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Del seguente articolo:

marzo-aprile/2008 -
Architettura, una platea di ampiezza mondiale
Nel campus universitario di Tor Vergata "spazio sacro" per due milioni di giovani
Paola Gregory

Marco Petreschi, Paolo Marciani e Diana Petti: il prestigioso spazio per l’Assemblea della Giornata Mondiale
della Gioventù con Papa Giovanni Paolo II nel contesto delle celebrazioni del Giubileo del 2000

Uno dei suoi progetti più importanti, Petreschi lo ha realizzato assieme a Paolo Marciani e a Diana Petti, nel contesto del Giubileo del 2000, allestendo nella spianata dell’Università di Tor Vergata un immenso spazio scenografico per l'Assemblea della XV Giornata Mondiale per la Gioventù celebrata alla presenza di Papa Giovanni Paolo II.
Il lavoro è consistito in una gigantesca 'macchina teatrale' all'aperto che ha ospitato il Pontefice, collocata su un palco leggermente elevato per ottimizzarne la visuale, progettato per accogliere al suo interno uno spazio per una dozzina di officianti nella liturgia, vescovi e prelati, seduti a centinaia, un palcoscenico con orchestra e coro di circa 300 elementi (in complesso circa 1.600 persone), oltre allo spazio nel backstage con vestiboli, camerini, catering, servizi e quanto necessario per gli indispensabili servizi di sicurezza.
Nella platea sottostante inizialmente prevista per accogliere un milione di giovani (che poi in realtà hanno superato i due milioni e mezzo), viabilità, parcheggi e organizzazione di tutti gli apparati di illuminazione e servizi per la diffusione radio-televisiva dell'evento su scala mondiale.
Una delle più grandi platee mai vista nel passato, interamente realizzata nel concetto di quel cosiddetto 'effimero' che nasce e si esaurisce nel contesto della manifestazione stessa cui è dedicato. Una grande opera di architettura, progettata, costruita e vissuta in perfetta armonia con il morbido e flessuoso sviluppo dei 350 ettari del paesaggio collinare circostante. Sopra al palco, una copertura costituita da una sorta di immensa ed eterea 'tenda in campagna' , "un vero simbolo che accompagna le Chiesa nella sua evoluzione storica", per usare le parole di Petreschi, una copertura di aspetto ampio e leggero che si potrebbe anche definire 'ventilato', in una semplificazione dei termini architettonici, sorretta da pilastri inclinati. L'intero complesso è realizzato in legno ad elementi modulari, compreso un lunghissimo 'muro', struttura portante di tutto il complesso, una quinta architettonica estesa per 160 metri lineari ad abbracciare lo sguardo dei partecipanti all'assemblea. A una estremità, conficcata nel muro, una maestosa Croce di Cristo in acciaio, alta trentasette metri, visibile dalle più remote distanze. Non solo per l'alto significato simbolico dell'evento, questa Croce è stata elemento di richiamo per i milioni di pellegrini che già da lunga distanza hanno potuto orientarsi per raggiungere il luogo della cerimonia.
La finalità intima dell'architetto progettista, per continuare ad usare i concetti espressi da Petreschi a margine del progetto, è legata alla sua capacità di creare uno spazio che, una volta ideato attraverso la sua geometria, sia in grado di infondere un'atmosfera e un carattere consoni alla funzione alla quale è destinato.


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