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Del seguente articolo:

/2005 -
Editoriale
Matilda 2005’, un test necessario
Andrea Nemiz


Da qualche parte, con un termine assurdo, si insinua che nelle tante manovre militari che si svolgono in tutto il mondo, qualcuno si diletti un po’ troppo a ‘giocare alla guerra’. Così si sarebbe anche ironizzato per ‘Matilda 2005’, le recenti prove di emergenza a Roma con la simulazione di finti attentati terroristici, e su quelle di Milano il mese scorso. E in chissà quante altre città ci si eserciterà ancora. Certo, con la finzione forse un po’ troppo da set - manichini denudati sotto al Colosseo o, a Milano, qualche eccesso dei truccatori al rosso pomodoro - le ironie sono fiorite anche perchè non tutto è andato liscio. Il traffico nella capitale, nonostante i preavvisi, è andato in tilt, complice una pioggia insistente. In tanti si è mal digerita la fiction con i suoi pesanti ritardi.
A fronte di sciocche dissertazioni, però, può realmente qualcuno sostenere che nella malaugurata ipotesi di attentati l’intero apparato di emergenza, o quello di e difesa possano vivere di improvvisazioni?
Possono davvero - al di là fondamentale lavoro politico e di intelligence contro il terrorismo - le Forze di Polizia, quelle dei Vigili del Fuoco o tutta la Protezione Civile presentarsi a un ipotetico appuntamento con una preparazione approssimata? E che dire delle strutture sanitarie che dovrebbero accogliere feriti dilaniati, le camere operatorie o quelle di decontaminazione, la Croce Rossa, il personale paramedico, i vigili urbani, possono anche costoro lavorare senza sincronizzarsi? I meno giovani ricordano, anche se l’esempio non è calzante, gli autobus di Bologna che, dopo l’attentato nella sala d’aspetto della stazione, trasportavano negli ospedali persone straziate... Certo la specializzazione ad hoc di ciascuna delle forze che verrebbero coinvolte in una tragedia, deve essere già di per sè elevata. Ma, per lavorare tutti in glaciale sincronia, come la mettiamo?
Qui non si tratta ormai di esorcizzare un dramma, si tratta di essere pronti ad affrontare professionalmente, e in tempi certi, qualsiasi eventualità. L’addestramento a tavolino per interventi h24, e poi le prove sul territorio, sono essenziali. Anche se ci si augura di non doverle mai attuare.
Nel valutare il tempo reale qualcuno si sarebbe stupito che le ambulanze, sui tre attentati simulati a Roma, siano arrivate sul posto con circa 20 minuti di ritardo! Solo chi non conosce le strade del centro storico o, peggio, non è in buona fede, può dare spazio a rilievi negativi su una mai scritta cronometria ufficiale. La verità è un’altra: con la pioggia, un giorno infrasettimanale, il traffico di primo mattino con scuole e uffici in piena attività, questo tempo è già buono. Se lo si può migliorare con le ‘esercitazioni’, ben vengano. Anche quelle sul campo, sia militari che civili o sanitarie.
Il prefetto Achille Serra e il sindaco Walter Veltroni, le due autorità che hanno la responsabilità di governare la sicurezza nella capitale e godono della piena fiducia dei cittadini, hanno annotato spostamenti e tempi che, rispetto alle previsioni non sarebbero andati al meglio. Anche un accenno alla manifestazione dei no global (peraltro ironica nei suoi cartelli ‘ma che state a fà... ma uscite dalla guerra...’): nella complessa organizzazione delle prove, questo imprevisto è stato valutato con una certa indulgenza, quasi come uno dei tanti ipotetici inceppi che potrebbero emergere nel corso di una situazione vera. Ma, di là di una valutazione complessivamente costruttiva della mattinata ‘di morte’, ciò che non ha funzionato alla perfezione serve comunque a metterne in evidenza i lati critici per studiarne i problemi e porvi rimedi.
Un’ultima annotazione, fuori dalle ironie. Scorrendo le cronache sarebbe emerso che il nome alle ‘manovre’ a Roma, ‘Matilda’, sarebbe stato suggerito proprio dal Prefetto cui è recentemente arrivata una nipotina. Non sappiamo se ciò è proprio così ma, se vero fosse, ci piacerebbe pensare che, al di là dell’uomo di ferro che scaturisce dall’operato di Serra, si cela anche una figura di famiglia molto intensa, quella del nonno, con tutti i suoi affetti. E forse anche qualche plausibile debolezza.

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Si ringrazia il Dipartimento dei Vigili del Fuoco di New York per il servizio che abbiamo realizzato sulla loro struttura. In copertina la prima pagina del “Calendario degli Eroi”, pubblicazione ufficiale del Dipartimento che si stampa ogni anno. Il Calendario, che è strutturato su 16 mesi, lo si può trovare sul sito del Dipartimento (www.fdnyfirezone.org) ed è aquistabile sia in rete che nella
loro“Fire Zone” al Rockefeller Center, 34 West 51 Street (fra la la 5th e la 6th Avenue) a New York.
Le fotografie di quest’anno sono di Alan “BATTMAN” Batt e il costo dell’opera è di 15,95 dollari. Una parte significativa del ricavato della vendita è devoluto al “FDNY Fire Safety Education Fund”.
Ancora in copertina, e all’interno del servizio, immagini dal volume
“F.D.N.Y. An illustrated History of the Fire Department of the city of New York” (136 pagine con 182 illustrazioni storiche a colori e in b/n), anch’esso in vendita presso la “Fire Zone” al prezzo di 17,95 dollari. Il volume può anche essere richiesto alla W.W. Norton & Company, Inc.,
500 Fifth Avenue, New York, NY 10110 - Tel. 233-4830 Fax 458-6515 (www.wwnorton.com)


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