo e su Ponte Vittorio Emanuele. Il resto dei fedeli ha partecipato davanti ai maxischermi allestiti nei punti nevralgici della città comprese le basiliche. Attorno alla Basilica di San Pietro e alla città del Vaticano, su indicazione delle forze dell’ordine, sono stati lasciati diversi spazi vuoti per garantire le necessarie vie di transito: alcune parti di via della Conciliazione, di piazza Pio XII e di alcune zone di piazza San Pietro, non sono state occupati dai fedeli.
Foto di Massimo Sestini
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