La Onlus della Federazione
Parchi e Riserve Naturali si propone
per contrastare i cambi
L’emergenza ecologica di salvaguardia del Pianeta; la necessità di ridurre l’impatto di effetto-serra, surriscaldamento globale e, in generale, dei cambiamenti climatici in atto; la riflessione e la ricerca attorno alle fonti di energia alternativa. Queste solo alcune delle tematiche che stanno guadagnando a velocità vertiginosa il centro del dibattito politico mondiale, e di quello dell’opinione pubblica. Di più: è su questi temi che presto si giocherà la partita non solo delle fortune future del capitalismo contemporaneo, ma anche la sopravvivenza della Terra e del genere umano. È sulla base di queste considerazioni che è nato il «Comitato parchi per Kyoto», un’organizzazione onlus nata dall’iniziativa di Federparchi, la federazione italiana dei parchi e delle riserve naturali,e l’associazione no-profit «Kyotoclub», grazie anche alla partnership con Legambiente e Azzero C02, società di servizi che permette a singoli individui e a enti pubblici e privati di contribuire attivamente per contrastare i cambiamenti climatici. Per chi non lo sapesse, il trattato, o protocollo, di Kyoto, sottoscritto nella città giapponese di Kyoto nell’ormai lontano 1997 (ma entrato in vigore solo nel febbraio del 2005, dopo la ratifica da parte della Russia, che da sola produce il 17,6 percento delle emissioni di C02 nell’atmosfera terrestre), prevede l’obbligo per i Paesi industra-lizzati di operare una riduzione delle emissioni di elementi inquinanti (biossido di carbonio e altri cinque gas cosiddetti ‘serra’. Questi gas sono: metano, ossido di azoto, idrofluorocarburi, fluorocarburi edesa, fluoruro di zolfo) in una misura non inferiore al 5,2 per cento rispetto alle emissioni registrate nel 1990 (considerato come anno base) nel periodo 2008-2012. Insomma, il protocollo di Kyoto è un obiettivo da raggiungere di primaria importanza per la sopravvivenza di ognuno di noi, anche se gli Stati Uniti, tra i primi in assoluto relativamente alla quantità di emissioni, a tutt’oggi hanno rifiutato di ratificare il trattato, a fronte di 169 Paesi attualmente aderenti. Oltre alla riduzione delle emissioni di anidride carbonica, altro strumento fondamentale per la riuscita di questa grande scommessa di sopravvivenza è l’aumento della capacità di produzione di ossigeno. È proprio per questo che il Comitato parchi per Kyoto ha come obiettivo primario la forestazione, o ri-forestazione, di ampie zone della Penisola. Nel primo anno d’attività il Comitato si è posto l’obiettivo di piantare almeno 250 mila alberi in Italia e nei Paesi in via di sviluppo, in modo da comportare un assorbimento comples-lessivo di 175 mila tonnellate di C02. A questa attività pratica si af- fiancheranno altrettanto importanti campagne d’informazione e di comunicazione, allo scopo di sensibilizzare la cittadinanza, raccogliere fondi e, non ultimo, promuovere politiche eco-sostenibili agli occhi della classe dirigente. A fare da testimonial, nomi d’eccezione della cultura e dello spettacolo: da Luca Barbareschi a Rita Levi Montalcini, da MarioVerdone a Umberto Veronesi; e, ancora, Carla Fracci, Fiorello, Margherita Hack, Michelle Hunziker, Antonio Ricci e Gabriele Muccino. Per prima cosa, su aree di proprietà di enti pubblici e privati, nasceranno i primi 40 «Parchi per Kyoto», con un’estensione di almeno 5 ettari ognuno. Questi nuovi polmoni d’Italia verranno ospitati inizialmente nelle 15 Regioni che hanno aderito al progetto: Piemonte, Lombardia, Veneto, Liguria, Emilia Romagna, Toscana, Marche, Lazio, Abruzzo, Campania, Puglia, Basilicata, Calabria, Sicilia, Sardegna. In paricolare, a porre nella terra il seme della speranza saranno (come è giusto che sia) i nostri bambini, gli uomini di domani, che pianteranno alberi nel rispetto della biodiversità, a simbolica testimonianza di una strada da percorrere per un futuro migliore. Gli alunni di quarta elementare di diverse scuole sparse per molte città del territorio nazionale sono stati già coinvolti nel progetto «Vividiaria», ideato dall’Institute Klorane, e realizzato con la collaborazione di Federparchi. «Vividiaria» consiste in un percorso didattico specifico sui temi dell’ecologia, del surriscaldamento globale e sull’effetto-serra, che culminerà con una giornata “porte aperte”, in cui i bambini pianteranno i nuovi alberi. Un’iniziativa interessante che speriamo possa espandersi a macchia d’olio, anche se forse sono gli adulti ad aver più bisogno d’andare a scuola, mentre spesso i bambini dimostrano di avere maggior consapevolezza, come dimostra il commento dell’imprenditrice Luisa Todini: «I miei figli a 8 anni fanno già la raccolta differenziata»
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Il Parco Nazionale delle Dolomiti Bellunesi, ormai vera e propria avanguardia all’interno delle realtà italiana di settore, ha colto l’occasione della Conferenza nazionale “Parchi per una sola terra” per un’ulteriore assunzione di responsabilità, che dimostra la dedizione e la serietà dell’Ente. Lo staff del PNDB ha deciso di mettere nero su bianco gli impegni di cui intende farsi carico nel suo territorio a favore della salvaguardia della biodiversità e nel contesto del progetto internazionale Countdown 2010, partito una decina di anni fa. L’obiettivo è arrestare il calo vertiginoso della biodiversità nei Paesi ricchi. Sebbene gli stessi organizzatori abbiamo dovuto già rinunciare al termine 2010 per manifesto ritardo, la scommessa resta e necessita della più ampia collaborazione. Il PNDB non si è certo tirato indietro. Ecco riassunte in 9 punti le iniziative già avviate, o che lo saranno entro il 2010, per lo studio e la conservazione della biodiversità del Parco. 1. Proseguimento dei censimenti annuali (avviati oltre 10 anni fa) di Ungulati e Tetraonidi per conoscere status e dinamica delle popolazioni 2. Aggiornamento dell’atlante degli uccelli nidificanti 3. Mappatura dei siti di nidificazione del Re di quaglie finalizzata alla protezione dal disturbo antropico 4. Mappatura dei siti di nidificazione di Aquila Reale e altri rapaci diurni e notturni 5. Studi su invertebrati e altri gruppi zoologici poco indagati, quali: Ortotteroidei, Invertebrati ipogei, Lepidotteri notturni, Chirotteri 6. Reintroduzioni di specie scomparse dal territorio del Parco, quali: marmotta, grifone e stambecco 7. Contenimento dell’inquinamento genetico dell’ittiofana del parco, eliminando specie alloctone e reintroducendo quelle autoctone allevate in cattività utilizzando ceppi geneticamente selezionati per l’autoctonia.
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