Una riflessione pacata sugli echi del clamore estivo, spesso sopito ad arte su tanta stampa italiana, (ma certo pesante su quella estera), oggi si impone. Rimaniamo fuori dall'idea di un moralismo di facile maniera su passaggi di qualche “escort” in prestigiose residenze, ufficiali o estive, arricchite magari da registrazioni di dubbia serietà tuttora al vaglio dei magistrati.
Il disagio di queste vicende ha fatto però violenza non solo nel mondo cattolico ma anche su tanta parte dell’opinione pubblica. Una tale situazione assurda, ma anche penosa, mai aveva raggiunto tale esplicita e pruriginosa crudezza nell’ambito della politica.
La battaglia è quotidiana, le notizie sono fulminee, deflagranti e poi scompaiono. La carenza di informazioni pluraliste non è certo un aiuto per chi volesse chiarezza su cosa stia succedendo. Una cosa è purtroppo certa: una sia pur cauta analisi della nostra posizione sociale, economica e culturale in ambito europeo, non consente speranze nel breve termine.
Ciò che più indigna gli italiani, però, non è davvero l’aspetto morale di tutta la vicenda - affari loro -, ma il sistematico ricorso a tante promesse che poco fanno presagire di buono a chi ha il peso del quotidiano. Un solo esempio, il Ponte sullo Stretto che forse si farà. Un impegno finanziario, tecnologico e industriale meraviglioso, da primato mondiale. Ma ce lo possiamo permettere di questi tempi? Oggi, tra l’altro, il Ponte si è scontrato con il terremoto e il progetto sembrerebbe sopito, ma certo è sempre saldamente ancorato nel turbolento mare di Messina. E ciò che maggiormente preoccupa, è la supina rassegnazione di gran parte della gente obnubliata da facili illusioni o da piccole chimere.
L’Italia si è improvvisamente ritrovata povera in tanti dei suoi valori essenziali: la certezza dello studio è un ricordo arcaico, speranza di lavoro per i giovani una barzelletta che non fa neanche sorridere, un sistema sanitario (ammirato anche all’estero), oggi in grigio declino con un interesse privato che non conosce confini, cifre del Pil che dovrebbero fare paura, l’Ici regalata ai grandi possidenti, posti di lavoro in caduta verticale e quanto altro si può facilmente elencare,
Lo sconforto per un capo famiglia è pesante. Rimane solo qualche partita di calcio con gli exploit di grandi campioni, l’entusiasmo per la F1 che non ha opposizioni, e rimangono i milioni dai quiz televisivi che tanto illudono (e anche purtroppo appagano) la povera gente. Ben saldo, poi, il contributo di... speranza che tutti danno alla Sisal, ma non per vincere... perché i calcoli delle probabilità sono infinitesimali. Se fossero ben acclarati, nessuno punterebbe più neanche un euro. E ci appaghiamo invece di tante banalità sui piccoli schermi che mostrano il botteghino vincente (!) o la mitica caccia o le invidiate illazioni sul misterioso miliardario. E tanti di questi giocatori hanno in tasca quella modesta social card (non miserabile, sia ben chiaro, perchè un sollievo ai poveri lo dà) che tanto ha inorgoglito chi l’ha promossa. In questo deterioramento solo una consolazione: il telefonino ultimo grido!
|