Marco Borocci e Piero Pierpaoli animatori culturali
Nasce un piccolo museo privato sulla storia dei Vigili del Fuoco
Nella città di Jesi il comandante provinciale dei Vigili del Fuoco di Ancona ing. Roberto Catarsi inaugurerà a fine febbraio il nuovo distaccamento composto di 34 uomini. Il centro è dotato di una modernissima autopompa serbatoio 'Actros' della Mercedes (anch'essa inaugurata nella stessa occasione), di un autocarro serbatoio e di un'autobotte pompa. Alla cerimonia parteciperanno il Prefetto di Ancona dr. Giovanni D'0nofrio e il Direttore Regionale dei Vigili del Fuoco ing. Leonardo Denaro che sovrintende alle province di Ancona (370 addetti), Pesaro, Urbino, Macerata e Ascoli Piceno. Un migliaio di uomini in tutto. Il distaccamento di Jesi è dedicato alla memoria del caporeparto Bruno Mancini, deceduto in servizio alcuni anni fa.
In concomitanza della manifestazione intitolata a un illustre cittadino di Jesi, Alberto Giombini, che fu l'ideatore negli anni '40 del "Corpo Nazionale dei Vigili del Fuoco". Fu da allora che i Vigili assunsero questa denominazione abbandonando la primitiva posizione comunale di 'civici pompieri'.
Con l'occasione, in una sede vicina al distaccamento, sarà inaugurato anche un piccolo museo privato di cosiddette 'anticaglie': è questo, però un termine che non rende giustizia al valore non tanto degli oggetti che sono esposti, ma anche alla profondità della ricerca che ha portato alla sua realizzazione.
Nel museo, infatti, con la determinazione professionale dei due ideatori, l'ing. Marco Borocci, un esperto di pratiche antincendio, e del Caposquadra de Vigili del Fuoco Piero Pierpaoli, in uno spazio espositivo di circa 130 mq (diventeranno in futuro 280), hanno trovato posto oltre 10.000 oggetti relativi sia alla storia e all'evoluzione tecnologica dei Vigili del Fuoco che all'evoluzione di quella quotidiana. Titolo del lavoro "Il percorso del fuoco e della misura".
Una costante e capillare ricerca protrattasi per anni ha infatti portato i due autori, Borocci e Pierpaoli, a selezionare e a catalogare (mettendoli poi solo una piccola parte in esposizione) decine di migliaia di oggetti riconducibili ai due rami della ricerca.
Per l'evoluzione tecnologica dei Vigili del Fuoco due pezzi spiccano su tutti: un antico idrante a bicicletta (datato al 1923), vistosamente pitturata di rosso, attrezzata con una sirena sulla ruota e con arrotolata in canna una vecchia manichetta di canapa: la 'bici' era usata dagli allora 'civici pompieri' per raggiungere quanto più rapidamente il punto delle fiamme.
Un altro 'pezzo' importante, un pesante estintore idrico, tutto forgiato in metallo e completamente imbullonato, privo di qualsiasi saldatura, montato su due grandi ruote per una certa mobilità a spinta. Nel suo corredo due contenitori di liquidi diversi che, miscelati fra loro, generavano una miscela di gas che si sprigionava all'interno del serbatoio ed essendo compresso creava un'adeguata pressione per un buona gittata dell’acqua contenuta nel serbatoio che veniva indirizzata alla giusta distanza, per mezzo di un manicotto a 'lancia'. Età del mezzo non definita, ma sicuramente dei primi del '900.
Nel reparto museale del settore 'pompieri' non manca poi una nutrita serie di antichi estintori, elmi, divise e quanto altro i due attenti ricercatori sono riusciti a scovare nei mercatini o negli antichi depositi di materiale in disuso di tante caserme in Italia.
Per quanto concerne invece il settore famiglia o laboratori artigianali, in esso, come spiega allegramente, schermendosi per coprire la sua serietà professionale, il Caposquadra Piero Pierpaolo che sentenzia "lì dentro c'è davvero tutto e di più di tutto!". La grande varietà degli oggetti o arredi raccolti è stupefacente: dalle antiche pompe a mano per il DDT (si chiamava il "flit"), diversi apparecchi medicali ben datati, strumenti di misura prima maniera (tanti tester e wattometri alcuni dei quali pesano qualche chilo ciascuno e tante, tante altre cose 'vecchie': Tutto il materiale esposto, raccolto con passione - ma anche con selezione professionale - proviene da donazioni o da piccoli acquisti presso rigattieri o mercatini ed è organizzato per costruire un percorso didattico, semplice ma efficace, da offrire come reale e pratica cultura a portata di mano, a grandi e piccoli visitatori per illustrare appunto il "percorso del fuoco e della misura".
L'ingresso al piccolo e colto museo, dedicato alla memoria del "Geometra Franco Borocci", padre di uno dei due curatori, sarà ovviamente libero. Orari: legati solo alla buona volontà dei creatori e a chi li assiste in termini di volontariato.
Unica necessità: le scolaresche o i gruppi su appuntamento.
Per informazioni 338 6516981
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