La principale novità di questi anni in tema di controllo della velocità su strada è il cosiddetto “Tutor”, che in molte strade a grande percorrenza agisce in coordinamento con gli “Autovelox”. Il Tutor è un sistema che permette di rilevare la velocità media dei veicoli lungo tratte autostradali lunghe fino circa 10 a 25 km. Tramite sensori e telecamere registra gli orari di passaggio sotto le telecamere posizionate all’inizio e alla fine della tratta controllata, tenendo conto anche delle eventuali soste nelle aree di servizio. La multa scatta quando la velocità media supera quella consentita. Attualmente il sistema Tutor è attivo su circa 1.200 km di rete autostradale: nei primi dodici mesi dalla sua introduzione, i tratti interessati da questo monitoraggio hanno registrato una diminuzione del 20% degli incidenti, con un dimezzamento del tasso di mortalità. Non sono però tutte rose e fiori in questo sistema di rilevamento. Nelle strade dove è attivo il Tutor sono stati rilevati comportamenti pericolosi da parte degli automobilisti, soprattutto riguardo al rispetto della distanza di sicurezza e ai sorpassi. Che succede? Prendendo il caso della “A1”, nel tratto Napoli-Roma, quando si entra nel raggio di controllo del Tutor (la cui presenza è segnalata) spesso si formano plotoni di 5-6 veicoli che viaggiano compatti appena sotto i limiti di velocità consentiti: file di auto che sfiorano la soglia dei 130 km/h, ciascuna a breve distanza l’una dall’altra (circa 20 m). A quella velocità la distanza di sicurezza deve essere non meno di 70 m. Una minima distrazione potrebbe dunque causare tamponamenti a catena con conseguenze anche gravissime. Altra situazione tipica è la formazione di file parallele di veicoli sulle differenti corsie. Dato che tutti tengono praticamente la stessa velocità, le manovre di sorpasso finiscono per diventare molto lunghe, con l’aumento del rischio di incidenti. In sostanza, il Tutor fa bene il suo lavoro. Ma in tema di velocità occorrerebbe una maggiore sensibilizzazione degli automobilisti, magari facendo leva sul loro portafoglio: per esempio, si potrebbe prevedere un sistema di pedaggi a corretto utilizzo e la diffusione di pannelli a messaggio variabile che assicurano un buon livello di comunicazione agli automobilisti.
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