Il giudice Ferdinando Imposimato sui nuovi pericoli per l'Italia
“Ho avuto il privilegio di parlare a nome della gloriosa ANPI per ricordare, in modo non rituale, soprattutto ai giovani ma anche ai meno giovani, il sessantesimo anniversario della Liberazione dell’Italia dalla dittatura del fascismo e lo ho fatto nel momento in cui vi è chi, manipolando la storia, vuole una legge che renda uguali i partigiani che lottarono per liberare l’Italia e i repubblichini di Salò che aiutarono i nazifascisti negli eccidi contro la popolazione civile”. Con queste parole il giudice Ferdinando Imposimato, il magistrato napoletano da sempre impegnato nella lotta per la difesa dei valori della libertà nel Paese oltre che nella lotta ai poteri criminali risponde alle nostre domande dopo il suo intervento del 25 aprile scorso sulla piazza del Campidoglio. Alla manifestazione per celebrare la ricorrenza della Liberazione il Sindaco di Roma Walter Veltroni, il Presidente della Provincia Enrico Gasbarra e quello della Regione Piero Marrazzo.
“Oggi ci troviamo di fronte a chi vuole una riforma eversiva che intacca i principi cardine della Costituzione e della democrazia parlamentare - prosegue il magistrato - e il cancellare la memoria della lotta di liberazione significherebbe tradire lo spirito della Costituzione: che Moro, Calamandrei, Dossetti e tutti i padri costituenti vollero ‘antifascista’ come il frutto- disse Moro nel 1947 all’Assemblea Costituente- della comune opposizione di tutti i democratici, cattolici popolari, comunisti, socialisti, repubblicani, azionisti di Giustizia e Libertà e liberali, di fronte a quella lunga oppressione fascista dei valori della personalità umana e della solidarietà sociale”
“Moro disse - prosegue Imposimato - non possiamo prescindere da quello che è stato il fascismo nel nostro paese un movimento storico che ha travolto la coscienza e le istituzioni; non possiamo dimenticare quello che è stato, perché questa Costituzione oggi emerge da quella resistenza e da quella lotta per le quali ora ci troviamo insieme per l’affermazione dei valori supremi della dignità umana e della vita sociale. Moro concluse sostenendo che sarebbero stati guai a noi, se per una malintesa preoccupazione di serbare pura la nostra Costituzione da una infiltrazione di motivi partigiani, dimenticassimo questa sostanza comune che ci unisce” (Moro 1940-1947 edizione ‘Cinque Lune’ p. 454)
“Abbiamo oggi in Parlamento una maggioranza, che ignora la volontà della maggioranza dei cittadini vuole una riforma che stravolge la seconda parte della Costituzione e intacca i diritti fondamentali riconosciuti dalla prima parte. Aldo Moro , con intuizione profetica, fin dall’aprile del 1948, aveva denunciato con forza il pericolo abbastanza grave, che gruppi o individui , modificando la seconda parte della Costituzione, fossero indotti ad avversare anche i principi consacrati nella prima parte inerenti alla natura ed alla dignità della persona umana , principi che - egli ammonì- non dovrebbero mai essere oggetto di revisione costituzionale perché alterarli significherebbe condannarsi al ridicolo , al disordine, alla tragedia. E perciò è necessario che tutti gli uomini di buona volontà siano concordi nella difesa di quei principi fondamentalmente umani e cerchino di trascriverli, prima che sulla carta, sulla viva pagina dei cuori. ( Aldo Moro , scritti e discorsi 1940- 1947 edizione ‘Cinque Lune’). Oggi quel pericolo si sta concretizzando con l’attuale riforma costituzionale ed esso è tanto maggiore perché dei 53 articoli cambiati , 15 entrano in vigore subito e riguardano la devolution e la Corte Costituzionale”.
“Il federalismo imposto dalla lega intacca settori fondamentali per la vita dei cittadini quali la scuola , la sanità e la sicurezza. La scuola non sarà più il luogo del confronto pluralistico di giovani di diverse culture, etnie e religioni ma quello in cui la formazione dei giovani si frantumerà nelle varie regioni a seconda delle diversità ideologiche , religiose ed etniche, con il vanificarsi della speranza di costruire una comune cittadinanza democratica secondo i principi di solidarietà e tolleranza”.
“Nella sanità saranno avvantaggiate le Regioni più ricche e fortunate di fronte alle regioni più povere meno garantite rispetto ad un bene primario quale è il diritto alla salute Ciò vulnera la idea unitaria dello Stato pensata dai padri costituenti quale ‘forma fondamentale di solidarietà umana’ . E vulnera il principio ( art. 2) secondo cui è ‘compito della Repubblica adempiere ai doveri inderogabili di solidarietà politica economica e sociale’.”
“La Corte Costituzionale - sottolinea - con l’aumento dei giudici designati dal Senato federale, diventerà un organo della maggioranza e perderà il ruolo di giudice indipendente delle leggi incostituzionali, che ha già bocciato la legge sulla immunità del Primo Ministro, il condono edilizio e la legge Bossi Fini, perché in contrasto con i principi di eguaglianza e di legalità. E si accinge a bocciare la pretesa di condizionare il potere di grazia del Presidente della Repubblica al concerto con il Ministro della Giustizia. I padri costituenti vollero la Corte per creare una estrema barriera contro il tentativo di attentare all’essenza della democrazia”.
Riguardo agli attacchi più o meno espliciti che oggi si fanno al Capo dello Stato Ferdinando Imposimato ricorda che “il Presidente della Repubblica, che, come diceva Calamandrei, è la viva voce della Costituzione e il simbolo della unità nazionale, perderà la sua altissima funzione di garanzia perché non disporrà più del suo potere di filtro delle leggi e di scioglimento delle camere fino a essere ridotto a una mera funzione notarile di ratifica delle scelte del Primo Ministro”.
“Sui diritti inalienabili dei cittadini inciderà la delegittimazione del parlamento nazionale che legifera sui diritti e libertà fondamentali dei cittadini, sul lavoro, sulla indipendenza dei magistrati, sul pluralismo della informazione, sui sistemi elettorali e sui conflitti di interesse; esso perde la sua centralità e la sua libertà perché può essere condizionato dal perverso congegno che unisce voto bloccato e questione di fiducia posta dal primo ministro, il quale potrà limitare in tal modo la libertà di voto dei parlamentari della maggioranza , con la minaccia dello scioglimento delle camere”.
“L’indipendenza della magistratura sarà compromessa dallo svuotamento del potere del CSM - aggiunge il magistrato - poiché la selezione, nomina e carriera dei magistrati, saranno esercitate dal Ministro della Giustizia attraverso speciali commissioni controllate dall’esecutivo; il Governo potrà nominare capi di uffici giudiziari a sua scelta, ed avere giudici subalterni al potere politico, come avveniva una volta, ai tempi delle stragi di piazza Fontana e di Portella delle Ginestre. Con la impunità dei responsabili. La riforma che il Governo vorrebbe portare avanti è un vero e proprio mostro fondato sulla logica perversa dello scambio tra i principi costituzionali e la sopravvivenza della maggioranza. Ma qui è il punto. Poiché laddove la Costituzione è violata , la stessa democrazia è in pericolo”.
“Dopo che con leggi truffaldine è stata intaccata la libertà di informazione ed il diritto alla dignità del lavoro, la situazione è aggravata dal controllo sempre più intenso da parte del governo dell’istruzione pubblica e della formazione dei giovani - conclude Ferdinando Imposimato - e per fare fronte alla emergenza democratica, serve una forte mobilitazione sociale. Questa fase storica che stiamo vivendo è un vero passaggio è critico e non permette tentennamenti di sorta. Ci rivolgiamo al Presidente della Repubblica perché prendendo atto del fatto che la maggioranza parlamentare dopo il voto delle regionali è diventata è minoranza nel paese, valuti la opportunità di sciogliere il Parlamento, per adeguare la rappresentanza popolare - disse Moro all’assemblea costituente del 1947- ai reali mutamenti della opinione pubblica al di fuori della durata normale della legislatura. ( atti della Costituzione vol. V. p 3546, 24 ottobre 1947). Se ciò non avviene , tocca a tutti gli italiani, al di là delle loro appartenenze politiche , demolire con il referendum abrogativo l’edificio illiberale e antidemocratico costruito da un gruppo di politici in una baita di Lorenzago, senza nessun mandato popolare. Da un gruppo che vuole stravolgere una Costituzione che è nata sulle montagne con il sacrificio dei partigiani e racchiude la coscienza civile e morale degli italiani”.
“Calamandrei diceva che dietro ogni articolo di questa Costituzione ci sono giovani come voi caduti, caduti combattendo, fucilati, torturati, impiccati, giovani che hanno dato la vita perché le parole giustizia , libertà e uguaglianza fossero scritte su questa Carta. Dovunque è morto un italiano per riscattare la libertà e la dignità, andate lì col pensiero, perché lì è nata la nostra Costituzione e la nostra democrazia”.
Nella foto: Il giudice Ferdinando Imposimato in Piazza del Campidoglio alla manifestazione del 25 aprile
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