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Del seguente articolo:

/2006 -
Qualità della vita
"Italia malata, ma non immobile"
Luca Priolo

Nel rapporto annuale di Legambiente
vanno giù energia, acqua, mobilità, smog, erosione
e abusivismo . Funzionano invece bene
il biologico e le aree protette


Italia attanagliata dallo smog e dall'abusivismo edilizio, le coste minacciate dall'erosione, il record di automobili pro capite in Europa. Un Paese malconcio, quello fotografato dal rapporto annuale di Legambiente, ma non immobile: molto si sta facendo per proteggere gli ambienti naturali, e i dati positivi ci sono, a cominciare dalla crescita costante dell'agricoltura biologica e dei prodotti a marchio Dop e Igp.
Due in particolare i settori in cui l'Italia è più lontana dalla media dei 15 membri storici dell'Unione europea: quello dell'energia, dove l'efficienza è in calo e le fonti rinnovabili sono troppo poche, con una eccessiva dipendenza da petrolio e carbone. E quello della mobilità su strada, un primato tutto italiano, che segna un +31% sulla media europea: un intero sistema di trasporti di passeggeri e merci che si basa quasi del tutto sulla viabilità stradale. Non solo: nell'ultimo anno il 78% delle nostre città ha superato il limite delle polveri sottili (contro una media Ue del 53,5%) e sulle nostre strade circolano 58 automobili ogni 100 abitanti (nell'Unione il rapporto è 48 su 100). In crescita anche le emissioni di anidride carbonica.
Cattive notizie inoltre per quanto riguarda lo stato di salute delle acque, con il 45% degli scarichi fuorilegge e quasi il 30% delle acque interne non balneabile (contro il 7% europeo). Per non parlare dell'erosione delle coste, che mette a rischio il 30% del nostro patrimonio. A completare il quadro, il dato sull'abusivismo: 140mila case costruite illegalmente tra il 2001 e il 2005.
"La qualità ambientale in Italia - commenta Roberto Della Seta, presidente nazionale di Legambiente - paga il prezzo di anni di immobilismo e decisioni sbagliate, e in particolare le disattenzioni e le scelte più che discutibili dell'ultimo governo, come l'ennesimo condono edilizio generalizzato". "E poi mancano investimenti in settori chiave per il futuro del Paese, come i trasporti e l'energia - prosegue Della Seta - così come politiche forti per la sostenibilità, fattori decisivi della stessa perdita di competitività e dei rischi ormai evidenti di un declino italiano. Che pesano come un macigno sulle tasche delle famiglie, sui costi delle imprese, sul cammino dell'innovazione tecnologica".
Qualche dato incoraggiante c'è, e riguarda in particolare il numero di parchi, riserve, zone tutelate, pari al 15% del territorio nazionale. Segue l'aumento delle superfici coltivate secondo metodi biologici (6%, quasi il doppio della media europea) e il primato - questa volta positivo - dei prodotti tipici a marchio Igp e Dop (148 su un totale di 678) e dei vini Doc e Docg.
Questo conferma, quindi, che il Paese, seppure in difficoltà, è vitale, sa valorizzare le sue risorse naturali e culturali, nella direzione della soft economy e dello sviluppo del made in Italy.
L'analisi è corredata da un decalogo che avanza proposte di interventi, un invito al nuovo governo a mettere l'ambiente al centro delle politiche di sviluppo del Paese: dagli incentivi per le energie pulite al piano per la difesa del suolo e delle acque; dalla lotta all'ecomafia allo sforzo dei singoli comuni per sostenere una nuova mobilità urbana, basata su trasporti pubblici efficienti con l’obiettivo di evitare l'uso del mezzo privato.


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