“La Croce Rossa Italiana sostiene un importante programma psicosociale in Palestina dall’inizio del 2005, in partenariato con la Mezza Luna Rossa Palestinese (Palestine Red Crescent Society). Il progetto è basato su due Centri di assistenza psicosociale in favore dei bambini vittime del conflitto, ad Hebron e a Khan Younis nella Striscia di Gaza. Ogni Centro segue annualmente circa 9.000 piccoli pazienti, per un totale di oltre 18.000 bambini. Inoltre, la CRI aprirà un terzo Centro di sostegno psicosociale a Gaza City per coprire le necessità della popolazione della parte centrale e settentrionale della Striscia di Gaza, mentre la parte meridionale della Striscia continuerà ad essere servita dal Centro CRI di Khan Younis. Anche il nuovo Centro psicosociale di Gaza City avrà la capacità di curare circa 9.000 piccoli pazienti all’anno. Intanto ci stiamo anche mobilitando per sostenere, in accordo con il Movimento, con ogni sforzo possibile le vittime del conflitto”.
Questa importante dichiarzione sugli aiuti umanitari alla popolazione civile di Gaza, la cittadina martoriata dal conflitto in atto che ha ormai toccato i mille morti, due terzi dei quali fra i civili, donne e bambini, è del Commissario Straordinario della Croce Rossa Italiana, Francesco Rocca, in una delle sue prime interviste del suo mandato governativo. “Al di sopra di qualsiasi operazione umanitaria a favore delle persone più deboli - ha proseguito Rocca incontrando Dossier Sicurezza - vige innanzitutto il rispetto del Diritto internazionale per la tutela dei minori”. Sulla base di questo principio, Rocca, avvocato penalista, 43 anni, è da un paio di mesi alla guida della Croce Rossa Italiana con la qualifica di Commissario Straordinario, ha anche commentato una delle primissime operazioni di attività umanitaria dell’Ente nel nuovo anno e che lui stesso ha seguito di persona: il trasferimento dall’avamposto che si affaccia sul mare di Lampedusa di un nutrito gruppo di minori privi di assistenza familiare e che in questi primi giorni del 2009 erano ospitati nel Centro di Prima Accoglienza per migranti. "La Croce Rossa Italiana considera una priorità la tutela dei migranti - ha spiegato Rocca - e quando abbiamo appreso della presenza di minori non accompagnati a Lampedusa abbiamo ritenuto nostro dovere intervenire immediatamente, superando qualsiasi problematica dei richiedenti asilo”. L’operazione di protezione nei confronti di questi ragazzi che erano arrivati in Italia da diversi Paesi africani, e che sono stati trasferiti nella struttura protetta del Centro Cri di Jesolo Lido, è stata seguita personalmente dal nuovo Commissario dell’Ente. La Convenzione delle Nazioni Unite del 1989 sui diritti del fanciullo, ratificata da tutti gli Stati membri, sancisce infatti che ‘tutti i minori sono uguali e hanno il diritto di vivere, di sviluppare in modo armonioso e completo la loro personalità, di partecipare pienamente alla società e di essere protetti. L’Onu stabilisce inoltre il principio secondo il quale l'interesse superiore del bambino deve essere la considerazione preminente in tutte le decisioni che lo riguardano’. L’avvocato Rocca, più che uomo di governo è un vero esperto nell’assistenza ai deboli e ha un lusinghiero passato di dirigente attivista in molte associazioni di volontariato. Formatosi alla scuola di don Luigi Di Liegro, come operatore alla Caritas nel decennio 1980-1990, si è sempre occupato di problematiche relative a minori e rifugiati. Per cinque anni è stato direttore generale dell’Ospedale Sant’Andrea a Roma. Già a capo del Dipartimento socio assistenziale della Cri fino al settembre scorso, dopo una brevissima esperienza nell’ottobre 2008 come direttore delle Politiche Sociali del Comune di Roma dove era stato chiamato dal sindaco Alemanno, il neocommissario, è stato scelto dal governo alla Cri nel novembre scorso con poteri di ordinaria e straordinaria amministrazione per la ricostruzione degli organi statutari dell’Ente. Da quando il Governo le ha affidato il delicato e difficile incarico della ristrutturazione del nostro Ente umanitario, i non addetti avrebbero potuto aspettarsi l’arrivo di un funzionario che potesse fare ordine – ove necessario e sembrava di capire solo amministrativamente – nella complessa macchina di assistenza per i deboli, lavorando non solo in Italia ma anche attraverso gli indispensabili collegamenti con la Croce rossa Internazionale nel mondo. “Considero questo nuovo incarico un vero atto di fiducia nei miei confronti – ha detto Rocca – e sono consapevole che ci sarà molto da lavorare, sia per la delicata situazione finanziaria in cui versa l’Ente, che - e soprattutto - per la questione dei volontari in periferia. Tutto ciò richiederà un grosso impegno da parte mia e del comitato centrale. Dobbiamo puntare su una struttura Cri efficiente con deleghe definite dove cruciale sarà appunto la valorizzazione del volontariato. La parola d’ordine sarà quella di recuperare il ruolo da protagonista dell’operatore umanitario” In uno dei suoi primi interventi ‘politici’ nella gestione interna dell’Ente, lei si è inaspettatamente presentato ad una assemblea di volontari del Lazio riscuotendo un favorevole e immediato consenso. Ma non solo, suggerendo anche alcune modifiche sostanziali nelle regole per le elezioni, le ha indette per febbraio per un completo rinnovo dei vertici. Quale contributi si aspetta dai volontari? “Per ora le uniche elezioni convocate sono quelle della compente dei Pionieri visto che ritenevo avesse la necessità di rinnovarsi, visto che i giovani sono l’avanguardia della nostra Associazione e noi ci teniamo particolarmente. I giovani sono il punto fermo da cui ripartire per costruire la nuova struttura di Croce Rossa. Per quanto le altre componenti, nel futuro occorrerà ristudiare il loro ruolo all’interno della struttura.” Dalla lettura delle sue prime dichiarazioni molto ha colpito la riflessione umanitaria sulla neonata morta a Roma, pare di freddo o di stenti, trovata sotto a un cavalcavia assieme alla madre albanese che era in stato confusionale. Un evento, questo, apparentemente marginale e che forse distrattamente i lettori leggono nelle brevi di cronaca , e che lei invece colloca in posizione del tutto diversa ''Dobbiamo essere tutti sconvolti dalla morte di una neonata, avvenuta proprio l’ultimo giorno dell’anno e vedo questa come una vera tragedia della solitudine e della disperazione. Questo è solo l’ultimo dei fatti di cronaca degli ultimi giorni, accomunati da drammi in cui hanno perso la vita minori costretti alla marginalità, un esercito di invisibili che vive nelle nostre città”. Anche alla luce del recentissimo rogo nella pineta di Castel Fusano, dove, in un territorio, un’oasi ‘protetta’ era d’un colpo sorta una minuscola baraccopoli che è andata drammaticamente a fuoco – due le vittime – cosa vi proponete di fare? “Ritengo che con l'anno nuovo sia necessario un immediato intervento attivando progetti di inclusione sociale. La Croce Rossa Italiana si rende disponibile fin da subito: siamo pronti a fare la nostra parte con le Istituzioni per dare una speranza, una vita normale a chi non ce l’ha”. Abbiamo anche letto di un suo intervento verso il Ministro della difesa Ignazio La Russa riguardo alla necessità di rinnovare – sulla base di disposizioni della Croce Rossa internazionale – il colore o la foggia delle divise del vostro Corpo Militare in modo che gli operatori umanitari, al di la dei simboli internazionali, siano immediatamente distinguibili nei campi di battaglia “La risoluzione 2, adottata nel mese di Novembre dello scorso anno dalla 30° conferenza internazionale della Croce Rossa e Mezza Luna Rossa, ha disciplinato il ruolo delle Società nazionali di Croce Rossa come ausiliarie dei pubblici poteri. In particolare nel punto n.6 che riafferma il principio che il personale di C.R.I. che opera quale ausiliario delle Forze armate debba essere chiaramente distingui-bile dal personale delle Forze armate stesse. Proprio per questo, ho scritto al Ministro per bloccare immediatamente l’uso delle tute mimetiche, visto che l’opera di Croce Rossa deve essere chiaramente visibile, quando impegnato in operazioni sul terreno. E poi, per essere chiaramente distinguibile è stata avviata un’attenta ricerca storica sul vestiario del Corpo Militare della C.R.I. dalla quale è stato deciso l’utilizzo del colore definito grigio speciale della Croce Rossa. E’ un momento storico per il Corpo Militare di Croce Rossa Italiana. Con questa lettera al Ministro La Russa abbiamo voluto ribadire l’importanza della nostra opera di ausilio alle Forze armate, nel pieno rispetto delle indicazioni del Movimento internazionale”. Notevole interesse, forse anche stupore, sulla sua decisione di non opporsi – bensì di adeguarsi – a una sentenza del Tar che, su una causa proposta da una aspirante respinta, ha ovviamente stabilito anche per le donne il diritto all’accesso alla carriera militare nei quadri del Corpo Militare della Croce Rossa… Quali le sue valutazioni riguardo alla struttura interna delle Cri? “Le donne hanno un ruolo di fondamentale importanza e il blocco per l’accesso al Corpo militare era legato a un preciso momento storico. Oggi invece giustamente si è arrivati alle pari opportunità e quindi è giustissimo che le donne possano entrare nel Corpo militare. Anche le forze armate hanno fatto passi avanti: è possibile vedere una ragazza parà, perché non si sarebbe potuto avere una donna nel Corpo militare di Croce Rossa?”
FOTO: I nuovi vertici: il Commissario Straordinario avv. Francesco Rocca (a sinistra) e il colonnello Roberto Orchi, Ispettore nazionale del Corpo Militare
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