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Del seguente articolo:

Aprile-Maggio/2009 -
Le due ruote "ecologiche"
La ‘bici’ in città: un morto al giorno

Sembrerebbe incredibile ma la realtà
è questa: da uno studio dell’Asaps
il mezzo più pericoloso sulla strada
è proprio la bicicletta

Andare in bicicletta oggi è più pericoloso che andare in auto o in moto. Secondo i dati Istat il rischio di mortalità. calcolando come valore medio 1, per le biciclette è di 2,18, il più alto in assoluto, contro lo 0,78 delle auto e l'1,96 delle motociclette. Ogni giorno sulle strade italiane un ciclista perde la vita in un incidente. In quaranta finiscono ai ‘pronto soccorso’ e innumerevoli gli ospedalizzati. È come se ogni anno, a causa degli incidenti stradali, scomparissero due gruppi di atleti del Giro d'Italia. Nel 2007 (ultimo anno in cui sono disponibili i dati Istat) in Italia si sono verificati 15.713 incidenti. In questi sono stati 352 i ciclisti che hanno perso la vita, mentre 14.535 sono rimasti feriti. Fra le vittime 289 sono i maschi

La bici? Ecologica e salutare, e molto alla moda (soprattutto in tante metropoli). Ma di certo incredibilmente pericolosa. Proprio nelle grandi città, dove il traffico è spesso caotico, non di rado si incrociano signore anche non più giovanissime, alcune perfettamente ‘agghindate’, altre con nostalgico (abbigliamento casual, tutte rigorosamente munite di sacca alla spalla o cestino per la spesa), che svicolano disinvolte, spesso ignare, fra le insidiemortali del traffico automobilistico. Pochi sanno, infatti, che sulle strade italiane ogni giorno un ciclista perde la vita nel sangue e, ancora ogni giorno, una quarantina di ciclisti devono fare ricorso alle cure degli ospedali. è come se ogni anno scomparissero due plotoni di corridori in bici a causa degli incidenti stradali: avete infatti presente il numero dei ciclisti che partecipano al Giro d'Italia e quelli che fanno il Tour De France? Immaginate un maxi incidente in cui tutti questi sportivi perdano la vita tutti insieme. è questa è proprio la tragedia che ogni anno si consuma sulle strade italiane dove la mancanza di rispetto per chi va in bici da parte di automobilisti e soci, e il poco rispetto del codice da parte di chi pedala, stanno assumendo dimensioni preoccupanti. "Troppi", sottolinea un’inchiesta diffusa dall’Asaps, l’associazione sostenitori amici della polizia stradale. Nel 2007 (ultimi dati Istat disponibili) si sono verificati in Italia 15.713 incidenti nei quali sono rimasti coinvolti i velocipedi, e nei quali hanno perso la vita 352 ciclisti (249 conducenti e 3 trasportati), mentre 14.535 sono rimasti feriti. Fra le vittime, 289 sono i maschi (82%) e 63 le femmine (18%). Vi potrebbe essere qualcuno che, a sostegno della bicicletta, vorrebbe richiamarsi ai circa 6000 morti l'anno per incidenti stradali, e magari vorrebbe provare a sostenere che le vittime che pedalano sono poca cosa rispetto ai morti totali sulle strade. Chi ragiona così sbaglia di grosso: il rischio di mortalità, calcolando come valore medio 1, per i ciclisti è 2,18, il più alto in assoluto, più del doppio rispetto al valore base. Si pensi che per le autovetture il tasso di mortalità è pari a 0,78, per i camion è 0,67, per i pullman 0,48, per i ciclomotori 1,06. Le moto fanno peggio (1,96) ma non arrivano al livello dei ciclisti. Negli incidenti mortali nei quali vengono travolti le due ruote, i dati più preoccupanti sono connessi sia all'incremento dell'11% della mortalità rispetto al 2005, che a un aumento del 16,5% dei feriti. La percentuale dei ciclisti fra le vittime della strada è passata dal 5,3% del 2004 al 6,9% nel 2007, quella dei feriti è passata dal 3,7 al 4,5%. I bambini da 0-14 anni che hanno perso la vita con la bici nel 2007 sono stati 12 (11 maschi e 1 femmina), due nella fascia fino a 5 anni (di cui uno aveva il ruolo del “passeggero”), uno in quella che va da 6 a 9. Nell’età da 10 a 14 anni si conta infatti il numero più alto in assoluto fra i bambini: 9 vittime. Infine i bambini da 0-14 anni che hanno perso la vita con la bici nel 2007 sono stati 12 (11 maschi e 1 femmina). Proseguendo in questa analisi, e trasferendoci alle età cosiddette ‘alte’ le vittime fra gli over 65 sono state 170 (141 maschi e 29 femmine), pari al 48%. Le regioni che contano più vittime Lombardia, Emilia Romagna e Veneto, quelle di tradizione ciclistica e con le strade pericolosamente pianeggianti, nelle quali le gambe e i velocipedi sviluppano la migliore coppia velocità/potenza (a fronte di una peggiore capacità di frenata, di stabilità e maneggevolezza). E senza alcuna protezione di abitacolo. "Sugli incidenti ai velocipedi, che vedono coinvolti in modo sempre più significativo anche i cicloturisti, incide anche un traffico più intenso e meno attento verso questa categoria di utenti della strada - commenta l’Asaps - con una parte di responsabilità anche degli stessi ciclisti, spesso inosservanti delle più elementari regole della circolazione che pur vigono anche per loro, ma vengono interpretate in modo molto approssimativo e disinvolto. È poi ancora insufficiente l’estensione, in molte regioni, di piste ciclabili". Attenzione per tutti, quindi: andare in bicicletta è pericoloso almeno quanto andare in auto o in moto.


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