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Del seguente articolo:

Ottobre-Dicembre/2008 -
Dopo lunga sperimentazione arriva la pillola anticeliachia
Eleonora Fedeli

Forse si potrà evitare la dieta priva di glutine

Sono circa settanta-ottantamila le diagnosi positive sulla malattia che vengono effettuate ogni anno in Italia. Finalmente, il tanto sospirato rimedio contro questa diffusissima affezione è stato messo a punto. La sperimentazione promossa dallo scienziato italiano Alessio Fasano, ha dato i suoi primi soddisfacenti risultati positivi e dai laboratori di ricerca la notizia che è nata la prima pillola anticeliachia. Centodieci pazienti, negli Stati Uniti, sono stati seguiti e controllati per quasi tre anni: nell’85% dei casi i sintomi che normalmente si presentano quando un paziente predisposto ingerisce il glutine (disturbi gastrointestinali, dimagrimento), sono stati eliminati. Grazie a questa terapia, messa a punto dallo scienziato italiano si è ottenuto l’importante risultato di bloccare la formazione degli autoanticorpi che scatenavano la reazione immunitaria. Oggi, a distanza di qualche anno dall’avvio della sperimentazione, si è quindi giunti alla creazione delle prime pillole anti-celiachia, testate con successo su un campione su quel primo gruppo di pazienti. A fine anno altri risultati di un ulteriore test su centottanta nuovi pazienti. Si potranno così tirare le somme su questa prima fase di impiego del farmaco. Queste prime valutazioni, senza alcun dubbio, sembrano più che positive. La pillola anticeliachia ha ottenuto buoni risultati, portando alla scomparsa dei sintomi legati all’assunzione di glutine. Questo significa che presto le persone ammalate potrebbero giungere a liberarsi dell’alimentazione appositamente studiata per i celiaci, quella priva di glutine, e potrebbero finalmente mangiare normalmente quasi tutto. La firma del successo, come detto, è italiana ed è quella di Alessio Fasano, uno dei maggiori esperti mondiali nel campo della ricerca per la lotta alla celiachia. Fasano è titolare della Cattedra di Pediatria presso l’Università del Maryland e dirige un Centro di Ricerca sulla Celiachia e Biologia Mucosale contro i disturbi gastrointestinali nell’Università del Maryland a Baltimora, negli Stati Uniti. "I risultati ottenuti da allora sono stati talmente positivi che siamo già arrivati a studiare il farmaco nell'uomo, percorrendo in soli tre anni i passi che di norma, quando si sviluppano nuovi medicinali, si realizzano in dieci o quindici anni - ha detto Fasano - e nella fase più recente di sperimentazione clinica condotta su un centinaio di pazienti il farmaco ha dimostrato di essere molto efficace". La pillola va presa prima del pasto e il suo compito è quello di bloccare l’effetto tossico del glutine sull’organismo. Così protette nello stomaco, le persone affette da questa antico problema alimentare possono mangiare di tutto. Anche la pasta. Nel quadro della battaglia scientifica contro le reazioni immunitarie, tre anni fa erano iniziati alcuni esperimenti su dei ratti diabetici ai quali è stata inoculata una proteina intestinale, la zonulina. è stato riscontrato che gli animali riuscivano a mantenere integra la barriera intestinale e non producevano gli autoanticorpi che scatenano la reazione immunitaria. Una reazione, questa che, per i paziente, si trasforma in effetti gravemente invalidanti I celiaci sono costretti a una dieta rigorosa, che mette al bando numerosi alimenti: dalla pasta al pane ai biscotti, ma anche le salse e tutto ciò che può essere contaminato con la farina, come ad esempio la frittura. I sintomi della malattia (vomito, diarrea, perdita di peso) nascondono difetti di malassorbimento intestinale degli alimenti. Quali conseguenze può provocare una diagnosi errata? In una intervista rilasciata un paio d’anni fa al quotidiano ‘L’Unione Sarda’, Fasano è stato estremamente esplicito sui pericoli della malattia: Innanzitutto quello dell’osteoporosi (il degeneramento delle ossa) se l’intestino non assorbe più i cibi; seguono poi anche la infertilità, sia negli uomini che nelle donne, aborti spontanei, dermatiti, diabete, epatite autoimmune, perdita della memoria e disturbi della persona che possono degenerare in autismo. La notizia della nascita di questa tanto sospirata pillola dà quindi una speranza ai celiaci che oggi, per non stare male, hanno il solo rifugio del ricorso agli alimenti speciali oppure a una rigorosa dieta alimentare nei pasti quotidiani che proibisce tassativamente pietanze che contengono glutine, come pane, cereali ecc Infatti è proprio in questa sindrome si genera la produzione di una serie di auto-anticorpi, come gli anti-tranglutaminasi e gli anti-endomisio, che “aggrediscono” la mucosa del piccolo intestino (cioè il tenue), determinando una reazione infiammatoria a livello dei ‘villi’. Questi ‘villi’ fanno parte delle strutture implicate nell’assorbimento dei cibi digeriti, per cui si genera un appiattimento totale o semitotale di queste cellule deputate ad assorbire i principi nutritivi del cibo.


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