Direttore Responsabile Leandro Abeille


 
home
sommario
noi
pubblicità
abbonamenti
mailinglist
archivio
utilità
lavora con noi
contatti
ARCHIVIO

Del seguente articolo:

/2006 -
Facciamo i 'botti' in sicurezza
Antonella Mastrosanti

Anche quest’anno la Polizia di Stato ha sviluppato in collaborazione con la Rai, l'attività di sensibilizzazione contro l’uso forsennato dei fuochi artificiali. Questa importante promozione sociale, attuata già da anni, è confortata dalla diminuzione delle tragedie della notte di San Silvestro per lo scoppio accidentale o irresponsabile dei ‘botti’.
La città di Potenza, inoltre, è stata premiata dal Segretariato Sociale della Rai per la campagna di prevenzione che ha attuato per la sicurezza contro i ‘fuochi’. Ne parlano il Questore del capoluogo lucano Vincenzo Mauro e la vice capo della mobile Luisa Fasano.


La campagna di prevenzione e quella di sensibilizzazione sui rischi che si corrono con l’uso avventato di fuochi artificiali è da tempo attuata dagli uomini della Polizia di Stato. In particolare lavorano in prima linea gli artificieri, presenti nelle scuole di tutta Italia, per mostrare e spiegare le differenze tra giochi illegali e legali: nel caso di questi ultimi ai ragazzi viene spiegato anche il corretto modo d'uso. Per il terzo anno consecutivo la Polizia di Stato ha quindi deciso di realizzare, in collaborazione con la Rai, uno spot che va in onda sulle tre reti nazionali. "Siamo convinti - ha detto Roberto Sgalla direttore dell'Ufficio relazioni esterne del Dipartimento di P.S. - che, per far capire la pericolosità di certi fuochi, il ruolo della comunicazione sia molto importante".
“Quest'anno i botti li facciamo così...” è dunque il messaggio lanciato dagli attori della fiction "La Squadra". Due attori-poliziotti del commissariato Sant'Andrea di Napoli arrivano di corsa, probabilmente su una segnalazione, per capire cosa stia succedendo. Dietro la porta di un appartamento sentono una serie di botti, fischi, scoppi, perplessi decidono di entrare per scoprire la verità: la festa è là dietro. Uomini, donne, bambini sono alle prese con bottiglie di spumante, fischi, palloncini e tutto ciò che può dare l'idea dello scoppio mentre sul video della tv si vedono le immagini dei fuochi d'artificio.
Durante la presentazione della campagna anti-botti, la Rai-segretariato sociale ha voluto premiare la Questura di Potenza città che lo scorso Capodanno non ha fatto registrare ne morti ne feriti a causa dei fuochi di fine anno. Lo stesso riconoscimento l'anno precedente era andato alla questura di Bari. A rappresentare la Polizia di Stato è intervenuto Roberto Sgalla mentre per la città di Potenza c’erano il Questore Vincenzo Mauro e il dirigente di Polizia Giudiziaria e vice capo della mobile Luisa Fasano. Alla premiazione hanno assistito anche alcuni attori "poliziotti" della fiction "La Squadra" che hanno partecipato allo spot.
Nel quadro della prevenzione dal cattivo uso dai botti di Natale, l’anno scorso la Questura di Potenza aveva infatti promosso in tutte le scuole una campagna di prevenzione curata dalla dottoressa Luisa Fasano assieme al personale della Polizia Amministrativa. L’impegno di illustrare ai ragazzi i rischi e i pericoli che si corrono nell’utilizzo dei ‘botti’ ha prodotto concreti risultati “anche alla luce del buon senso e alla partecipazione delle genti lucane - ha spiegato il Questore - e l’anno scorso fortunatamente non c’è stato nessun ferito anche se in qualche occasione sono stati lanciati dei fuochi d’artificio abbastanza complessi”.
Il dr. Vincenzo Mauro ha iniziato la sua carriera nella Polizia di Stato con un primo incarico a Siracusa. Per diversi anni è stato poi a Napoli, a Cosenza, Reggio Calabria, Gioia Tauro, a Bari (dove ha diretto la squadra mobile) e oggi è Questore a Potenza

Dr. Mauro, quale è il confine fra lecito o proibito nei fuochi?

“Esistono fuochi che sono consentiti perchè non creano problemi in quanto non contengono materiali detonanti mentre e non sono quindi pericolosi anche se ci vuole sempre cautela: se vengono accessi in casa - ad esempio - possono anche innescare incendi; occorre invece scongiurare l’utilizzo di quegli oggetti pirotecnici di costruzione artigianale che a volte sono dotati di micce troppo corte con le quali è facile che, deflagrando troppo presto, quando sono ancora in mano ai ragazzi, facciano letteralmente saltare in aria le dita della mano: ciò avviene soprattutto perchè la loro costruzione non rispetta i rigorosi parametri necessari per la sicurezza.

A questa campagna partecipano pure i medici?

“Anche fra medici e ospedali c’è stata una diffusione efficace di questo messaggio, una campagna ben congegnata sopattutto fra i giovani tanti dei quali hanno troppo spesso una scarsa considerazione del pericolo e possono creare problemi agli altri oltre che a se stessi”

La tecnologia può essere sostegno alla sicurezza?

“Certo è difficile delineare quale sia in assoluto il fuoco sicuro e quello che invece non lo è: certi artifici vengono certamente costruiti, gestiti e controllati con il sostegno della tecnologia, ma ciò avviene per i fuochi più importanti, come quelli che si usano negli spettacoli pirotecnici per feste o ricorrenze importanti”

Cosa significa avere la miccia corta?

“La miccia è quel sottile filo di accensione che fa innescare lo sparo e, quando è troppo corta, non garantisce il tempo necessario perchè la deflagrazione si inneschi solo quando il petardo è stato lanciato ed è lontano dalle mani di chi lo gestisce”
“Fra i pericolosi vi sono i famosi ‘'tracchi' che si fanno esplodere in grandi quantità a Napoli, i ‘rauti’ che si sparano a Roma; tutti fuochi ad alto tasso di pericolosità, questi, in quanto assieme alle polveri del loro interno, sia pur in piccole quantità è inserito anche del materiale detonante. Questi ‘botti’ sono assolutamente proibiti. Quando vengono fatti esplodere all’aperto la loro pericolosità è attenuata, ma non davvero assente. Se vengono invece innescati in un luogo chiuso, magari all’interno delle abitazioni, sono micidiali e possono anche creare seri danni all’udito: il loro boato è davvero lacerante per i timpani. In ogni caso la prudenza nella loro utilizzazione, se si decide di ignorarne i divieti, deve essere pesantemente rigorosa”.
“Per fortuna, e anche per il grande impegno sociale di questa campagna, l’anno scorso a Potenza e nella sua provincia non abbiamo avuto alcun ferito. La preoccupazione nostra inoltre, è quella che i bambini, i ragazzi, non raccolgano i botti inesplosi e li ammucchino, come spesso avviene, per farli poi deflagrare tutti insieme”

Quali sono a vostro giudizio le città italiane con il più alto l’indice pericolosità?

“Di sicuro Napoli si colloca ai primi posti, perlomeno in rapporto alla grande quantità di fuochi che vengono fatti esplodere, un costume che forse si perde nella storia e dove la gente arriva pure a indebitarsi per comprarli dato che sono anche costosissimi. Un altra regione dove la pericolosità è elevata è la Calabria perché da quelle parti si ‘spara’ non solo con i botti ma anche con vere armi da fuoco. Lì gli spari in aria sono abbastanza frequenti e la situazione è veramente pericolosa”.
Parliamo quindi con la dottoressa Luisa Fasano che ha avuto dal Questore un incarico stabile di visitare, assieme ai tecnici della Polizia di Stato, le scuole di città e Provincia, coadiuvata anche da funzionari della polizia amministrativa che si occupa dei sequestri all’origine dei fuochi illegali. Luisa Fasano è nella Polizia Giudiziaria, centrale operativa e volanti. è vice capo della squadra mobile, in questo momento facente funzioni.
“Il nostro impegno - spiega la dirigente - e di approfondire sempre più quale tipo di danni possono derivare per le persone dall’uso incauto di questo materiale, sia lecito che illecito. Soprattutto battiamo su qualsiasi genere di prodotto, anche su quelli cosiddetti ‘leciti’ che portano il marchio CE e sono classificati come giochi pirici: ufficialmente sono adatti anche per i bambini in quanto hanno un indice di pericolosità abbastanza relativo. Per quelli illegali, che sono invece prodotti senza alcun controllo sulla sicurezza, non esitiamo un attimo nell’esortare i ragazzi a bandirli totalmente”.
La dottoressa Fasano, laureata in giurisprudenza studiava per entrare in magistratura ma poi, casualmente “mi sono imbattuta in un concorso alla Polizia di Stato e sono stata come folgorata sulla via di Damasco...” afferma “e mi sono innamorata di questo lavoro, sono sposata e ho un bimbo bellissimo, tre anni e mezzo, si chiama Leonardo ed è nato proprio il giorno della “Festa della Polizia”

Come concilia l’impegno di mamma con il lavoro?

“è veramente difficile, tanta buona volontà, tanta passione e... tanta pazienza dai miei familiari che mi sostengono molto per il bambino; mio marito è ingegnere e docente universitario, quindi tutt’altro impegno”.

Quale è secondo lei la molla che spinge le donne verso il lavoro nei corpi militari?

“Credo che sia effettivamente la dinamicità dell’impegno che va al di là degli incarichi, si sa dove la giornata inizia, ma non si sa davvero dove andrà a finire. Il mio è un lavoro molto bello, molto operativo che parte dall’ordine pubblico ma tocca tanti altri problemi anche molto seri. Noi a Potenza abbiamo la responsabilità su città con importanti fabbriche, una di queste è Melfi con la Fiat o la Barilla in altra sede. A Melfi l’anno scorso è stato davvero molto pesante”

Ricorda casi drammatici nel ‘quotidiano’?

“Non molti per fortuna, ma l’anno scorso un extracomunitario lo arrestammo più volte per la violenza contro la moglie che, esasperata, si era rivolta a noi per un aiuto: alla fine, però, fu proprio la moglie a uccidere il marito. Un episodio davvero drammatico che, per certi versi, ce lo aspettavamo pure. Però è stato l’unico episodio di violenza estrema che abbiamo avuto: Potenza è una bella città, un bel rapporto fra noi e i cittadini, con i giovani soprattutto; nel diffondere il nostro programma di prevenzione per i botti siamo assaliti dalle richieste, una vera corsa delle scuole stesse per avere le nostre visite. Ed è questa una cosa molto bella anche perchè, come spesso, sottolinea il Questore Mauro, non in tutte le città è così: molte sono le porte che rimangono chiuse oppure non si trova una grande accoglienza. Da noi a Potenza, invece, c’è davvero un forte senso di legalità, lavoriamo fra la gente con grande sintonia e stima reciproca, la città non è davvero piccola con i suoi settantamila abitanti e la Provincia è molto vasta, poco popolata ma con un centinaio di Comuni”
Quale è l'organico della Polizia di Stato a Potenza?

“L’organico della Questura è di 215 uomini mentre al Commissariato ve ne sono 35. Siamo quindi in presenza di piccoli numeri”.

E i rapporti con le altre forze di Polizia?

Beh, io non credo davvero ai conflitti di competenze e, con i carabinieri in particolare, c’è una grande solidarietà, andiamo molto d'accordo.




Foto di Rino Barillari "Il Messaggero"
Nella foto: il questore di Potenza Vincenzo Mauro e Luisa Fasano, vice capo della Squadra Mobile


<<precedente sommario successivo>>
 
<< indietro
ricerca articoli
accesso utente
login

password

LOGIN>>

Se vuoi
accedere a tutti
gli articoli completi
REGISTRATI

Scrivi il tuo libro: Noi ti pubblichiamo!

Le parole di una vita

Cittadino Lex

gg