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Del seguente articolo:

Marzo - Maggio/2010 -
Comitato Regionale Friuli Venezia Giulia
L’opera umanitaria della Croce Rossa Italiana nella Grande Guerra 1915-19
Paola Gregory

Quasi in concomitanza con i tragici eventi del terremoto in Abruzzo dello scorso anno il Comitato Regionale della Croce Rossa del Friuli Venezia Giulia ha organizzato una mostra fotografica sulla prima guerra mondiale. Composta da 115 pannelli fotografici, immagini inedite accompagnate da una didascalia esplicativa del contesto storico e d’impiego la mostra ha anche 18 pannelli che illustrano l’organizzazione generale messa in atto dalla C.R.I. e le singole tipologie di Reparto ed Unità impiegate dalla C.R.I. nei vari contesti operativi.
Nonostante il dolore e la partecipazione concreta nelle opere di soccorso sul terremoto, la Cri del F.V.G. ha deciso di organizzare ugualmente questa mostra che con fotografie e documenti illustrano il ruolo della C.R.I. nel periodo di guerra. Questo impegno attività ma anche nelle calamità e nelle emergenze, come ha continuato a fare nei mesi successivi al terremoto o anche negli interventi di soccorso sul sisma di Haiti.
La Mostra ha posto in evidenza la gran mole di lavoro effettuata dalla Croce Rossa Italiana in soccorso a tutti coloro che furono colpiti dalle vicende dolorose della Grande Guerra, sia che si sia trattato di soldati nei combattimenti delle prime linee, che di militari ricoverati negli Ospedali territoriali o civili per ferite o per malattia o popolazione civile bisognosa di aiuto.
Il percorso espositivo era stato presentato in prima edizione a Trieste presso la Serra di Villa Revoltella alla presenza dell’Assessore alla Cultura del FVG Massimo Greco, del Direttore dell’Area Cultura e Sport Adriano Dugulin, del Commissario Regionale C.R.I. del F.V.G Fulvio Di Cosmo e del Colonnello della C.R.I. Riccardo Romeo Jasinski. La mostra è stata allestita dal Comitato Regionale della Croce Rossa Italiana del Friuli Venezia Giulia, Ufficio Arruolamento ed Addestramento Corpo Militare, grazie alla collaborazione del Comune di Trieste, Assessorato alla Cultura e con il materiale fornito dall’Archivio Centrale della C.R.I. e dall’Archivio storico del Comitato Regionale della Toscana, Corpo Militare, che ha realizzato i pannelli fotografici e ha voluto farli apprezzare anche in questa Regione dove, dopo la fine del conflitto, la C.R.I. ha continuato ad operare.
In occasione del Primo conflitto mondiale, la Croce Rossa Italiana mobilitò le sue unità ed il suo personale a fianco della Sanità Militare in due grandi campi: in zona di guerra al seguito dell'esercito operante, al fronte e nelle immediate retrovie, ed in zona territoriale cioè nelle unità dislocate nelle varie località della penisola.
In ogni regione d'Italia, autorità civili, enti e privati gareggiarono per mettere a disposizione della CRI locali ad uso di ospedale, contribuendo altresì largamente e generosamente al loro allestimento. Tutto ciò permise alla nostra struttura umanitaria di ricoverare malati e feriti provenienti dal fronte in conventi, ville, collegi, stabilimenti.
Questi ospedali improvvisati avevano una capacità di ricovero e di cura che andava dai 50 ai 700 posti letto ed erano specializzati alcuni in medicina, altri in chirurgia, altri per le più varie specialità. Il numero degli ospedali raggiunse la cifra di 204, con un totale di 30.000 posti letto, ricoverarono complessivamente 693.993 militari, feriti o malati, per oltre 17 milioni di giornate di degenza.
A questi dati, già importanti, occorre aggiungere il complesso delle attrezzature necessarie nelle unità in zona di guerra e in zona territoriale e il lavoro occorso per la loro preparazione e gestione. Oltre a tutto ciò dobbiamo ricordare che alcune di queste strutture furono utilizzate come lazzaretti per malattie contagiose, come ospedali per civili e come convalescenziari.
Contemporaneamente, durante gli anni di guerra, la Croce Rossa Italiana si fece promotrice di tante iniziative a favore dei soldati, delle loro famiglie e delle popolazioni in zona di guerra, come quella di inviare ai combattenti sul fronte, pacchi dono contenenti dalle sciarpe ai liquori, dagli "scaldarancio" ai dolci, e così via.
"Date la carta alla Croce Rossa": fu una campagna che permise la raccolta di centinaia di migliaia di quintali di carta da macero che fruttò molte decine di milioni di lire destinati all'Associazione per i suoi scopi umanitari.
La Commissione dei Prigionieri di Guerra" della Croce Rossa costituitasi all'atto della dichiarazione di guerra in conformità delle Convenzioni Internazionali, fu un prezioso aiuto sia ai prigionieri che agli internati civili e alle loro famiglie. Tramite la C.R.I. furono applicati diversi benefici, dalla franchigia postale alla corresponsione di assegni, dai soccorsi di generi alimentari, ai pacchi di pane e di gallette, alle rimesse di denaro. Inoltre si occupò anche del rimpatrio dei feriti e dei malati gravi, attraverso la Svizzera per tornare in Patria.
La guerra aveva provocato tanti mutilati, e la C.R.I. si occupò di loro negli ospedali per invalidi che avevano annessi laboratori di protesi, ove si costruivano tutti i pezzi occorrenti alla fabbricazione degli arti artificiali. La rieducazione dei ricoverati era anche morale e professionale mediante l'attività lavorativa: giardinaggio, orticoltura, pollicoltura, lavorazione di paglia e vimini, ecc. infine veniva curato il loro reinserimento nella vita civile.


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