Sono ancora tanti gli iracheni che per dissetarsi non hanno altra scelta che bere acqua sporca, e vivere in condizioni sanitarie insalubri. “Ciò porta molte persone malate a cercare un trattamento nel sistema sanitario, già al limite delle proprie possibilità”. Chi fa questa affermazione è l’I.C.R.C. (International Committee of the Red Cross che è particolarmente preoccupato per le persone che vivono nelle abitazioni non collegate ad un sistema idrico (circa il 40 per cento del totale, e soprattutto nelle campagne e nelle periferie). Queste persone sono costrette a comprare l’acqua – a un costo di circa 50 centesimi di dollaro americano per 10 litri – oppure, se sono troppo povere per permetterselo, devono prenderla dai fiumi e dai pozzi, i quali sono solitamente inquinati. Persino nelle case dotate di tubature si incontrano spesso problemi dovuti alla persistente mancanza di manutenzione e prelievi clandestini dalla rete idrica. Il tutto sotto la minaccia dei rifiuti non raccolti e dei liquami non trattati. In moltissimi posti del mondo, ogni giorno, prima dell’alba, iniziano lunghi e penosi pellegrinaggi per raggiungere le rare fonti di approvvigionamento: recipienti di fortuna come zucche svuotate ed essiccate, latte arrugginite, taniche vuote di carburante riciclate “per uso alimentare”, bottiglie di plastica “generosamente” abbandonate dai turisti, sono risorse preziosissime tanto quanto il contenuto per il quale vengono usate.
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