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Del seguente articolo:

/2005 -
Sicurezza informatica
Il virus nel 'cavallo di Troia'
Maurizio Pompei

Trojan horse..., Cavallo di Troia..., questo il nome che in gerco informatico viene dato a ormai ben noti virus che, una volta entrati nel computer, a nostra insaputa ci connettono su numeri telefonici a pagamento con tariffe da capogiro. Come proteggerci dai nuovi truffatori, ma nulla è superiore alla grande attenzione.

Questo il termine usato per una nuova categoria di virus informatici. Il termine nasce direttamente dall'espediente escogitato da Ulisse per conquistare la città greca contro la quale il suo esercito combatteva: convinti di aver introdotto nel nostro computer un innocuo programma, apriamo le porte ad un file che, senza chiederci nessuna conferma, disconnette il modem dal nostro provider per ricollegarlo a un altro tramite una connessione telefonica ad elevata tariffazione (leggi costo elevatissimo per ogni secondo di collegamento); insomma un nome simpatico che nasconde una vera e propria truffa informatica.
Per essere più chiari: si inizia la connessione verso il numero telefonico che usiamo abitualmente: dopo pochi minuti la linea cade e il nostro computer viene a storia totale insaputa connesso a un altro numero. La cui sede, spesso, non è nel nostro Paese ma in altri territori stranieri, anche esotici. Costo del ‘servizio’: un prezzo stratosferico per ogni secondo di collegamento. Non essendo stato l’ignaro utente a comporre manualmente il numero, è evidente che il malcapitato potrà accorgersi del costo dell'inopportuno collegamento solo quando riceverà la bolletta telefonica. Ciò di cui invece i truffati rimarranno completamente all'oscuro, sarà il beneficiario delle somme pagate perché , nel pieno rispetto della normativa sulla privacy, sulla bolletta non sono visibili le ultime tre cifre del numero chiamato rendendo in questo modo molto complessa una immediata identificazione del ‘beneficiario’ delle bollette d’oro.
A questo proposito, qualora si volesse andare a fondo sulla faccenda dell’illecito subito, ci si potrà rivolgere alla polizia postale: si dovrà fornire il proprio numero telefonico, gli estremi della bolletta ed eventualmente, nel caso si abbia un sospetto fondato, il sito dal quale si ritiene sia partito il troian horse. È questa una denuncia a tutti gli effetti.
Come il celebre cavallo ideato da Ulisse, anche questo genere di programmi può entrare però nel nostro computer solo se saremo noi a permetterlo: fino a qualche tempo fa, essi si insidiavano all'interno di programmi di grande utilità, oppure in oscuri siti internet di musica, video, suonerie per i cellulari o sfondi per il desktop che offrono prodotti magari apparentemente gratuiti. Questo tipo di insidia si è però ben presto diffuso e ora chi naviga questa parte del web è molto attento alle tariffe e alle truffe. Di conseguenza, il campo d'azione dei truffatori si è esteso e ormai qualunque argomento può essere pericoloso. Basta scaricare un innocente programmino, magari qualche infido salvaschermo con piccoli animali accattivanti, ed ecco che il Troian horse è subdolamente entrato nel nostro 'fortilizio', nel cuore del nostro sistema operativo. Il consiglio che sorge spontaneo è quello di scaricare programmi, anche semplici e apparentemente innocui, solamente da siti sicuri o che conosciamo. E che siano a pagamento.
Per proteggerci da questo genere di minaccia vi sono rimedi di diversi tipo recuperabili anche per posta elettronica. Ad esempio, per una determinata categoria di utenti registrati, viene inviato un un ‘Bollettino di Sicurezza’ costantemente aggiornato e che non contiene MAI allegati da aprire. Tutte le informazioni, i consigli e gli aggiornamenti sono sempre sulla pagina iniziale della e-mail oppure sulle home page dei siti ufficiali. Al contrario, è ormai famoso tra gli esperti del settore il cosiddetto ‘Cavallo di Troia’ che arrivava a migliaia di utenti attraverso e-mail che venivano presentate come un aggiornamento di sicurezza di qualche sistema operativo: queste e-mail, che contenevano un allegato da aprire, andavano prima di tutto a disattivare l'antivirus per poi fare il proprio ‘lavoro’ all’interno del pc.
E allora che fare? Per contrastare questo dilagante fenomeno prima di tutto occorre telefonare al servizio clienti del proprio gestore telefonico per chiedere di disattivare le chiamate verso numeri a pagamento come 166..., 709..., 899..., 144... oppure verso i numeri satellitari o internazionali della cosiddetta 'zona sette' e addirittura i numeri inizianti con un doppio zero relativi a Paesi magari ubicati in qualche lontana isoletta esotica, ancorché piena di fascino. In secondo luogo è imperativo installare i programmi cosiddetti stopdialer che sono in grado di impedire al modem di connettersi ad un numero telefonico diverso da quello preimpostato. Installarli è molto semplice: una volta estratti dal loro cd, una scritta a video chiederà di impostare il numero telefonico della connessione. È possibile farlo anche in maniera automatica (alcuni di essi potrebbero chiedere di impostare automaticamente i numeri telefonici già presenti) ma un comune suggerimento di salvaguardia suggerisce di rifiutare questa opzione. Farlo manualmente contribuisce di certo alla sicurezza di non mettere dentro al computer un Cavallo di Troia ma, la certezza assoluta, non potremo davvero averla.


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