Ne parla il Maggiore del Corpo Militare della CRI Riccardo Romeo Jasinski,
'disaster manager', e promotore di corsi di formazione specialistica
per la cultura e gli interventi nelle emergenze
“Kathrina” e “Rita”, i due terribili uragani che hanno flagellato fra Agosto e Settembre coste e immediato entroterra della Luisiana, della Florida e del Texas hanno emotivamente colpito tutto il mondo e, in particolare, quello scientifico. In un secolo di conquiste tecnologiche in ogni campo, ciò che ha più colpito, al di là del dolore verso tutti coloro che hanno perso la vita o per chi ha perso ogni bene che aveva in quelle terre, è stato il mesto incolonnamento delle popolazioni in una ineluttabile “fuga” verso territori più sicuri rispetto all’ingordo strapotere , delle pur silenziose ma invincibili acque, anche quando è cessata la furia del vento. Non si è trovata una sola barriera artificiale che abbia saputo reggere alla tanta violenza scatenata dal maltempo. Colpisce anche, a fronte dell’immensità della desolazione allagata, denotare che le vittime ‘accertate’ nei comunicati ufficiali dell’Amministra-zione Usa non sarebbero state che alcune centinaia. Ne erano state contate precisamente 564 in uno degli scarni bollettini ufficiali diffusi dalla ‘protezione civile’ del Paese (2042 sono state le vittime accertate al mese di agosto del 2005) . Il dubbio sulla reale consistenza di queste cifre è elevato ma nessuno osa pensare a un perverso malcostume nell’informazione locale o in quella nazionale. In realtà la difficile previsione del disastro e sulla sua possibile violenza devastatrice, o anche la consuetudine americana nell’affrontare supinamente i tifoni estivi (quasi sempre perversamente battezzati al femminile), questa volta - pur a fronte di precise e inequivocabili previsioni metereologiche - hanno avuto il sopravvento sulle forze di protezione civile di quegli Stati.
Del problema ne abbiamo parlato con Riccardo ROMEO JASINSKI, Ufficiale del Corpo Militare della Croce Rossa Italiana con il grado di Maggiore e con sede operativa a Firenze. Gli abbiamo chiesto un commento relativo a quanto conosce sul modo con cui ‘Kathrina’ è stato affrontato, sull’organizzazione della Protezione Civile negli Stati Uniti.
“Alla luce di quanto è dato sapere dalle fonti ufficiali - spiega il Maggiore Romeo Jasinski - a mio parere errori materiali veri e propri non so se ne sono stati commessi. Direi invece che sembra sia ampiamente mancato il necessario e fondamentale dialogo che deve instaurarsi, ancora prima che i drammatici eventi naturali compiano inesorabilmente le loro stragi ambientali. Un dialogo fra il mondo scientifico legato anche alla metereologia e tutti coloro che devono tempestivamente rispondere alle grida di allarme. Ne sono clamoroso esempio di mancata efficienza, senza peraltro addentrarci nei particolari, gli SOS lanciati dalle stazioni di rilevamento nel Pacifico in occasione dello ‘Tzunami’ che ha devastato le coste asiatiche quasi un anno fa. La Protezione Civile negli Stati Uniti è organizzata in maniera molto diversa da quella italiana - prosegue il Maggiore - soprattutto per la larga scala dei territori sui quali deve vigilare. Se viene a mancare uno qualsiasi dei punti nevralgici del coordinamento, quel complesso sistema dell’ apparato di protezione civile, al quale debbono concorrere molteplicità di organismi e di forze, rischia di vacillare. Non si sa ancora con precisione quanto l’America sia stata presa alla sprovvista dalla furia di ‘Kathrina’ - anche se largamente previsto dagli scienziati - o quanto il ‘sistema’ non sia stato pronto a rispondere; non certo per impreparazione, ma forse perché ‘distratto’ da ben altre priorità (non ci si scordi che gli Stati Uniti sono una nazione oggi in guerra e anche assediata dalle ipotesi del terrorismo interno); un certo ‘qualche cosa’ potrebbe quindi non aver funzionato a dovere nella valutazione. Ne è così scaturito che la protezione civile non sarebbe stata all’altezza dei suoi compiti istituzionali. Può certo essere, magari anche in tempi brevi, che si possa arrivare a capire meglio cosa è successo e ciò che di peggio si è verificato nei soccorsi; è augurabile però che non accada mai più. Le devastazioni di ‘Kathrina’ sono state peraltro un pesante monito per affrontare ‘Rita’, l’uragano caraibico che ha seguito ‘a ruota’ il primo flagello; quest’ultimo, per fortuna, pur nelle sue nefaste previsioni, si è alla fine rivelato ben più mite del precedente”.
Lei, Maggiore Romeo Jasinski, che ha una notevole e lunghissima esperienza maturata sul campo - anzi sul nostro intero territorio - come valuta la situazione italiana in relazione al sistema di Protezione Civile?
“Sin dai primi anni ‘90, con la legge 225 del 1992 sull’istituzione del Servizio Nazionale della Protezione Civile, il nostro Paese ha fatto una scelta rivoluzionaria. Dico ‘rivoluzionaria’ perché, sino a quel momento, l’unico obiettivo, o meglio, l’unica preoccupazione che ci si poneva, era quella del soccorso alle persone colpite dagli eventi naturali, terremoti, alluvioni, frane ecc. Con il varo di quella legge sono stati applicati due nuovi concetti fondamentali: la previsione di detti eventi, e - la prevenzione per organizzare sul territorio - soprattutto su quelli ‘a rischio’, - gli strumenti operativi che possono limitarne i danni. Inoltre finalmente si sono responsabilizzate direttamente le Amministrazioni Locali. Nel settore di cui stiamo parlando in questo momento, le alluvioni, il controllo preciso sul territorio consiste nel mantenere non ostruiti i corsi d’acqua, sia rimuovendo eventuali ostacoli improvvisi che facendo rispettare opportune disposizioni o norme generali per regolamentare l’edilizia in prossimità dei corsi d’acqua stessi. Troppe abitazioni, inoltre, esistono ancora nelle vicinanze dei cosiddetti ‘luoghi a rischio’ quali possono essere fabbriche che trattano materiale pericoloso, raffinerie o comunque situazioni naturali che possano essere pericolose per chi ci vive attorno. Nel futuro, per gli organi preposti, è imperativo lo studio approfondito su tutti i possibili rischi che possono derivare da questi “luoghi”.
Solo per dare un esempio concreto di quanto si debba ancora fare, lUfficiale accenna a quanto avvenuto negli anni scorsi (con una situazione di pericolo ancora costante e reale) nel territorio del comune di Sarno dove un terribile smottamento ha devastato il territorio. “ancora oggi - continua il maggiore - vi sono abitazioni costruite sui cosiddetti ‘Regi Lagni’ i canali di deflusso delle acque che risalgono ai tempi dei Borboni. L’indice di piovosità in questi ultimi anni è in costante e progressivo aumento. Serve una cultura differente per affrontare questi problemi: il controllo delle pubbliche amministrazioni, parlando in senso generale ed eccetto quindi le situazioni cosiddette ‘illuminate’, è sempre limitato e, mantenere in pugno la situazione nell’emergenza, è davvero molto difficile. Occorre investire molto sui ‘piani di emergenza’ perchè il pericolo può essere ovunque e importante è il contributo che i mass media possono dare nel sollevare l’interesse su questi problemi e conseguentemente per incentivare un efficace sistema di autoprotezione in ogni singola situazione di pericolo.
Ma come si inserisce in questo quadro il complesso organizzativo della Croce Rossa Italiana?
“Oggi non è più il caso di pensare che gli uomini della Croce Rossa siano identificabili solo con chi viene allertato nei soccorsi di emergenza: barelle, ambulanze, ospedali da campo debbono essere solo lo scontato risultato finale - sia pur essenziale e vitale - della nostra complessa organizzazione. Il vero e importante lavoro svolto in tutte le strutture organizzative inserite nel sistema della protezione civile ci rende attori primari nella diffusione della cultura di prevenzione e di autoprotezione per non dare spazio a situazioni a rischio. Questo lavoro capillare sul territorio deve essere affidato, incentivato e sostenuto da tutti soggetti di buona volontà i quali da anni organizzano a proprio carico dei veri e propri corsi di ‘protezione civile’ all’interno delle scuole o nei luoghi di lavoro, nelle amministrazioni locali.
Tutti, indistintamente, grandi e piccoli, debbono essere portati a conoscenza dei modi di comportamento nell’emergenza. Noi della Croce Rossa, per parte nostra, organizziamo sul territorio percorsi formativi di ordine generale, oppure altri più specialistici per gli equipaggi delle ambulanze che operano nel soccorso sanitario”.
“Un’esperienza interessantissima che abbiamo compiuto qualche anno fa è stata quella di mettere in rete un sito (www.emergenza.firenze.net) - con il quale abbiamo voluto diffondere su larga scala i concetti della protezione civile. L’iniziativa era soprattutto rivolta a quelle persone che, oltre a noi, si interessano attivamente di Protezione Civile: dipendenti delle pubbliche amministrazioni, enti locali, comunità scientifica, aziende e servizi pubblici e privati, organizzazioni di volontariato -. In poche parole per tutti coloro che si riconoscevano nell’articolo 12 della legge 225 del 1992, quella che ha istituito il Servizio Nazionale della Protezione Civile. La creazione di questo sito si può dire sia stata una scommessa: fare un qualcosa che avesse come scopo tenere informati, aggiornati, non solo gli addetti ai lavori ma anche quanti volevano solo prendere conoscenza del nostro ambiente, sapere quali erano i personaggi che lo frequentano, cosa dicevano e come lo dicevano. Con esso abbiamo voluto creare un sistema di diffusione di notizie, concetti, tesi, idee che, attraverso le tecnologie moderne, ci ha messo in grado di arrivare a quelle persone che ruotano sul sistema di informazione che è collegato in rete con tutto il mondo. Quando si è verificato il sisma in Umbria nel 1997 abbiamo tenuto un filo aperto con chi ci veniva a visitare per dare loro più notizie possibili; per fortuna non erano più quei tempi nei quali, nei frangenti drammatici, si usava dare solo poche notizie tranquillizzanti se non narcotizzanti, in modo da creare una cortina fumogena su episodi talvolta anche discutibili: parlare poco, al limite non parlarne affatto, perché tutto va bene! Partendo dalle attività di previsione e prevenzione per poi passare al soccorso nonché alla ricostruzione, tutti questi settori hanno avuto un capovolgimento. Gli enti locali debbono essere sempre più presenti nella gestione di tutta la protezione civile, partendo dalle misure atte e ridurre i pericoli di un evento, fino alla ricostruzione di eventuali strutture distrutte da una calamità, passando anche per chi deve intervenire nei soccorsi. Chi è nell’ambiente sa bene quanto sia importante intervenire con decisione, velocità e fermezza. è necessario pertanto che ciascuno faccia sentire la sua voce non sulla legge, ma su come viene applicata: è questo il primo buon servizio al paese e per la comunità tutta”.
“Il 118 della Toscana - conclude il Maggiore Romeo Jasinski - ha il suo personale paramedico con un elevato grado di professionalità, che di anno in anno tende a specializzarsi in maniera sempre più sofisticata. Oltre che in Toscana, lavorando su tutto il territorio nazionale, ho vissuto esperienze interessantisime. Facevo riferimento prima alla situazione di Sarno, un’emergenza dove in tanti abbiamo operato sul campo e in tutto il Molise poi, non esito ad affermarlo, ho constatato di persona quanto grande sia quel volontariato che è nato sulla spinta dell’esperienza drammatica che la gente del posto ha vissuto Con la nostra azione capillare sul territorio, inseriti nel quadro più ampio del Servizio Nazionale di Protezione Civile, noi tutti, con le rispettive e specifiche competenze, stiamo veramente lavorando per i nostri figli”.
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RICCARDO ROMEO JASINSKI
DA SEMPRE SULLE EMERGENZE
Disaster Manager, esperto di protezione civile in emergenze nawionali ed estere. Consuilente di Enti Statali, amministrazioni locali, istituzioni pubbliche e private per la pianificazione dell'emergenza, formazione e addestramento. Riccardo ROMEO JASINSKI nato a Firenze nel 1952, è anche autore di libri, testi, articoli sulla Protezione civile, l'emergenza e la difesa civile.
Entrato nella C.R.I. giovanissimo come volontario (Pioniere7, nel 1982 è stato chiamato in servizio, come ufficiale, presso l'VIII Centro di Mobilitazione del Corpo Militare della Croce Rossa Italiana (C.R.I.) a Firenze; nel 1989 è stato immesso nel ruolo speciale ad esaurimento del personale militare della C.R.I. quale vincitore del concorso indetto con Legge 28/10/1986 n. 730; attualmente riveste il grado di Maggiore commissario.
Nel corso degli anni ha ricoperto diversi incarichi, attualmente è Funzionario Addetto all'Ufficio di Protezione Civile del Comitato Regionale C.R.I. della Toscana e inoltre è stato Ufficiale di Collegamento della C.R.I. presso la Segreteria del Sottosegretario di Stato alla Difesa sen. Francesco Bosi.
Precedentemente ha prestato servizio alla Prefettura di Firenze per le esigenze di Protezione Civile dove, con Ordinanza Commissariale n. 04 del 2004, gli sono stati affidati gli incarichi di Funzionario dell'ufficio regionale di protezione civile del Comitato Regionale C.R.I. della Toscana e quello di responsabile del magazzino regionale di protezione civile.
Il Maggiore Jasinski è anche Direttore Provinciale del Comitato C.R.I. di Prato, ha frequentato il Corso di Disaster Management presso il Dipartimento della Protezione Civile, è Consigliere Giuridico Militare in seno alle Forze Armate, Consigliere Qualificato in Diritto Internazionale Umanitario dei Conflitti Armati, Consigliere Giuridico di F.A. in ambito R.M.T.E. a livello di G.U. ed./Btg./Gr., Istruttore di Diritto Internazionale Umanitario della C.R.I., Ufficiale Addetto al Caricamento e Trasporto Aereo, Istruttore di Primo Soccorso della C.R.I. ed Istruttore/formatore di p.c. della C.R.I., Monitore del diritto del rifugiato; è inoltre Consulente Tecnico del Tribunale di Firenze nel settore della protezione civile.
Nel corso della carriera del Maggiore innumerevoli sono state le attività svolte, le emergenze a cui ha partecipato, le esercitazioni a cui ha preso parte, i corsi di formazione e di istruzione frequentati o in cui gli sono stati affidati incarichi organizzativi, i programmi di prevenzione e previsione a cui ha lavorato, gli articoli elaborati e i riconoscimenti ricevuti, tra cui: Ufficiale dell'Ordine al Merito della Repubblica Italiana, Medaglia di Bronzo al Merito della Croce Rossa Italiana, Croce Commemorativa per l'attività di soccorso internazionale in Macedonia-Albania, Diploma di Benemerenza con Medaglia a testimonianza dell'opera prestata in favore della popolazione del Friuli, della Campania e Basilicata, dell'Umbria de delle Marche, delle province di Lucca e Massa, delle province della Toscana, di Sarno e del Molise, Medaglia della Nato per le operazioni di soccorso alle popolazioni in Bosnia e Kosovo.
Autore di libri, testi, articoli sulla protezione civile, l'emergenza e la difesa civile. Consulente di enti statali, amministrazioni locali, istituzioni pubbliche e private per la pianificazione d'emergenza, la formazione e l'addestramento.
U.R.
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