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Del seguente articolo:

/2006 -
Lampedusa
I migranti da anni una tragedia disumana
Antonella Mastrosanti

Sono stati oltre duemila
gli sbarchi clandestini a Luglio


La tragedia dei tredici migranti morti al largo di Lampedusa a metà agosto "dimostra la necessità di iniziative straordinarie, in sede europea, per contrastare le azioni criminali delle organizzazioni che sfruttano le migrazioni illegali nel Mediterraneo". Lo ha detto il ministro dell'Interno Giuliano Amato, che proprio nei giorni di Luglio aveva raggiunto un'intesa con l'Unione europea per fronteggiare con un'azione comune l'emergenza sbarchi. I 13 immigrati erano morti nel tentativo di raggiungere l'isola siciliana e i loro cadaveri erano stati gettati in mare; altri 14 loro compagni erano stati poi avvistati su un barcone e portati a terra, alcuni in condizioni disperate. Il ministro degli Interni Giuliano Amato dichiarò anche che l'emergenza aveva raggiunto livelli allarmanti e chiese l'intervento dell'Unione europea, avvertendo che i centri d'accoglienza avevano ormai superato le capacità ricettive.
Continui avvistamenti di barconi, soccorsi disperati e il centro di permanenza temporanea di Lampedusa stracolmo al di là di ogni ragionevole capienza. Per questo, Amato, aveva anche lanciato un appello al commissario Franco Frattini, responsabile europeo per la Sicurezza. Il giorno dopo la risposta è stata positiva. Il punto principale dell'accordo raggiunto ha stabilito l'anticipo dell'operazione "Jason 1", che prevede un pattugliamento aeronavale congiunto del Mediterraneo centrale con la partecipazione anche di Malta e Grecia - per contrastare i flussi di clandestini provenienti dalla Libia. Un chiaro sì, inoltre, al rafforzamento della cooperazione Italia - Libia e all'accelerazione del rimpatrio dei clandestini con voli aerei europei
Secondo dati diffusi dal Viminale alla fine di Luglio sono stati oltre duemila i clandestini sbarcati a Lampedusa nelle prime due settimane del mese di cui oltre un centinaio erano bambini, in gran parte marocchini, eritrei ed egiziani partiti dalle coste libiche in viaggi della speranza che non di rado si sono trasformati in tragedie.
Secondo Fortress Europe (blog di rassegna stampa che dal 1988 ad oggi tiene memoria delle vittime della frontiera), nel Mar Mediterraneo sono annegate 3.675 persone, di cui 1.510 salme non sono mai state recuperate. Nel Canale di Sicilia tra la Libia, la Tunisia, Malta e l'Italia, le vittime sarebbero state 1.768, tra cui 976 dispersi. Nel Mare Adriatico, tra l'Albania, il Montenegro e l'Italia, negli anni passati sarebbero morte 472 persone, 136 delle quali sono disperse. Tra la Turchia e la Grecia hanno perso invece la vita 396 migranti, tra i quali si contano 164 dispersi. Infine, lungo le rotte che vanno dal Marocco e dalla Mauritania alla Spagna, puntando verso le isole Canarie o attraversando lo stretto di Gibilterra, sarebbero morte 1.039 persone e 234 risultano disperse.
Per rispondere all'emergenza, e alla richiesta del ministro dell'Interno Amato, sono arrivati a Lampedusa i responsabili della "Missione Frontex", l'agenzia europea per il controllo delle frontiere per monitorare la situazione degli sbarchi. I responsabili della missione - un componente dell'agenzia e due della Commissione Europea - secondo quanto si è appreso, hanno verificato la situazione e hanno poi fatto un bilancio nel corso di un incontro tecnico al ministero. L'obiettivo è quello di organizzare pattugliamenti congiunti delle coste con greci e maltesi entro pochissimo tempo.
Non è poi solo l'Italia l'unico paese europeo a denunciare in questa estate il sensibile aumento degli sbarchi sulle proprie coste. Proprio mentre il sottosegretario spagnolo all'immigrazione Consuelo Rumì annunciava ai microfoni di Radio Nacional l'imminente inizio dell'operazione "Hera", il progetto dell'Ue volto a impedire gli sbarchi, un grosso numero di migranti - oltre 170 persone - avevano già raggiunto le isole Canarie. Ma non solo, ci sarebbero anche altre 21 le vittime a causa di un naufragio avvenuto il 20 luglio a largo delle coste del Sahara occidentale. L'imbarcazione era diretta verso le Canarie e, secondo alcuni sopravvissuti, trasportava circa 37 persone.
Nell'ambito dell'operazione "antisbarchi", il cui costo è stato stimato in 2,1 milioni di euro, è stato previsto il pattugliamento delle coste che appartengono a quei paesi dai quali provengono i migranti: per questo impegno navale è in programma il dispiegamento di quattro navi (due che provengono dalla Marina Militare dalla Spagna e una ciascuno da Italia e Francia), in volo è previsto un aereo da avvistamento italiano e un elicottero spagnolo, ai quali presto si aggiungeranno poi altri due natanti e un altro aereo.
Per rispondere all'emergenza, e alla richiesta del ministro dell'interno Amato, sono arrivati a Lampedusa i responsabili della missione Frontex, l'agenzia europea per il controllo delle frontiere per monitorare la situazione degli sbarchi.
I responsabili della missione - uno è un componente dell'Agenzia e altri due appartengono alla Commissione Europea - verificheranno la situazione e faranno poi un bilancio nel corso di un incontro tecnico al Ministero dell’Interno. L'obiettivo è quello di organizzare sistematici pattugliamenti congiunti delle coste con unità greche e maltesi già a partire dal mese di agosto.
Grave crisi anche al centro di permanenza temporanea di Lampedusa che è stata la prima tappa della Commissione del Viminale, voluta dal ministro Giuliano Amato, per accertare le condizioni di vita e il rispetto dei diritti umani.
La commissione, presieduta da Staffen De Mistura e della quale fanno parte rappresentanti di diverse associazioni umanitarie, ha incontrato il prefetto di Agrigento Bruno Pezzuto e i vertici delle forze dell'ordine (Capitaneria di Porto, Carabinieri).



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