L'Istituto diretto da Armida Batori, con i suoi preziosi laboratori di diagnostica e restauro, rappresenta una delle più affinate 'cliniche' scientifiche al mondo per la conservazione del libro
La prestigiosa 'Biblioteca del Libro" che nacque nel 1938 anno di fondazione dell' "Istituto centrale per la patologia del libro", è stata aperta al pubblico a Roma in una nuova moderna veste scientifica e didattica, nell'ambito delle manifestazioni per la Settimana della Cultura. La nuova Biblioteca, la prima in Italia con una sia precisa specializzazione sul tema del libro, è un luogo unico in cui il libro non è solo uno strumento di studio ma è esso stesso oggetto di studio. Nei suoi spazi di consultazione compaiono testi - anche in lingua straniera - relativi a tutti gli aspetti della produzione libraria dalle origini ai giorni nostri: dalle discipline che studiano i contenuti testuali del libro, alla storia delle biblioteche, dall'archeologia del libro, in quanto studio dei materiali e ricostruzione delle tecniche antiche di fabbricazione dell'oggetto-libro, alla ricerca scientifica applicata alla conservazione e al restauro, dalla storia dell'editoria a quella del commercio librario.
Nel corso dell'inaugurazione, avvenuta alla presenza del Direttore generale per i beni librari e gli istituti culturali Luciano Scala, hanno effettuato interventi il Prefetto della Biblioteca Apostolica Vaticana, Sua Eminenza Raffaele Farina, lo storico dell'arte Bruno Toscano, il Direttore dell'Istituto Centrale per il Restauro Caterina Bon Valsassina, il Comandante dei Carabinieri Tutela Patrimonio Culturale, Generale Giovanni Nistri, e la direttrice dell'Istituto, dott.ssa Armida Batori.
La biblioteca, ha attraversato di recente due tipi di riqualificazione. La prima è stata di ordine ambientale, con una ristrutturazione messa a punto dall'Ufficio tecnico dell'Istituto, diretto dall'Arch. Francesco Bossi, e un allestimento ex-novo, che è stato curato dallo Studio Passarelli per la realizzazione di nuove sale di lettura a scaffale aperto, di una sala per la consultazione di materiale multimediale e di una sala conferenze, destinata alle iniziative didattiche e di informazione scientifica dell'Istituto.
La seconda, di ordine funzionale, organizza la catalogazione retrospettiva in SBN del catalogo cartaceo e la realizzazione del catalogo completo on line, consultabile anche in remoto all'interno del sito internet dell'ICPL, nonché con l'attivazione dei servizi di informazione bibliografica, prestito interbibliotecario e fornitura di fotoriproduzioni. Servizi, questi, operativi anche attraverso la posta elettronica.
Nella nuova sala conferenze è stata installata, grazie al generoso contributo della 3M, un'opera polimaterica realizzata dall'artista Bruno Conte, che è stata anche utilizzata per il logo della nuova biblioteca. La Biblioteca vanta 15.000 volumi, 400 periodici di cui 170 correnti e importanti collezioni acquisite nei primi anni di attività dell'Istituto, di grande interesse per la storia del libro.
Questo patrimonio sarà ora fruibile non solo dal personale interno tecnico-scientifico, ma anche dagli operatori del settore e dai ricercatori delle discipline del libro, attraverso l'attivazione di un centro di documentazione specializzato.
Nell'ambito del nuovo centro di documentazione, è stato inoltre avviato recentemente un progetto per la catalogazione e la digitalizzazione dell'archivio fotografico e per la creazione di una base dati contenente gli articoli delle riviste specializzate pubblicate dall'ICPL. Il prodotto finale del progetto sarà un portale di accesso agli archivi digitali realizzati, che consentirà una fruizione integrata dei documenti e costituirà uno strumento innovativo per approfondire la riflessione sull'evoluzione della teoria e della prassi del restauro librario in Italia. Il portale è stato concepito per utilizzare lo spazio web come una estensione dello spazio materiale della Biblioteca: consentirà infatti di usufruire di servizi a distanza e fungerà da raccordo con gli altri archivi digitali prodotti dall'Istituto e con le risorse di rete utili per le ricerche bibliografiche nel nostro settore di specializzazione.
La scienza del restauro librario
L'Istituto centrale per la patologia del libro, che ha sede in Roma, via Milano 76, è il più grande, attrezzato e sofisticato ospedale per la cura del patrimonio librario italiano. L’Istituto è al vertice della scienza e della tecnologia applicate al libro. La sede è una palazzina degli anni Trenta destinata in un primo tempo all'istituto di Botanica della Sapienza, e per questo circondata ancora da un suggestivo giardino ricco delle più pregiate piante esotiche, popolato anche da gatti che sonnecchiano al sole.
All'Istituto possono rivolgersi i titolari delle 15 mila biblioteche pubbliche (si calcola che siano complessivamente oltre 260 milioni i volumi che custodiscono, e gli 'ammalati' più gravi e i loro 'frammenti' di maggiore pregio approdano a questo Istituto. Quando un libro intaccato dal tempo o comunque deteriorato (ma anche una stampa, un disegno, un manoscritto) varca la soglia di questa clinica specialistica, viene preso in carico dalla direttrice Armida Batori e passato al vaglio dei tecnici di suoi sei laboratori: ambientale, biologia, chimica, restauro, fisica, tecnologia, più il servizio di diagnostica avanzata. Segue una riunione preliminare dei tecnici dai settori più appropriati per l'intervento richiesto (i ricercatori dell'Istituto sono complessivamente una cinquantina) per un vero e proprio consulto al quale fa seguito un piano di recupero, la cui regia è affidata ai diversi specialisti di settore.
I pericoli più terribili del libro: acqua e fuoco
“I pericoli per i libri nemici dei libri - spiega la direttrice - sono di due generi: quelli eccezionali e quelli ordinari. Nel primo gruppo ci sono gli incendi, le alluvioni e in genere le calamità naturali, ma anche le guerre. Nel secondo, invece, si possono inserire in un triste “pari merito” tutti i fattori ambientali: umidità, muffe, funghi, tarli, insetti".
L'Istituto è anche un attivissimo laboratorio di ricerca sulle nuove tecnologie. Nel 1904, per esempio, bruciò la Biblioteca nazionale di Torino. Il fuoco è un nemico che non lasciava speranza, almeno fino a poco tempo fa. Ora, invece, un progetto di ricerca tra l'Istituto, la Biblioteca interessata e il dipartimento di fisica nucleare del Politecnico di Milano, sta sperimentando una tecnica di reidratazione e distensione dei residui di quelle antiche pergamene bruciate, rattrappite e incollate le une alle altre.
Oltre al fuoco, c'è poi l'acqua. La Biblioteca nazionale di Firenze fu sconvolta dall'alluvione del 1966. Allora i libri furono smembrati e messi rudimentalmente ad asciugare in essiccatoi. Oggi il settore di ricerca dell'Istituto sui libri 'inondati', ha fatto passi da gigante. Nel '94, per esempio, quando il fiume esondò in Piemonte, la biblioteca di Pavese a Santo Stefano Belbo fu allagata e, con le nuove tecnologie, i pezzi recuperati vennero dapprima congelati e poi liofilizzati per bloccare il processo di umidificazione.
Un altro intervento di particolare interesse fu invece attuato alla Biblioteca Marciana, a Venezia, per una vera e propria 'guerra' per bloccare dei pericolosi tarli divoratori della carta. Una soluzione si è trovata anche per i palinsesti, cioè per quei testi medievali che venivano abrasi per essere riscritti. Un prezioso 'palinsesto' che conteneva "La Repubblica" di Cicerone era stato irrimediabilmente macchiato. Oggi , però, con nuove tecniche ottiche che si servono della multi-spettralità, si riescono a decifrare pagine quasi illeggibili per i danni del tempo o di errori umani.
I volumi restaurati dai ricercatori dell'Istituto sono circa un centinaio l'anno, per ogni restauro occorrono almeno sei mesi e la spesa per ciascuna intervento può toccare anche i 50 mila Euro.
Consulenze anche ai privati
A maggio di ogni anno, nel corso della "Settimana della cultura", l'Istituto apre i suoi prestigiosi laboratori per un consulto scientifico anche ai possessori di libri comuni mal ridotti, che spesso giacciono abbandonati dentro comuni biblioteche domestiche: attraverso i siti web dell'Istituto si possono prendere appuntamenti per avere suggerimenti per il recupero, con diagnosi e terapie. "Si deve sottolineare - spiega la direttrice dell'Istituto Armida Batori - che oggi i volumi più bisognosi di cure, non sono, contrariamente a quanto si immagina, i vecchi e robusti codici membranacei e neppure i vecchi libri di carta ricavata dagli stracci e prodotta fino alla prima metà dell'Ottocento, ma i nostri volumi moderni di carta povera e deperibile". Senza dire dei manoscritti recenti (lettere, diari, originali di opere contemporanee) i cui inchiostri tendono a sbiadirsi e la carta a sfaldarsi.
La “Chartula di San Francesco, un restauro di valore storico
“Recentemente - spiega la direttrice dell'ICPL Armida Batori - i responsabili del Sacro Convento di Assisi ci hanno affidato il restauro della Chartula di San Francesco, uno dei due antichi documenti con la firma autografa del Santo che sono arrivati fino a noi. La Chartula, un minuscolo foglio rettangolare di 13 centimetri per sei, contiene il testo delle Laudes Dei Altissimi, e dietro una benedizione a Frate Leone, amico e compagno del Santo. Frate Leone per 46 anni portò con sé la Chartula piegata in quattro, fino alla morte avvenuta nel 1271. Nel restauro di questo piccolo frammento sono state applicate le tecnologie diagnostiche più avanzate di cui oggi si dispone”.
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