Da sempre i grandi lavori ferroviari sono stati occasione di conoscenza e tutela del patrimonio archeologico. Notevoli sono stati i ritrovamenti durante i lavori per le linee veloci Torino-Milano-Napoli, le navi romane di San Rossore, il recupero della Basilica di Massenzio
La realizzazione degli oltre 630 chilometri delle nuove linee AV ha rappresentato una insostituibile occasione per la sperimentazione e il consolidamento di un nuovo rapporto tra grandi opere e archeologia. La vastità dei lavori ferroviari per l'Alta Velocità in territori particolarmente ricchi di testimonianze del passato, ha infatti richiesto un grande impegno teorico e pratico delle istituzioni e del Gruppo Ferrovie dello Stato per arrivare a definire una modalità di gestione dei ritrovamenti — molti dei quali di grande interesse scientifico - che consentisse di portare avanti di pari passo le esigenze di sviluppo infrastrutturale e di tutela del patrimonio storico, due interessi ugualmente pubblici e ugualmente fondamentali per il Paese.
Nel quadro di questo approccio metodologico sviluppato insieme al Ministero per i Beni e le Attività Culturali, ingegneri ed operai impegnati nella realizzazione delle linee Alta Velocità hanno lavorato anni fianco a fianco con archeologi e paleoantropologi sotto la direzione delle Soprintendenze, contribuendo, oltre che alla realizzazione delle linee ad Alta Velocità, anche alla valorizzazione e alla conoscenza di un grande patrimonio archeologico e scientifico.
Oggi, con l'ausilio delle tecnologie multimediali e l'utilizzo delle ricostruzioni virtuali 3D le conoscenze sul territorio antico sono messe a disposizione del grande pubblico attraverso un approccio ad un tempo divulgativo e rigorosamente scientifico.
A sei mesi dall'attivazione della linea Roma-Napoli, apre la serie di pubblicazioni il DVD "Archeologia TAV in 3D Lazio" realizzato insieme alla Soprintendenza del Lazio e dedicato ai principali siti archeologici indagati lungo i 130 km laziali della linea.
Costruire e rinnovare infrastrutture di mobilità essenziali per il futuro e per lo sviluppo nazionale significa inevitabilmente, in un paese come l'Italia, venire a contatto con le vestigia del passato. Il Gruppo Ferrovie dello Stato, attraverso RFI, la Società che gestisce l'infrastruttura ferroviaria, si è sempre confrontato con l'esigenza di adottare appropriate politiche di tutela e valorizzazione come principio base di ogni nuovo progetto.
La storia delle ferrovie si intreccia con la storia di nuove scoperte sul nostro passato: Giuditta, la più bella e meglio conservata delle navi romane di San Rossore vicino a Pisa, per venire alla luce aveva atteso i lavori per il Posto Centrale del Sistema di Comando e Controllo SCC della linea ferroviaria tirrenica Genova — Roma. Oggi è protetta e salvaguardata insieme ad altre navi romane, circa venti, rinvenute nell'area e rappresenta una delle più suggestive scoperte archeologiche degli ultimi anni.
Andando indietro nel tempo, già nel 1917, in occasione di lavori su un binario situato vicino Porta Maggiore, nel centro di Roma, venne rinvenuta una Basilica sotterranea del I secolo D.C. , decorata con stucchi e mosaici. Le Ferrovie realizzarono un grande progetto di tutela e salvaguardia per conto dell'allora Ministero dell'Istruzione Pubblica. In tempi più recenti RFI è intervenuta nuovamente sulla struttura ferroviaria per meglio salvaguardare il monumento ipogeo.
Negli ultimi anni la realizzazione delle linee ad Alta Velocità Torino-Milano-Napoli, con la loro grande estensione attraverso il territorio di 6 regioni e più di 150 comuni, ha consentito di studiare oltre 300 importanti siti archeologici, di cui oltre 50 di grande valore scientifico.
Solo sulla Roma-Napoli, dove sono state realizzate indagini archeologiche in media ogni 500 metri. La nuova linea, che entrerà in esercizio a fine 2005, ed adotterà, per la prima volta in Europa, tecniche innovative (ERTMS/ETCS 2) per garantire la sicurezza dei treni a 300 km/h, è anche la linea che attraversa il territorio più ricco testimonianze archeologiche.
Realizzate con tecnologie d'avanguardia da TAV — società di RFI per le linee AV/AC -le nuove linee hanno considerato il territorio e il patrimonio storico-archeologico come un dato fondamentale di cui tener conto sin dalla prima definizione dell'opera. In sinergia con le Soprintendenze Archeologiche, i tracciati del futuro vengono studiati per minimizzare il rischio di interferire con i beni del passato: all'individuazione del tracciato di minore impatto, segue il monitoraggio archeologico del territorio. Attraverso metodi differenziati — dalla fotorilevazione aerea allo studio delle fonti — viene tracciata una mappa archeologica sulla cui base programmare gli interventi sul patrimonio antico individuato riducendo al massimo la possibilità di ritrovamenti fortuiti durante i lavori.
Quindi, durante l'attività in campo, per i siti portati alla luce nel corso delle indagini preliminari, sono definiti di volta in volta insieme alle Soprintendenze Archeologiche gli interventi sugli ulteriori reperti.
Per tutti i ritrovamenti sono previsti scavi, acquisizioni documentali e pubblicazione dei risultati degli studi. A seconda della rilevanza dei beni sono definite le attività per la salvaguardia e la valorizzazione: dallo scavo integrale anche fuori del tracciato ferroviario, agli interventi per consentire la fruizione del ritrovamento e la sua conservazione- compresi il restauro e l'allestimento di aree museali - fino a soluzioni infrastrutturali alternative di minore impatto in caso di ritrovamenti di estrema importanza.
Il laboratorio di questa metodologia è stato il Lazio. Nelle diverse fasi realizzative della Roma-Napoli, la prima linea AV ad entrare in cantiere, la Soprintendenza per i Beni Archeo-logici del Lazio ha infatti impostato il percorso di gestione archeologica che, lungo i 130 km di tracciato che attraversano la regione, da Zagarolo a Cassino, ha portato ad evidenziare:
- lo scavo archeologico di circa 50 siti (per oltre il 90% individuati grazie al monitoraggio archeologico) di cui oltre 20 di grande importanza scientifica,
- lo studio anche oltre l'area del tracciato ferroviario, di una villa romana a Cardegna, dotata di ampia area termale e di mosaici di pregevole fattura salvaguardata grazie a una variante tipologica dell'opera ferroviaria,
- lo scavo integrale del santuario di Colle della Noce, che verrà inserito in un percorso archeologico,
- la creazione di un nuovo museo a Valmontone e di una nuova sezione nel museo di Segni, per la fruizione dei reperti della necropoli e degli insediamenti artigianali e produttivi di Colle dei Lepri, della stazione di sosta con area termale e della fornace di Colle Pelliccione, della carbonaia di Colle Carbone, del tratto di Labicana antica a Tre Acacie con una stazione di sosta e di un ponticello, nonché del santuario di Colle della Noce;
- la musealizzazione di reperti del paleoambiente di Ceprano nel museo di Pofi,
- la pubblicazione di numerosi studi e, oggi, la pubblicazione delle nuove conoscenze sull'uso antico del territorio nel DVD "Archeologia TAV in 3D - Lazio".
Nel quadro della valorizzazione del patrimonio archeologico, un impegno importante delle Ferrovie è infatti rivolto alla diffusione delle nuove conoscenze messe a disposizione della comunità scientifica e del grande pubblico. "Archeologia TAV 3D", una serie di DVD sui ritrovamenti durante i lavori AV realizzata con le Soprintendenze, Archeologiche competenti, utilizza le più avanzate tecniche di ricostruzione tridimensionale e un ricco apparato di documentazione iconografica e testuale.
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