“Abbiamo percorso 2.700 km di strade e autostrade
per verificarne il grado di rischio. Negli ultimi anni la situazione
è migliorata, ma sono ancora troppe le lacune per garantire
un’adeguata protezione ad automobilisti e motociclisti”. Questo il giudizio
sintetico che gli esperti della rivista “Altroconsumo” hanno dato
nell’edizione dello scorso mese di aprile sullo stato di salute
della sicurezza nelle strade italiane
Dalle strade un bilancio impressionante riguardo al numero delle vittime, gli ultimi dati Aci-Istat dicono che nel 2006 nel nostro Paese si sono verificati circa 238 mila incidenti stradali, che hanno causato la morte di almeno 5.700 persone e il ferimento di altre 333 mila. Per dare un’idea, è come se nel giro di un anno tutti gli abitanti di Firenze fossero stati coinvolti in un incidente. Qualcosa nella prevenzione si è certo messo in moto, ma rimane molto da fare per dotare le nostre strade di standard uniformi di sicurezza che garantiscano l’incolumità di automobilisti e motociclisti. Scorporando il dato iniziale, si può dire che si sono verificati 652 incidenti stradali ogni giorno (in pratica uno ogni due minuti), per un totale di 16 decessi e 912 ferimenti quotidiani. Le cifre sono enormi, ma comunque in calo rispetto all’anno precedente. Le lacune da colmare rimangono tante: con una media annua di 95 vittime della strada per ogni milione di abitanti, l’Italia registra un tasso doppio rispetto ad altri Paesi europei come il Regno Unito, i Paesi Bassi e la Svezia, che si fermano a 50 decessi per milione di abitanti. Nel Libro Bianco del 2001, l’Unione europea aveva fissato l’ambizioso obiettivo di dimezzare in questa giungla d’asfalto l’alto numero delle morti stradali entro il 2010. Il nostro Paese è riuscito finora a diminuire il numero delle vittime del 20% ma difficilmente riuscirà a centrare lo scopo prefissato dall’Europa. Per fare il punto della situazione, “Altroconsumo” ha ripercorso le strade e le autostrade con il più elevato tasso di incidenti della Penisola per verificarne il grado di sicurezza e per valutare eventuali miglioramenti oppure peggioramenti rispetto a una precedente indagine sul campo già effettuata nel 2003. A distanza di cinque anni dalla prima inchiesta, il periodico è tornato dunque a occuparsi della sicurezza delle nostre strade e autostrade. Tra ottobre 2007 e gennaio 2008 sono stati ripercorsi la maggior parte degli itinerari analizzati anni prima, per verificare se e quali modifiche ci sono state nel frattempo per migliorare la tutela di chi guida le quattro e le due ruote. Rispetto alla precedente inchie-sta, è stato rilevato un incremento del 33% la rete stradale analizzata: nel complesso sono stati percorsi oltre 2.700 km. L’elenco delle tratte comprende il 50% delle strade indicate dal ministero dei Trasporti come quelle più pericolose d’Italia e il 50% di quelle segnalate come più a rischio dal rapporto Aci dell’agosto 2007. Tra le priorità è stata posta particolare attenzione nelle diverse ispezioni sulla sicurezza delle strade in relazione a problemi di continuità del tracciato stradale, presenza di barriere e ostacoli, geometria rischiosa di svincoli, intersezioni, correttezza della segnaletica, livello di vi-sibilità e illuminazione, interventi di manutenzione e presenza di cantieri, comportamento degli automobilisti, grado di sicurezza per motociclisti, ciclisti e pedoni, volumi di traffico, sicurezza delle gallerie. Dall’indagine è emerso un quadro variegato: alcune tratte hanno sicuramente fatto passi in avanti per quanto riguarda la sicurezza, mentre altre sono rimaste lacunose, se non addirittura hanno peggiorato la qualità delle infrastrutture. Sulle strade della Valbrembana, ad esempio, gli esperti del periodico hanno rilevato una discesa in forte pendenza con immediata curva a gomito prima di un sottopasso: una situazione di per sé molto pericolosa, aggravata dal fatto di non essere segnalata in modo adeguato. L’imprevedibilità del tracciato può ritardare la reazione del guidatore in caso di sorprese. È bene quindi che le strade abbiano linee quanto più possibili continue. Ovviamente ciò non sempre è possibile, anche per via della conformazione del territorio. Quando si presentano discontinuità improvvise nel percorso (curve strette, salite o discese, immissioni in altre strade, passaggio da 3 a 2 corsie, gallerie...) debbono apparire segnalazioni chiare poste in modo tale che il guidatore abbia tutto il tempo di reagire adeguatamente, senza sor-prese. Per esempio, l’automobilista non deve essere messo nella condizione di frenare bruscamente (rischiando di essere tamponato) né di proseguire con la stessa modalità di guida (rischiando di finire fuori strada per eccesso di velocità). Un altro rischio rilevato nella stessa strada, è relativo all’immissione nel sottopasso in corrispondenza della circonvallazione di Plorzano (Bergamo): la visibilità è scarsa e l’automobilista non ha percezione di ciò che troverà pochi metri dopo: una curva a gomito delimitata da una barriera metallica. Problemi legati alla continuità del tracciato si incontrano inoltre lungo tutto il tratto Orientale Sarda da S. Teodoro a Palau, dove si alternano lunghi rettilinei e tratti molto tortuosi. Lo sbandamento e l’uscita di strada sono le tipologie di incidente che più frequentemente interessano i veicoli isolati (quasi il 10% del totale degli incidenti). La barriera di sicurezza è fondamentale per trattenere i veicoli sul tracciato e limitare i danni per gli occupanti. La barriera deve essere continua, così che si deformi gradualmente con l’impatto del veicolo e lo arresti senza sbalzarlo o bloccarlo di colpo. I punti più a rischio sono la parte iniziale e quella finale della barriera, oltre alle zone di raccordo tra una struttura e l’altra. In queste aree il pericolo è elevato soprattutto per i motociclisti, per i quali l’impatto contro le parti sporgenti della barriera può rivelarsi letale. Nel proseguire l’elenco di qualche esempio di situazioni che potrebbero divenire critiche, rilevate nel corso dell’inchiesta, un punto pericoloso è stato identificato nel raccordo della A1 con il Grande Raccordo Anulare di Roma: dopo un lungo rettilineo ci si trova in una rampa curva che ha un raggio molto stretto non adeguatamente segnalato in precedenza. La geometria delle strade Riguardo ai problemi legati alla geometria delle strade e alla se-gnaletica, i punti più pericolosi sono gli incroci, gli svincoli e le curve. Sulle strade con elevati flussi di traffico e numerosi incroci, la sicurezza è più elevata dove le altre strade di intersezione si immettono nei cosiddetti controviali e non sulla carreggiata principale. Procedendo per esempi, Altroconsumo segnala la strada Pontina che si segnala in negativo per i numerosi accessi laterali e la contemporanea assenza di controviali che facilitino lo scorrimento del traffico in entrata/uscita. Anche sulla autostrada A3 Napoli-Salerno, dove in questi anni sono stati diversi gli interventi di riqualificazione, rimangono però alcuni svincoli troppo ravvicinati che contribuiscono a congestionare la circolazione. In prossimità dello svincolo per Salerno, all’imbocco di una galleria, c’è invece un esempio di cantiere adeguatamente se-gnalato. Questo genere di segnalazioni sono indispensabili sia per la corretta percezione della strada, soprattutto in condizioni di scarsa visibilità, sia per ricordare agli automobilisti i comportamenti corretti da tenere (limiti di velocità, divieti, precedenze. Sulla Tangenziale Est di Milano c’era l’anomalia di un’uscita che si imboccava a sinistra, cioè dalla corsia di sorpasso (ora stanno ponendo rimedio alla situazione). Sulla A12 Genova-Pisa c’è uno svincolo molto vicino all’imbocco di una galleria, che può rappresentare un pericolo soprattutto durante le ore notturne. Accessi quasi continui e rotatorie inadeguate contraddistinguono la strada Orientale Sarda. Riguardo al sistema delle segnalazioni, se ben gestito, può rivelarsi molto utile il sistema dei pannelli a messaggio variabile (i cosiddetti PMV), comunicazioni luminose che informano tempestivamente gli automobilisti di eventuali problemi (code, incidenti, chiusura svincoli...). Con questi pannelli a messaggio variabile la comunicazione nelle strade ha ampi margini di miglioramento. I PMV sempre più spesso vengono utilizzati in modo corretto (non più per dare messaggi promozionali). Secondo i dati Istat oltre il 45% degli incidenti stradali è provocato da comportamenti errati al volante: le tre prime cause di incidente sono il mancato rispetto delle regole di precedenza, la guida distratta e la velocità troppo elevata. Sono infatti troppi automobilisti che non osservano le più elementari regole di sicurezza. In molti casi non c’è miglioramento delle infrastrutture che tenga: sorpassi azzardati, velocità oltre i limiti e manovre pericolose rischiano di rendere vano qualsiasi sistema di sicurezza. La prevenzione del rischio attraverso misure strutturali deve andare di pari passo con mirate campagne di sensibilizzazione degli automobilisti e con un sistema di controlli efficiente. Insieme alla carota deve essere previsto anche l’uso del bastone: la decurtazione di punti sulla patente per infrazioni al Codice della strada e l’inasprimento delle sanzioni per chi mette a repentaglio la propria sicurezza e quella degli altri (legge 160/07) hanno dato risultati positivi. Morti e feriti sulle strade Secondo i dati resi noti dal ministero dei Trasporti, rispetto all’anno precedente, il secondo semestre 2007 ha registrato un calo del 17% dei morti e dell’8% dei feriti per incidenti stradali. Per migliorare la situazione viaria ci vogliono naturalmente i soldi. A livello locale, per esempio, un modo che permetterebbe di punire gli automobilisti che sbagliano e nel contempo di raccogliere fondi per il miglioramento delle infrastrutture sarebbe quello di effettuare regolari controlli. Gli interventi di manutenzione, di differente portata, possono avere l’obiettivo di mantenere gli standard di sicurezza precedenti (per esempio, ripristinando il manto stradale) o, meglio ancora, di elevarne il livello (per esempio, sostituendo la vecchia copertura con asfalto drenante). Se eseguita in modo inadeguato la manutenzione può invece rappresentare un ulteriore pericolo per gli automobilisti (cantieri mal segnalati, materiale fuori posto, “pezze” di asfalto sporgenti dalla superficie stradale, raccordi di barriere non idonei...). I cantieri stradali Spesso i cantieri sono mal segnalati e possono creare problemi di sicurezza per i viaggiatori e per chi vi lavora. Per differenti motivi (rifacimento del manto stradale, sistemazione delle barriere, manutenzione della segnaletica...) in alcuni tratti la viabilità può diventare problematica Nel quadro di questo elemento di indagine, Altroconsumo segnala il tracciato stradale della A4 nel tratto Taranto-Cerignola: la strada è pianeggiante e rettilinea, tuttavia le differenze di asfalto del manto stradale possono causare difficoltà di guida, soprattutto in caso di pioggia. Durante la sera e quando scende la notte si alza il grado di pericolosità degli incidenti: il numero è minore, ma cresce l’indice di mortalità (4,2 vittime ogni 100 incidenti). Con il buio, il rischio di morire è maggiore fuori dai centri abitati (8,7 morti ogni 100 incidenti, contro i 2,5 delle città), anche se nelle aree urbane si verifica un numero di incidenti superiore di oltre il doppio rispetto a quello delle altre strade. Quando sale il buio, le gemme riflettenti poste sulle barriere ai lati delle carreggiate della strada facilitano ai guidatori la visione dei tratti successivi da percorrere. Le linee localizzate sull’asfalto mantengono l’automobilista in carreggiata. Una buona visibilità è naturalmente indispensabile nei tratti stradali in galleria. Oltre a un’adeguata illuminazione all’interno del tunnel, può essere utile l’impiego di particolari vernici riflettenti. Particolare attenzione deve essere posta agli imbocchi e alle uscite delle gallerie, per evitare fenomeni di abbagliamento nel passaggio tra luce artificiale e luce naturale. In altre strade analizzate, di sicuro alcuni tratti non brillano per visibilità. Sulla via del Mare tra Roma e Ostia la presenza di alberi ai lati delle corsie ostacola la visuale e copre la segnaletica. La Via dei Laghi, sempre nella provincia di Roma, si contraddistingue in negativo per l’assenza di gemme luminose e paletti che delineano il margine della carreggiata. La conformazione molto tortuosa della A7 Milano-Genova si traduce in una visibilità a tratti difficile per gli automobilisti. Sarebbe davvero necessario che la Amministrazioni comunali destinassero al miglioramento delle proprie strade il denaro incamerato con le multe, come indicato nel Codice della strada (art. 208). Autotreni a ‘ruota libera’ Nel 2006 sono stati oltre 28 mila i camion coinvolti in incidenti (circa 7% del totale). Percorrendo le nostre strade è evidente la loro massiccia presenza, fattore che limita le condizioni di sicurezza. Spesso i camion si dispongono in colonna su un’unica corsia, incrementando il rischio di tamponamenti laterali; inoltre, durante le lunghe manovre di sorpasso tra due Tir, nella terza corsia si formano file di auto che non rispettano le distanze di sicurezza. L’eccessivo trasporto merci su gomma a discapito della ferrovia è un problema per il nostro Paese. Per attenuare il pericolo e aumentare la tutela degli automobilisti, su alcune tratte particolarmente trafficate (tangenziali e grandi raccordi anulari) sarebbe opportuno disincentivare la presenza dei camion, regolamentando il loro afflusso almeno durante le ore di punta. Il sorpasso tra mezzi pesanti avviene con minime differenze di velocità e tempi lunghi, costringendo spesso tutti gli altri veicoli a passare sulla corsia di sorpasso, l’unica libera. Corsie a ostacoli I cantieri che in questi anni hanno occupato le arterie stradali hanno prodotto miglioramenti in alcuni dei tratti da noi ispezionati. Ma rimane tanta la strada da fare per raggiungere standard uniformemente estesi in tutta la Penisola. Troppo spesso si punta alla semplice manutenzione dell’esistente, con al massimo qualche miglioria. Il sorpasso tra mezzi pesanti avviene con minime differenze di velocità e tempi lunghi, costringendo spesso tutti gli altri veicoli a passare sulla corsia di sorpasso, l’unica libera. Corsie a ostacoli I cantieri che in questi anni hanno occupato le arterie stradali hanno prodotto miglioramenti in alcuni dei tratti da noi ispezionati. Ma rimane tanta la strada da fare per raggiungere standard uniformemente estesi in tutta la Penisola. Troppo spesso si punta alla semplice manutenzione dell’esistente, con al massimo qualche miglioria. Alto rischio per moto e pedoni Quasi un veicolo su quattro coinvolto in incidenti è a due ruote (nel 2006 circa 54 mila motocicli, oltre 36 mila ciclomotori e circa 15 mila biciclette). I pericoli per motociclisti e ciclisti non sono legati solo alla carenza di manutenzione delle strade (per esempio, la classica buca nell’asfalto) e ai comportamenti scorretti degli automobilisti, ma anche alla sistematica mancanza di barriere che possano proteggerli in modo efficace nel caso escano di strada. Portando l’analisi più in generale, il Periodico rileva che, molto spesso, nella parte bassa delle barriere non esiste alcuna protezione continua (basterebbe anche una semplice rete metallica) e i motociclisti che cadono rischiano di scontrarsi violentemente contro i paletti verticali, con il pericolo di subire l’amputazione degli arti o lesioni molto gravi. Un’altra categoria debole è quella dei pedoni, che rappresentano oltre il 6% dei feriti per incidenti stradali e superano il 13% nel conteggio delle vittime. Nel complesso l’8% degli incidenti riguarda l’investimento di pedoni. Questi ultimi hanno un tasso di mortalità più che doppio rispetto ai conducenti e ai passeggeri dei veicoli. Per migliorare gli standard di sicurezza nei loro confronti, soprattutto nelle strade extraurbane, occorre aumentare percorsi ben separati dal resto della carreggiata e a loro dedicati e potenziare le segnalazioni e l’illuminazione nei tratti di attraversamento pedonale. Segnaletica chiara e visibile e adeguate protezioni sono fondamentali per prevenire tragedie come quella che lo scorso febbraio ha fatto cinque vittime a Fiumicino, in un tratto di strada da tempo al centro delle polemiche per la scarsa sicurezza. È emblematico il caso delle barriere di protezione: esse possono rappresentare un potenziale pericolo mortale per i motociclisti, che in caso di uscita di strada rischiano di impattare violentemente contro le parti sporgenti. Già esistono negli altri Paesi europei, soprattutto in Francia, barriere in grado di salvaguardare i guidatori delle due ruote, ma sulle nostre strade non ce n’è traccia. Rimane infine, di primaria importanza, l’educazione degli utenti della strada. Gli italiani non brillano per comportamenti improntati alla sicurezza: eccessiva velocità, manovre azzardate, mancanza di rispetto della distanza di sicurezza... sono tanti i comportamenti che innalzano il rischio di incidenti. Il meccanismo della patente a punti ha prodotto buoni risultati in materia di diminuzione delle infrazioni. Oltre che ricorrere ai sistemi elettronici, come l’Autovelox e il Tutor, dovrebbero essere incrementati i più tradizionali controlli delle pattuglie della Polizia stradale, per assicurare una presenza costante e avvertita dagli utenti.
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