L’inammissibile è solo una tra le inesauribili ipotesi, cui il caso assegna al suo accadere possibilità infinitesimali. L'assurdo, allora, non è quanto smentisce la stentata ragione degli uomini. Un'eventualità piuttosto, come altre virtualmente possibile."
Questo l'incipit di Ladro di Sogni, una serie di piccoli racconti di Cesare De Sessa. Le cinque storie si snodano lungo i bordi di un assurdo che vuole rendere evidente quanto sia diventata pericolosamente paradossale la realtà che viviamo. La visionarietà dell'autore, che descrive atmosfere sospese tra Beckett e Kafka, racconta le vicende di alcuni antieroi ripiegati su loro stessi per l'impraticabilità del mondo. Attraverso una scrittura netta e rigorosa, che sembra voler fare da contrappunto alla sbrigliata immaginazione del narratore, troviamo un viaggiatore proiettato in una dimensione temporale appartenente a un futuro remoto. Nella quale gli uomini 'perfetti' che il protagonista vi trova, sono in realtà creature fragili, schiacciate dalla stessa 'perfezione' da loro creata. Oppure ci si trova immersi, nel racconto successivo, in una stanza, dove il protagonista, dopo aver patito l'essiccamento dei sentimenti, non riesce a capire se è stato trasformato in un effetto sorpresa di un raffinato programma informatico.
Le chiavi di lettura prospettate sono varie, una sicuramente è da individuare nell'uso del fantastico come specchio deformante del reale, sicché l'invenzione letteraria è trasformata in metafora per illustrare la condizione di inadeguatezza dei personaggi.
Sicché non è difficile capire come le storie straordinarie narrate nel libro rappresentano una denuncia, rivolta a una società che sempre più impone condizioni di vita inumane. Una società che ha inquinato persino i sogni, come racconta la vicenda di Alfa Beta, che si vede catapultare nella vita ciò che sogna durante la notte. Fino all'epilogo amaro che dice come il sogno si riprende uno per uno gli oggetti regalati, proseguendo in modo spietato questo lavoro di sottrazione fino a rubare tutto al trasognato personaggio. Il libro è attraversato da un pessimismo, forse irrecuperabile, che sembra precludere ogni possibilità di riscatto, ogni speranza di riabilitazione a una condizione umana degna di questo nome.Ma forse questo pessimismo vuole rappresentare, nell'intento dell'autore, come sembra di capire dalla conclusione dell'ultimo racconto, una sorta di estrema ratio. Il punto remoto da cui, con un ultimo guizzo di consapevolezza, l'uomo sappia muovere per ribellarsi a tutti i modelli indotti e riappropriarsi così di una dimensione più consona alla sua natura. Per ritrovare, in sintesi, la forza della speranza.
(Ladro di Sogni, Avagliano Editore pagg. 200, €14).
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