Nel pesante conflitto
Nord-Sud del ‘50 il valore
del nostro Corpo Militare
Al Circolo Ufficiali dell’Esercito “Pio IX” a Roma è stato commemorato il 58° Anniversario della guerra di Corea. Presenti all’evento l’ambasciatore della Corea Joong-jae Kim, l’addetto militare dell’Ambasciata di Corea Colonnello Chong-wan Kim, il Presidente della Associa-zione veterani guerra di Corea Gianluigi Ragazzoni, i vertici del Corpo Militare CRI, il reduce Emilio Donatoni, le vedove e i figli di altri veterani. Durante il conflitto che vide contrapposte la Corea del Nord e la Corea Sud, iniziato il 25 giugno 1950 e protrattosi per tre anni, il Corpo Militare della Croce Rossa Italiana, su invito delle Nazioni Unite, inviò l’ospedale da campo n. 68, da 200 posti letto, rinforzato con un vasto poliambulatorio ed opportu-namente potenziato ed attrezzato per il servizio chirurgico. Direttori dell’ospedale furono il Capitano medico Luigi Coia, dall’ottobre 1951 al luglio 1952, ed il Maggiore medico Fabio Pennacchi dal luglio 1952 al dicembre 1954. L’organico della struttura era costituito in media da 70 elementi della Croce Rossa, fra ufficiali, sottufficiali, graduati, militi ed infermiere volontarie. L’ospedale del Corpo Militare CRI in zona d’operazione prestò una vasta e apprezzata opera umanitaria riscuotendo la commossa riconoscenza dei coreani e l’elogio vivissimo di tutte le autorità militari alleate e locali. Al suo comandante, Generale medico Fabio Pennacchi, allora Maggiore, fu riservato l’onore di rappresentare l’Italia alla firma dell’armistizio di Panmunjom, che pose fine a quel conflitto, ed a lui successivamente il Presidente degli Stati Uniti concesse la “Medal of Freedom”. A tutto il personale militare della C.R.I. importanti i riconoscimenti pervenuti: dal Presidente della Repubblica di Corea la “Presidential Unit Citation” e dal Governo la Medaglia “Ambassador for Peace”. Le Nazioni Unite hanno conferito la loro Medaglia di Servizio.La partecipazione a quel conflitto aprì le porte all’Italia per la sua successiva ammissione nel consesso delle Nazioni Unite. Oggi, nonostante siano trascorsi quasi sessant’anni da quele tensioni sul 38° parallelo, la situazione fra le due Coree, nord e sud, è tornata ancora pesante e ladel nucleare è reale.La paura è mondiale.
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