Ambiente: batterie casalinghe e
telefoni cellulari, dove vanno a finire?
Se avessimo il coraggio di tuffarci con la maschera nelle acque di qualche porticciolo turistico, là dove attraccano panfili di varia stazza e metratura, potremmo ‘ammirare’ zone visibilmente pulite, senza alghe e anche di un forse fascinoso colore verdastro. In realtà, un colore innaturale, vivido e livido, il colore della morte. Se ci si avvicina a quel fondale atipico, non di rado si può vedere che la centro del nulla c'è una piccola, semplice, batteria di casa che spande il suo acido mortale.
E che dire dei telefonini cellulari, che contengono sostanze e metalli altamente nocivi e tossici quali il cadmio, il nichel, il mercurio, che, lungi dall'essere degradabili è inquinano e ammalano l'ambiente in cui vengono dispersi?
Il problema dei cellulari dismessi si sta trasformando in un'emergenza planetaria, ove si pensi che annualmente si rottamano alcune decine di milioni di esemplari.
Nel solo 2006 nel mondo sono stati prodotti circa un miliardo di telefoni cellulari con il risultato di rendere gli impianti attualmente esistenti per la rottamazione eco compatibile assolutamente inadeguata alle esigenze sempre maggiori.
Ad oggi solo una quota minima inferiore al 10% dei cellulari viene rottamato con un trattamento rispettoso dell'ambiente, il residuo viene incenerito o smaltito in discarica con un impatto ambientale notevole date le sostanze contenute.
L'unico impianto italiano idoneo al problema, forse, è quello in zona di Lecco, capace di riciclare fino a una cinquantina di tonnellate di materiale digitale. Nulla di più.
Da mesi la stampa quotidiana e periodica ci invade con il terrore di disastri ecologici - buco nell'ozono, scioglimento dei ghiacci, mancato letargo degli animali dell'emisfero nord- e i possibili rimedi forniti dalla tecnologia: pannelli solari, energia eolica e quanto altro, risibile per catastrofi di quelle dimensioni.
Chi non tifa a gran voce Kioto, inoltre, passa per essere una sorta di mascalzone appena paragonabile a un terrorista. Infatti è stata coniata anche un'apposita parola "ecoterrorista".
Lasciamo stare una certa visione nazionale della politica internazionale, in base alla quale gli USA sono degli ecoterroristi, ché non firmano il protocollo di Kioto, ma non lo sono la Cina o l'India o la Corea, che, peraltro, tutti accusano di sviluppo industriale selvaggio e senza regole. Oppure che dire della grande madre Russia, che si mormora scarichi in acqua tutto, comprese le scorie radioattive, sì che il Baltico è uno dei mari più inquinati del mondo. E la cialtroneria nel disastro nucleare di Chernobyl del quale, ancora oggi a decenni di distanza ne subiamo gli effetti?
Ma, senza pietismi, trasferiamo il problema qui da noi in Italia, dove certe amministrazioni - senza distinzione di regioni - strombazzano interventi “efficacissimi e avveniristici” per risolvere il problema dell'inquinamento con la raccolta differenziata dei rifiuti, piazzando orrendi e giganteschi cassonetti di differente colore, proprio per rappresentare plasticamente la differenziazione della raccolta.
E qui si chiude l'intervento tecnologico municipale. Pur vero che per lo smaltimento delle batterie delle auto ci pensa l'elettrauto, così come il meccanico, o il distributore di benzina, pensano all'olio usato (quel bell'olio nero). A noi resta da pensare, o, piuttosto sperare, che lo smaltimento sia a regola d’arte. E non finisca a terra o a mare insieme con il resto del petrolio e dei detersivi delle petroliere.
Quello che invece compete a noi cittadini è trovare i contenitori dove gettare le batterie esaurite. Sì, quelle dei telecomandi TV o quelle delle torce elettriche e dei vari ammennicoli domestici. Aggeggi super inquinanti che producono effetti dannosi per anni. Spesso vengono gettate in mare o nei cassonetti. Si, ma di quale colore? Rarissimamente se ne trova qualcuno di forma e colore particolare creato appositamente per le batterie, che dato il loro potenziale di inquinamento non possono essere raccolte - e quindi smaltite- con altri materiali.
Un premio a chi trova in pochi minuti questo special-cassonetto
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