Nel corso dello spettacolo sono saliti sul palco
Francesco e Romeo Vagni (fratelli di Eugenio Vagni
che in quei giorni era ancora sotto sequestro nelle Filippine)
che hanno rivolto un accorato appello per la liberazione
del loro parente. “Chiediamo a voi giovani
di Croce Rossa - hanno detto - di fare pressione per Eugenio libero”
Migliaia e migliaia di giovani da tutto il mondo per un evento Pro Abruzzo che ha unito energia ed emozione. Oltre 8 mila ragazzi hanno assistito al concerto per la raccolta fondi ieri sera in piazzale della Repubblica a Castiglione delle Stiviere per Solferino 2009, sei giorni mondiale per i 150 anni dall’idea di Croce Rossa.
Daniele Silvestri, dopo aver messo mano a tutto il suo miglior repertorio, viaggiando con naturalezza fra ritmo ed impegno, ha lanciato un forte messaggio di sensibilizzazione: “Siete un grande esercito che per una volta tanto ha fatto e fa solo del bene - ha detto scatenando l’entusiasmo dei giovani presenti - Solferino è un luogo di buone idee e umanità, di cose concrete in favore degli altri. La musica in questo tipo di iniziative dà un contributo particolare rispondendo ad una chiamata a raccolta a quella che, da una semplice raccolta fondi e con la scusa del concerto gratuito, permette di partecipare ad una bella serata. Venendo qui ci si rende anche conto di ciò che c'è intorno a questa organizzazione e di quante persone mettono a disposizione una parte consistente della propria vita”.
Al termine dello spettacolo, Daniele Silvestri, Francesco Tricarico e Marina Rei sono saliti sul palco, insieme al Commissario Straordinario Rocca e a Francesco e Romeo, fratelli di Eugenio Vagni, ingegnere del Comitato Internazionale di Croce Rossa, che da mesi era nelle mani di rapitori filippini. I Vagni hanno dato vita a un toccante fuoriprogramma, leggendo ai giovani un accorato messaggio firmato dalla moglie di Eugenio: "Chiedo a voi giovani di 186 paesi - ha detto Francesco - di fare pressione verso chi ci governa per liberare Eugenio. Nostro fratello ha 62 anni, una bambina di due anni, è solo ed è malato. Era lì, in quel lontano Paese, solo per fare del bene alle persone che ne hanno bisogno, a fare del bene a chi lo merita”. Eugenio Vagni è stato poi felicemente liberato alcune settimane dopo.
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