Mentre si cercano possibili soluzioni per fronteggiare il fenomeno dell'immigrazione clandestina, a Lampedusa proseguono gli sbarchi di immigrati e in mare i soccorsi si fanno sempre più difficili, in considerazione soprattutto delle pessime condizioni delle 'carrette del mare' che trasportano uomini, donne e bambini in sovrannumero, in precaria sicurezza e in assoluta mancanza di igiene.
Nel frattempo sull'isola è attivo da alcuni mesi un 'Presidio' della Croce Rossa Italiana, rivolto a collaborare nella vigilanza delle condizioni di salute dei migranti irregolari, con un'azione di intervento e sostegno soprattutto verso i minori e le donne.
Il progetto, denominato "Praesidum: potenziamento delle capacità di gestione dei flussi migratori misti in emergenza nell'isola di Lampedusa", è in atto dal 1° marzo scorso in virtù di una Convenzione siglata tra il Ministero dell'Interno - Dipartimento della Pubblica Sicurezza - Direzione Centrale dell'Immigrazione e della Polizia delle frontiere e la Croce Rossa Italiana.
"Dalle relazioni e dalle testimonianze del personale CRI presente nel Centro di soccorso e di prima accoglienza di Lampedusa - commenta il Presidente Nazionale della CRI, Massimo Barra - emerge il valore aggiunto della Croce Rossa, impegnata a collaborare nel rendere più umana la permanenza sull'isola e nel garantire il rispetto dei diritti fondamentali dell'uomo. Al personale della Croce Rossa che si avvicenda a Lampedusa, dirigenti, volontari, sorelle e specializzati, va riconosciuto questo impegno ed insieme la gratitudine per il lavoro fin qui svolto".
"I resoconti sull'attività svolta raccolgono tante storie vissute e raccontate - prosegue Barra - da chi svolge un lavoro spesso nascosto, certamente difficile, ma sempre con risolutezza, dedizione e professionalità e con il tradizionale sorriso che contraddistingue il messaggio di umanità della Croce Rossa". Sul sito della Croce Rossa www.cri.it, nella sezione 'servizi, news e attività', è riportata significativamente la testimonianza da Lampedusa - che qui di seguito pubblichiamo integralmente, scritta da una Infermiera Volontaria: un racconto dove si intrecciano sguardi, incontri, partenze e che dà appieno il senso del dolore e della disperazione non solo dei migranti, ma anche degli operatori che li assistono..
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