I tre popolarissimi “vip” saranno la voce affinché la celiachia debba essere collegata anche a una vita del tutto normale. I nuovi testimonial, per motivi strettamente familiari, sono legati a questa patologia che affligge le tante persone di ogni età, grandi e piccoli, che hanno un’intolleranza al glutine.
Contro la celiachia si lotta e si studia in tutto il mondo. Questi celebri “testimonial” saranno protagonisti di una battaglia che mai si ferma e al cui orizzonte da tempo si profila la speranza di un antitodo ancora in fase di sperimentazione, una pillola prima dei pasti.
Nell’occasione del suo trentesimo anniversario, l’AIC, Associazione Italiana Celiachia, ha presentato all’Istituto Superiore di Sanità la sua prima campagna istituzionale di comunicazione.
Tre illustri personaggi sono i nuovi testimonial di questa promozione finalizzata a sostenere lo studio e il contrasto alla malattia. Soprattutto, però, per dire al mondo che, pur scientificamente inquadrata come una malattia delle tante, la vita quotidiana di chi ne è affetto, con una opportuna alimentazione, assume caratteristiche del tutto normali nei rapporti con le altre persone.
Lo slogan adottato dall’AIC è quanto mai felice ed efficace, tutto centrato sulla frase, opportunamente adattata al testimonial prescelto, “Se lo conosci lo puoi invitare a cena”.
Per il popolarissimo arbitro Collina, la cui caratteristica e autoritaria immagine sui campi da gioco è conosciuta in tutto il mondo, non solo nei diversi campionati italiani, ma anche nei tornei internazionali di qualsiasi livello, la frase dello slogan è volta al plurale perché nel manifesto che è stato diffuso, Collina è fotografato in casa, assieme alla sua bella famiglia nella quale c’è la figlia che è celiaca. Con queste parole Collina racconta la sua esperienza: “Mia figlia aveva 11 anni quando si è manifestata la malattia. La bimba ha perso moltissimo peso in poco tempo, eravamo davvero preoccupati perché non riuscivamo a capirne il motivo: avevo pensato a disturbi di carattere psicosomatico, temevo che potesse avere carenze gravi in un periodo di crescita così delicato; le difficoltà maggiori le abbiamo vissute prima della diagnosi e, per fortuna, grazie all’intuizione di un medico amico, abbiamo scoperto abbastanza velocemente quale fosse il problema. Oggi nessuno potrebbe dire che mia figlia soffra di un'intolleranza alimentare: la sua vita è del tutto uguale a quella dei suoi coetanei e può anche andare a mangiare una pizza o ordinare cornetto e cappuccino al bar perché trova ovunque prodotti garantiti. Piccole cose, in realtà grandi conquiste che aiutano molto i pazienti e che sono state ottenute grazie all'attività dell'Associazione”. Pierluigi Collina, sportivo di ogni tempo, in tutto il mondo è considerato come uno dei migliori arbitri di calcio in assoluto. Protagonista con tutta la sua famiglia della campagna stampa e dello spot televisivo, interpreta se stesso nelle vesti di padre di una ragazza celiaca. Le loro immagini andranno in onda sulle reti RAI e Mediaset,
Per Gaia De Laurentiis lo slogan è al femminile e nella foto la bellissima attrice è fotografata accanto al suo bambino, anche lui con problemi di alimentazione. La De Laurentiis, attrice e conduttrice televisiva di successo, ha scelto di diventare testimonial d’eccezione della campagna stampa di AIC proprio in quanto mamma di un bimbo celiaco. “Ho scoperto la malattia di mio figlio al momento dello svezzamento, dopo alcuni mesi di preoccupazione perché neppure i medici avevano inizialmente capito che si trattava di un problema legato al cibo: i sintomi erano talmente forti da ipotizzare malattie ben più gravi. La diagnosi è stata una liberazione - prosegue - e se oggi mio figlio non si attiene alle semplici regole alimentari dettate dalla cura, me ne accorgo subito perché lo vedo che non sta bene, impallidisce, gli vengono le occhiaie e diventa nervoso. Per fortuna, però, negli ultimi anni le cose sono cambiate: le novità si susseguono ormai di mese in mese, ed è sempre più facile trovare ovunque prodotti eccellenti per mangiare di qualità e con gusto”.
Daniele Bossari, popolare deejay e conduttore televisivo, anche lui è testimonial della campagna stampa e si presenta nella duplice veste di celiaco nonché presidente onorario di AIC. Spiega che la sua testimonianza vuol dimostrare come si possa vivere in modo assolutamente normale. Fra il serio e lo spiritoso aggiunge di avere spesso usato la celiachia come ‘segno distintivo’ e come escamotage per intenerire le ragazze!
Bossari aggiunge pure che l'Associazione è fondamentale sia per i pazienti che per i loro familiari e afferma di avere sempre vissuto con serenità la sua condizione alimentare anche se, conoscendo altri celiaci, ha scoperto che per molti non è così. “Condividere la propria esperienza con persone che con affetto e professionalità possono dare dei consigli nei momenti difficili - conclude - è una grande opportunità per tutti”.
Obiettivo della campagna è quello di far conoscere la celiachia, sottolineare l'importanza di una diagnosi precoce e dimostrare che i celiaci possono ormai condurre una vita normale grazie a una dieta appropriata. Con la celiachia oggi si può vivere normalmente: uscire a cena, mangiare pasta e pizza, dolci o gelati. Prenotare una vacanza sicuri di trovare cibi adatti a chi soffre di intolleranza, non è più un problema.
È questo uno dei risultati più importanti raggiunti dall’Associazione Italiana Celiachia (AIC) grazie al costante impegno a fianco dei pazienti in 30 anni di attività e di promozione per una sempre più importante offerta sul mercato di cibi privi di glutine.
E proprio per celebrare questo suo trentennale di lotta e di impegno che AIC ha promosso la campagna di sensibilizzazione nazionale: nelle locandine e nei manifesti che saranno distribuiti presso farmacie e centri medici, attraverso le inserzioni su quotidiani e periodici e negli spot televisivi e radiofonici viene spiegato che , con una diagnosi tempestiva e una dieta appropriata, nessuna difficoltà nel condurre una vita normale.
La campagna AIC mirando a diffondere la conoscenza della celiachia, ne sottolinea i rischi correlati alla mancata diagnosi e l’importanza dello screening diagnostico per le persone con sintomi riconducibili alla malattia, ancora fortemente sottostimata. “Il nostro intento è informare capillarmente la popolazione e di mantenere ancora e sempre di più il punto di riferimento principale per tutti coloro che vogliono conoscere e affrontare meglio la celiachia – ha dichiarato alla presentazione della campagna istituzionale Elisabetta Tosi, Presidente AIC e, grazie all’attività dell’Associazione, che conta oggi oltre 55.000 iscritti e 19 Associazioni regionali con sportelli su tutto il territorio italiano, i pazienti diagnosticati sono stati circa 90.000”.
“Negli ultimi anni – ha poi aggiunto Umberto Volta, Presidente del Comitato Scientifico Nazionale AIC – il numero delle diagnosi è raddoppiato grazie alla sempre maggior attenzione che i medici di famiglia hanno rivolto all’intolleranza al glutine. L’iceberg della celiachia rimane però in gran parte ancora sommerso in quanto i pazienti diagnosticati sono in gran numero inferiore agli oltre 500.000 stimati nella popolazione italiana: nel nostro paese solo un celiaco su 5 è stato al momento identificato e sono ancora troppe le diagnosi tardive, che arrivano dopo anni di sofferenze da parte dei pazienti. Vi è poi un fenomeno paradossale e sempre più frequente – ha ancora aggiunto Volta – ovvero il numero sempre maggiore di diagnosi imperfette o sbagliate, poste sulla base di criteri non accettabili sul piano scientifico come, ad esempio, quadri di colon irritabile o allergia alimentare che vengono erroneamente scambiati per celiachia”.
L’Associazione Italiana Celiachia è nata nel 1979 e dopo soli tre anni di attività, nel 1982, ha ottenuto l'erogazione gratuita in tutta Italia dei prodotti per celiaci: un traguardo importantissimo raggiunto per primi al mondo, tanto che per molto tempo il nostro è stato l'unico Paese a garantire gratuitamente ai pazienti celiaci l'indispensabile per una dieta equilibrata e completa. Nel 2005, un'altra tappa fondamentale: ai celiaci viene riconosciuto e garantito il diritto a un pasto senza glutine in tutte le strutture pubbliche dotate di mensa, dalle scuole agli uffici.
Prima di allora, bambini e ragazzi celiaci non potevano mangiare a scuola e alle famiglie poteva essere erogata un'indennità prevista per i minori dalle norme sull'invalidità.
“AIC non si è attivata per aumentare la richiesta di tali sussidi, bensì per rimuovere gli ostacoli nella vita di tutti i pazienti: per questo abbiamo lottato perché fosse obbligatorio fornire ai pazienti pasti senza glutine a scuola, negli ospedali e in tutte le mense di strutture pubbliche – ha ribadito la Presidente Tosi – e anche la scelta dei prodotti senza glutine, acquistabili non più solo in farmacia ma anche nella grande distribuzione, si è ampliata notevolmente: nel 2001 il Registro nazionale dei cibi senza glutine contava solo 281 prodotti, oggi sono 2147”.
La celiachia è una patologia che può incidere molto nella vita quotidiana perché costringe a pensare per tre volte al giorno, a ogni pasto cioé, che non si è come gli altri e il principale intento dell’Associazione è far sì che ogni celiaco possa sentirsi a suo agio ovunque e sempre. In questo senso AIC continuerà ad allargare e portare avanti il progetto della ristorazione fuori casa, sensibilizzando e informando quanti più operatori possibile: oggi sono oltre 1500 i locali italiani nei quali è possibile trovare un pasto privo di glutine e sono ache sempre di più le strutture ricettive dove i celiaci possono recarsi in tutta tranquillità”.
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