“Come questore di Roma debbo dire che ‘mi è andata molto bene anche se di sicuro in quel periodo, che è stato bellissimo, abbiamo avuto momenti di grande tensione o di grande impegno istituzionale. Faccio qualche esempio: l’arrivo di Bush a Roma, oppure con il semestre europeo, il summit della Nato a Pratica di Mare, o lo scoppio della guerra in Iraq: sono stati momenti particolarmente delicati che sono stati però superati con grande serenità e con il prezioso impegno di un gruppo di funzionari alla Questura con cui avevamo fatto ‘squadra’; la ben nota serata della partita sospesa allo Stadio Olmpico è stata sotto certi aspetti forse la più ‘divertente’, certo far virgolette, ma eccezionalmente positiva perché eravamo coscienti che dovevamo fare defluire il pubblico da uno stadio gremito e che era anche nervoso sia per la falsa notizia della morte di un ragazzo: tutto si è risolto al meglio”
Con queste parole il neo Prefetto Nicola cavaliere, ricorda le sue vicende come Questore di Roma all’indomani della sua nomina alla direzione del DAC, La Direzione Anticrimine Centrale della Polizia di Stato. Ripercorrendo a ritroso il suo lavoro come responsabile dell’ordine pubblico nella capitale, Nicola Cavaliere ricorda anche quanto nel rapporto con i centri sociali, o con i tanti gruppi politici estemporanei, sia stata complessa la gestione del territorio di Roma “che e grande come Firenze Bologna Milano Bologna Torino messe insieme, con tanti quartieri periferici che cambiano di giorno in giorno e che sembra non abbiano nemmeno le strade per quanto è difficile dar loro una corretta localizzazione”. In questo quadro, sottolinea il Prefetto “la cosa più complessa è stata quella di gestire l’emergenza, affrontare cioè tutto ciò che non era programmato o preavvisato; tanto per continuare negli esempi - prosegue - quando scoppiò la guerra in areivarono in centro a una ventina di cortei spontanei di dimostranti che erano partiti da quartieri e borgate dirigendosi verso i palazzi istituzionali: non eravamo certo preparati a questa emergenza e allora, in questo caso come in tanti altri, solo il dialogo e la preparazione professionale, uniti anche a qualche piccolo trucco del mestiere, ci hanno permesso di affrontare le situazioni più complicate evitando di trovarci dentro a fatti spiacevoli e senza, soprattutto, aver mai dovuto fare ricorso alla forza”.
Sul fronte della criminalità, mafia, ‘ndrangheta, banda della Magliana o il grande mistero italiano di Emanuela Orlandi, l’arresto di Renato Vallanzasca e quello di Pippo Calò, le nuove e le vecchie brigate rosse, lo smantellamento di Prima Linea con l’arresto di Michele Viscardi e la liberazione di Dante Belardinelli (l’industriale del caffè sequestrato negli anni ‘80), tutto ciò nel curriculum di Cavaliere che entrò in polizia nel 1975 come capo squadra mobile di Bergamo. Tutti i fatti di grande cronaca che il Prefetto ha gestito, hanno riempito le cronache dei giornali per oltre 30 anni in tante grandi piazze italiane.Trent’anni passati in prima linea e, concluso l’impegno come Questore, a Nicola Cavaliere, su proposta del ministro dell’Interno Pisanu, il Governo ha affidato il nuovo e prestigioso incarico; la direzione della DAC .
Negli obiettivi della nuova superstruttura investigativa il volto e il nome di quel ‘una bomber’ che da anni terrorizza l’Italia del nord est o l’arresto dei superlatitanti Bernardo Provenzano o di Andrea Ghira, il massacratore delo Circeo. Alla nuova Direzione faranno capo tutte le attività investigative e di prevenzione della Polizia di Stato con il coordinamento delle squadre mobili italiane nonché delle indagini sulla criminalità organizzata: anche in questo campo interventi della Polizia Scientifica in quando dalla DAC dipenderà anche questo settore “La Scientifica è oggi una grossa realtà . afferma Cavaliere - che potrà meglio consolidarsi nella nuova sede che abbiamo in via Tuscolana con laboratori di grande prestigio e di avanguardia e questa specializzazione - sottolinea - festeggia quest’anno i suoi cento anni di lavoro”
“Per il Servizio del controllo del territorio . prosegue il Direttore - vi sarà un nucleo di 1200 uomini particolarmente addestrati nei posti di blocco e nei presidi di zone particolari dislocati un po’ in tutta Italia; questi specialisti saranno il lungo braccio operativo delle attività sul campo delle diverse squadre mobili italiane quando si tratterà di operazioni a largo raggio”. Non sarà quindi un servizio che potrebbe sembrare destinato esclusivamente di coordinamento delle volanti o dei poliziotti di quartiere ma sarà un nucleo che vive soprattutto sui territori più a rischio, con uomini che si muovono su macchine veloci e intervengono a seconda delle necessità dell’autorità provinciale della polizia, Sotto la Direzione della DAC anche la Unità di Analisi sul Crimine Violento, la gestione cioè di questo settore specialistico che fa parte dell a scientifica e che si occupa soprattutto dei crimini cosiddetti seriali, anche se non necessariamente si esprimono nel delitto. “A questo proposito per quanto riguarda la caccia a una bomber, il capo della UACV, il dr. Bui, sta lavorando a Padova in stretta collaborazione con le procure di Venezia e Trieste e con una apposita struttura interforze nella quale vi sono elementi specializzati di polizia e carabinieri, tutti in una stessa sede fisica e in uno stesso gruppo”.
“Uno degli oiettivi primari nella DAC è quello di creare un struttura che possa essere ‘servente’ cioè operativa per la tante squadre mobili, soprattutto in periferia, che non hanno la forza di uomini e quella specializzazione sul territorio necessaria nell’attività di prevenzione e soprattutto di intelligence; altro obiettivo è essere di supporto ai tre servizi operativi che già esistono sul territorio: i gruppi investigativi in Sicilia, in Calabria, a Padova a Napoli”.
C’è chi ha paragonato la DAC all’americanissima Fbi, ma il prefetto Cavaliere la pensa diversamente: “ è una trovata giornalistica perché dall’Fbi ci dividono competenze specifiche. L’Fbi si occupa di reati federali e opera in assoluta autonomia. Noi lavoriamo in piena condivisione del territorio e in sintonia con le Squadre mobili locali. Non solo — prosegue il Prefetto — l’Fbi si occupa di reati politici. Noi no. Per il terrorismo abbiamo l’Ucigos e infatti - conclude - la specializzazione sul terrorismo investe una problematica che non esiste nella nuova Direzione”
Nella foto il Prefetto Nicola Cavaliere
(Foto di Rino Barillari - "Il Messaggero")
|