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Del seguente articolo:

Giugno - Agosto/2009 -
Influenza, allarme mondiale
Falconi, prudenza e dosi di serenità
Paola Gregory

Questa l’analisi e i consigli
del leader dei medici italiani

Ma sarà davvero così terribile l’influenza 2009 - 2010? Sentiamo che ne dice il professor Mario Falconi, che non è solo un medico di base (o di famiglia), uno di quelli che sta in trincea e che da anni cura migliaia di assistiti, ma lui sta in un posto privilegiato, sulla tolda dell’Ordine dei Medici di Roma, il più grande d’Europa, un leader della Federazione italiana di medicina generale (FIMMG), e anche vice presidente vicario dell’Enpam (l’Ente previdenziale e assistenziale della categoria). Molto spesso Falconi elargisce i suoi consigli sia da quelli della Rai che di Canale 5.

Quale è la situazione oggi, professor Falconi?
Il panico di cui si parla non c’è. Siamo ormai vaccinati anche al sensazionalismo che si ripresenta ogni anno all’inizio della stagione autunnale. Se andiamo indietro di poco, possiamo ricordare il clima che si è creato di volta in volta per la “Sars”, per la ì”Mucca pazza”, per l’“Aviaria” e simili patologie. Sembrava che dovessimo morire tutti. Noi medici di base che lavoriamo e viviamo nel territorio ben raramente abbiamo dovuto placare ansie invincibili, tranquillizzare gente spaventata. Gli Italiani sono quindi molto più maturi di quanto si pensi.

Lo crede?
Spesso parliamo male, e spesso a ragione, del nostro Paese, ma talvolta bisognerebbe parlarne bene, in presenza di situazioni e comportamenti positivi. In Italia si è diffusa da anni la cultura del vaccino antinfluenzale. Questo non va dimenticato. Gran parte della popolazione a rischio viene vaccinata.

Basta questo?
Da molto tempo, nel nostro Paese, diversamente che in altri, sono presenti e operanti i “medici-sentinella” che sono in grado di segnalare in tempo reale i casi sospetti. Si ha così il quadro, la mappa di quello che succede, dove succede, chi ne sono i portatori, chi sono le persone esposte, quale può essere il raggio di diffusione. Laddove ci fosse un virus che tende a diffondersi rapidamente, questa mappatura - un valore aggiunto che noi possediamo rispetto ad altri Paesi - ci consente di definire la situazione, la sua portata, gli sviluppi e i limiti. Non si tratta più di aspettare l’analisi virologica che, per caso o per precisa ricerca, avveniva in istituti specializzati - fossero Genova o Milano, il San Raffaele o il Policlinico, il Bambino Gesù o l’Istituto Superiore di Sanità - ma esistono medici formati in ogni regione proprio per fare da sentinella.

I cittadini sono allarmati? Cercano di prevenire?
Per quanto riguarda il virus N1h1 si è fatto un grande clamore che alcuni mesi fa ha indotto molti cittadini a fare incetta di medicinali antivirali. Poiché non ci sono stati danni per le persone, chi ci ha guadagnato sono state le industrie farmaceutiche produttrici di tali preparati. Va ricordato invece, e ribadito, che l’unica vera arma per battere l’influenza è il vaccino. Gli antivirali servono in certi casi per attenuare i sintomi, per farla durare di meno. Ma non sono decisivi nella lotta al virus influenzale qualunque esso sia. In passato si è perfino parlato, a livello del ministero della Sanità, di fare scorte per milioni di dosi e per milioni di euro di antivirali che in realtà servono a ben poco.

Come valutare i tanti casi proccupanti?
Non situazioni allarmanti, quanto situazioni grottesche, casi-limite. In Inghilterra, ad esempio, hanno consigliato alle donne di evitare la gravidanza. E’ pazzesco. E’ contro ogni logica scientifica.
Sempre in Inghilterra sono arrivati a dire agli addetti ai check-in, che non hanno nessuna competenza in materia sanitaria., di rifiutare l’embargo a chi magari fa uno o due starnuti perché è allergico alla polvere o a un’altra sostanza o soffre l’aria condizionata. Così si rimane bloccati in un Paese che non è il proprio, mettendo in allarme i familiari, interrompendo ogni attività.

Ma il virus in se stesso è proprio così devastante?
Ecco, è questo il punto. Sembra che questo N1H1 sia, dal punto di vista della sua cattiveria, ossia della sua virulenza, meno cattivo di quelle parainfluenzali che abbiamo normalmente tra una stagione e un’altra, tra una variazione e l’altra del clima e della temperatura.

Brutte sorprese?
Tutto ciò detto, che possa succedere prima o poi (abbiamo vissuto nelle cronache la spagnola e nella concreta esperienza le asiatiche degli ultimi 30-40 anni) che ciclicamente possano esserci dei virus che mutano, si mascherano, siano, insomma, molto cattivi e aggressivi e contro cui non riusciamo a creare rapidamente il vaccino, esponendoci a grandi danni, è possibile. Ma non ci pare che questo sia il virus N1H1. Comunque gridare “al lupo al lupo” senza motivo porterà la gente a non crederci anche qualora la situazione dovesse diventare pesante.


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