In occasione del Primo conflitto mondiale, la Croce Rossa Italiana mobilitò le sue unità ed il suo personale a fianco della Sanità Militare in due grandi campi: in zona di guerra al seguito dell'esercito operante, al fronte e nelle immediate retrovie, ed in zona territoriale cioè nelle unità dislocate nelle varie località della penisola. In ogni regione d'Italia, autorità civili, enti e privati gareggiarono per mettere a disposizione della C .R.I. locali ad uso di ospedale, contribuendo altresì largamente e generosamente al loro allestimento. Tutto ciò permise alla C.R.I. di ricoverare malati e feriti provenienti dal fronte in conventi, ville, collegi, stabilimenti. Questi ospedali improvvisati avevano una capacità di ricovero e di cura che andava dai 50 ai 700 posti letto ed erano specializzati alcuni in medicina, altri in chirurgia, altri per le più varie specialità. Il numero degli ospedali raggiunse la cifra di 204, con un totale di 30.000 posti letto, ricoverarono complessivamente 693.993 militari, feriti o malati, per oltre 17 milioni di giornate di degenza. A questi dati, già importanti, occorre aggiungere il complesso delle attrezzature necessarie nelle unità in zona di guerra e in zona territoriale e il lavoro occorso per la loro preparazione e gestione. Oltre a tutto ciò dobbiamo ricordare che alcune di queste strutture furono utilizzate come lazzaretti per malattie contagiose, come ospedali per civili e come convalescenziari. Contemporaneamente, durante gli anni di guerra, la Croce Rossa Italiana si fece promotrice di tante iniziative a favore dei soldati, delle loro famiglie e delle popolazioni in zona di guerra, come quella di inviare ai combattenti sul fronte, pacchi dono contenenti dalle sciarpe ai liquori, dagli "scaldarancio" ai dolci, e così via. "Date la carta alla Croce Rossa": fu una campagna che permise la raccolta di centinaia di migliaia di quintali di carta da macero che fruttò molte decine di milioni di lire destinati all'Associazione per i suoi scopi umanitari. La Commissione dei Prigionieri di Guerra" della Croce Rossa costituitasi all'atto della dichiarazione di guerra in conformità delle Convenzioni Internazionali, fu un prezioso aiuto sia ai prigionieri che agli internati civili e alle loro famiglie. Tramite la C.R.I. furono applicati diversi benefici, dalla franchigia postale alla corresponsione di assegni, dai soccorsi di generi alimentari, ai pacchi di pane e di gallette, alle rimesse di denaro. Inoltre si occupò anche del rimpatrio dei feriti e dei malati gravi, attraverso la Svizzera per tornare in Patria. La guerra aveva provocato tanti mutilati, e la C.R.I. si occupò di loro negli ospedali per invalidi che avevano annessi laboratori di protesi, ove si costruivano tutti i pezzi occorrenti alla fabbricazione degli arti artificiali. La rieducazione dei ricoverati era anche morale e professionale mediante l'attività lavorativa: giardinaggio, orticoltura, pollicoltura, lavorazione di paglia e vimini, ecc. infine veniva curato il loro reinserimento nella vita civile.
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