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Del seguente articolo:

/2005 -
Vigili del Fuoco di New York
FDNY, gli eroi dell'11 settembre
Ugo Rodorigo


Il mitico Fire Department di New York ha avuto il prestigioso riconoscimento per la grande abnegazione, coraggio
e professionalità che i suoi uomini hanno dimostrato nella tragedia delle Torri Gemelle nel 2001.
Ad anni distanza sono state rese note le drammatiche registrazioni dai loro ponti radio nelle ore in cui migliaia
di persone persero la vita nell’attentato terroristico. Circa 360 Vigili del Fuoco persero la vita nel soccorrere i sopravvissuti.
Da allora la bandiera americana è sempre issata su ogni ‘truck’ dei pompieri che opera nell’immensa capitale.


L'aspetto che coglie immediatamente l'attenzione del visitatore di New York è la grande quantità di bandiere a stelle e strisce presenti ovunque: nelle fantasmagoriche 'luminarie' di Times Square con i più giganteschi schermi lcd che esistano al mondo, nei festosi ed immensi banner che tappezzano i grattacieli, su tanti, tanti taxi che issano questo piccolo simbolo patriottistico, così come in molte auto private. Distinti manager indossano orgogliosi la spilla con l'american flag, per non parlare, infine, delle enormi bandiere sui trucks, del FDNY, il Fire Department, i pompieri di New York, divenuti eroi nazionali. Dalla data dell'11 settembre del 2001 quando 360 di loro persero la vita nel tentativo di salvare vite umane nel rogo delle Twin towers.
Per chi passeggia nelle immense strade della 'grande mela’ che hanno al centro - non ai lati come avviene da noi - le corsie perennemente libere riservate ai mezzi di soccorso, i favolosi, colorati e scintillanti mezzi dei Vigili del Fuoco, dotati di sirene a due, tre, quattro tonalità e di luci sgargianti quasi da fare invidia a una festa psichedelica. I loro potenti mezzi ‘imperversano’ sulla metropoli con grappoli di uomini bardati per la battaglia contro le fiamme. Nella parte posteriore un alto pennone issa al vento la bandiera nazionale che svolazza al vento. Nelle corse dei questi attrezzatissmi mezzi nel traffico, quasi tutti dotati di autoscale la gigantesca bandiera sventolante, svetta su tutto. Nell'incrociare questi pompieri in piena azione, si scopre che il sentimento dell'orgoglio nazionale è comune a tutti. La flessuosa e coloratissima bandiera al vento è un sentimento che raccoglie l'intera città .Cittadini di ogni ceto, di ogni età, di ogni razza.
Per ricordare a quattro anni di distanza il sacrificio dei quegli eroi nazionali che in una manciata di drammatici minuti hanno dato la vita per la salvezza di tanti esseri umani imprigionati nel World Trade Center andiamo a leggere qualche passo dalle oltre 12mila pagine di trascrizioni, delle voci di 503 pompieri che il mattino dell'11 settembre 2001 entrarono in azione pochi secondi dopo lo schianto dei due jet sulle torri gemelle. Sono le ultime voci dall'interno, testimonianze finora inedite destinate a rafforzare l'immagine di ‘eroi’ che dall'11 settembre 2001 circonda questi pompieri di New York.
Accade ancora spesso che queste trascrizioni possano ancora oggi essere ascoltate in ‘live’ su molti media on line americani, dopo che il Dipartimento dei vigili del fuoco ha reso pubblica questa grande mole di informazioni registrate alla loro sala radio e da tanti radioamatori privati la mattina dell'11 settembre 2001.

La radio dei pompieri

Il primo annuncio arriva alle 8.47: un aereo si è schiantato su una delle due torri del World Trade Center. Passano due minuti e già prende corpo l'ipotesi dell'attentato terroristico. I Comandi delle varie autorità fanno convergere sul posto polizia, pompieri, autoambulanze. I messaggi radio si moltiplicano, si accavallano, le frequenze sono intasate.
Nel corso di questi collegamenti per l’emergenza, anche il secondo aereo dei terroristi si schianta sull’altra torre, all’altezza del 103esimo piano. I vigili del fuoco registrano le voci degli impiegati della Cannon Fitzgerald che cercano rifugio: 658 di loro moriranno poco dopo. Crolla la prima torre, un comandante dei pompieri lancia un sos: 'Sono sotto le macerie, non riesco più a respirare”. Riuscirà però a sopravvivere, a differenza di centinaia di suoi colleghi.
Alle 10.01, crolla la seconda torre. Un uomo che si trovava in strada riesce a chiudersi dentro un truck dei pompieri e si attacca disperato alla radio: “Qualcuno mi può sentire? Un centralinista dei Vigili del Fuoco che risponde alla prima delle migliaia di chiamate che riceveranno nelle trentasei ore successive e che rimane per 36 ore al microfono della sua radio, “ascoltami - risponde - devi mantenere la calma, stai tranquillo e cerca di respirare. Abbiamo già mandato una squadra da te...”. “Resta in collegamento, c'è qualcuno la vicino?” - “Non posso respirare ancora a lungo, salvatemi! Non ho più molta aria, per favore, aiutatemi!” . “La torre può crollare. Centrale, centrale, centrale...Il palazzo è appena venuto giù". "Fate allontanare i poliziotti dal grattacielo - l’ordine perentorio dal Comando dei Vigili - è pericoloso. Forza. dite a tutti di andare via". "Non ho aria, mi manca l'aria. Per favore, qualcuno mi aiuti" risponde la voce di un uomo terrorizzato - sono rimasto intrappolato - stavo correndo verso il ponte pedonale quando il grattacielo è crollato. Mi manca l'aria, vi prego, aiutatemi".
Passa mezz'ora e la prima torre si schianta al suolo. “La torre sta crollando. Centrale, centrale, centrale. Il palazzo è appena venuto giù, centrale, il palazzo è appena crollato”, urla un poliziotto nella radio trasmittente. “Allontanatevi, tutti allontanatevi. Allontanate anche quei maledetti poliziotti dal palazzo", insistono i centralinisti gridando.
Queste solo alcune delle voci della tragedia, le prime concitate richieste di aiuto e il panico dei momenti successivi al disastro. Alcune di questi disperati appelli furono intercettati da un radioamatore californiano che riuscì a captare nell'aria le voci del terrore mentre era in ascolto sulle frequenze dei ponti radio del Fire Department di New York e su quelle alla polizia. Le sue registrazioni sono appelli strazianti, di persone in lacrime, gridano, soffocano nelle torri del Word Trade Center, concitate richieste di aiuto e panico dei momenti successivi al disastro. Voci, testimonianze drammatiche che però, successivamente, hanno aiutato il Fire Department ad analizzare il proprio sistema di comunicazioni radio, a potenziare i ponti di trasmissione in città, migliorare le procedure d'emergenza.
Anche un operatore della Polizia, Modesto Muniz, tenta di soccorrere decine di colleghi subito dopo il crollo. In un emozionante scambio fra domande e risposte alle loro implorazioni d’aiuto i tecnici alla radio tentano di localizzare i disperati “Cercate di parlare nella radio - si raccomanda - state calmi e cercate di spiegarci in che punto esatto vi trovate adesso”. Il panico e la confusione crescono, i soccorsi sono concitati. “C'e un'ambulanza piena di passanti e di poliziotti, diteci qual è il più vicino ospedale", grida un altro poliziotto.
Un centralinista dei pompieri che riuscì ad aiutare il capitano Alfredo Fuentes, che è sopravvissuto con buona parte della sua squadra, intervistato successivamente. “ho cercato di dare una mano - ha detto schernendosi - avevo molti amici là sotto”. Mestamente ha poi aggiunto: “urlavo nel chiamare le nostre squadre ma troppe volte la radio rimaneva muta”.

Palmer e Bucca, gli eroi del 78mo piano

Fino a prima di avere ascoltato queste registrazioni si riteneva che i pompieri, nella loro scalata disperata verso la morte, non avessero superato i piani tra il 50mo e il 60mo. In realtà, penetrando coraggiosamente dentro quell'inferno, due vigili del fuoco arrivarono fino al 78mo piano della torre sud del World Trade Center, il punto dove era esploso il Boeing 767 e cominciarono ad organizzare via radio l'evacuazione dei superstiti. Ma in pochi minuti il grattacielo si disintegrò.
I due erano il capobattaglione Orio Palmer e il marshal Ronald Bucca. Hanno pagato con la vita il loro altruismo, il coraggio e la loro grande forma fisica. Furono gli unici che riuscirono a scalare la torre sud fino al 78mo piano e nei loro messaggi radiofonici è rimasto impresso l'orrore della scena che si trovarono di fronte. "Numerosi, 10-45, Codice 1" disse Palmer alla radio, usando il termine tecnico per indicare la presenza di morti. La sua voce era rotta dallo sforzo della scalata e forse dall'angoscia di ciò che aveva di fronte.
Quando il secondo aereo colpì la torre sud del World Trade Center, decine di impiegati erano al 78mo piano in attesa di prendere gli ascensori rapidi che li avrebbero fatti evacuare. L'aereo impattò tra il 78mo e l'84mo piano e l'ala del Boeing probabilmente uccise all'istante tra le 50 e le 200 persone nell'atrio dove arrivarono Palmer e Bucca. Un pompiere che era con Palmer nei minuti precedenti, James Devery, ha raccontato che il capobattaglione - un appassionato di maratona - lo distanziò velocemente salendo su per le scale. Devery si fermò al 51mo piano a soccorrere una donna ferita, che era scesa dal 78mo. Il pompiere l'accompagnò verso il piano terra e il gesto gli salvò la vita. Palmer invece proseguì la scalata, al 78mo piano incontrò Bucca e cominciò a raccontare via radio lo scenario di morte e devastazione.
I due ufficiali dei pompieri, secondo fonti giornalistiche, avevano appena organizzato il piano di evacuazione e stavano facendo scendere i primi sopravvissuti, quando un boato enorme scosse la torre e in pochi istanti la fece scomparire, con oltre 600 persone ancora all'interno (2.823 persone sono morte complessivamente quel giorno a New York)
Questa, la cronaca scarna ed agghiacciante dei primi soccorsi, dei momenti successivi al crollo della seconda torre, e di quelli seguiti al disfacimento della prima. A confermare l'autenticità delle registrazioni sono stati sia lo stesso Dipartimento dei pompieri che la Polizia di New York.
Il racconto degli ultimi minuti di Palmer e Bucca è la testimonianza dell'eroismo con cui i singoli pompieri affrontarono l'emergenza. Le loro frasi concitate, come quelle di altri 14 sventurati che persero la vita nel crollo della prima torre, sono registrate su un nastro di 78 minuti che, per la prima volta a un anno dalla tragedia, fu fatto ascoltare alle loro famiglie, riunite per l'occasione dal Fire Department in un albergo di Manhattan. "Sono rimasta sbalordita - ha raccontato la moglie di Palmer, Debbie, dopo aver ascoltato il nastro - nelle loro voci non si sente paura, non si sente panico. Quando il nastro sarà reso pubblico per il mondo, la gente sentirà dal vivo che i nostri cari andarono a fare il loro lavoro senza paura e con altruismo”.
Ogni pompiere di New York percepisce la gratitudine della città per l'opera di soccorso prestata dal FDNY. Anche il presidente del sindacato dei dispatchers, David Rosenzweig, ha usato parole di lode per i suoi uomini. “In quel drammatico frangente hanno saputo mantenere il controllo, hanno infuso coraggio, hanno dato assistenza ai soccorsi con grande professionalità".


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