Con questo plateale gesto compiuto da una delegazione di sindaci, tanti primi cittadini della Lombardia, dopo aver sfilato per le strade del capoluogo regionale, hanno così concluso davanti alla Prefettura la loro vibrante manifestazione di protesta contro le inadempienze del Governo centrale.
Secondo la questura, almeno quattrocento sono stati gli amministratori che, con ordine e senza clamore, hanno partecipato al corteo organizzato da Anci Lombardia e dal suo presidente, il leghista Attilio Fontana, sindaco di Varese.
"Questa nostra iniziativa - ha detto Fontana - è la protesta concreta di un territorio che inizia a soffrire e vuole dimostrare al centro che con questo sistema di governo non si può più andare avanti". Motivo della protesta, in particolare, "i soldi dati a pioggia a chi sbaglia e le penalità per chi ha invece rispettato gli impegni del governo".
Prima di arrivare alla Prefettura, il corteo di primi cittadini aveva sfilato raccogliendo esponenti di tutti i colori politici, dai sindaci del Pd Giorgio Oldrini (Sesto San Giovanni), Virginio Brivio (Lecco) e Lorenzo Guerini (Lodi), a quelli del Pdl Franco Tentorio (Bergamo) e Marco Mariani (Monza). Tutti insieme hanno portato lo striscione "I sindaci lombardi vogliono garantire opere pubbliche e servizi". La manifestazione ha avuto come obiettivo una vibrante protesta contro i continui e ingiustificati tagli ai Comuni che, inevitabilmente, si rifletteranno poi, e in maniera diretta, nei servizi ai cittadini.
Vistosa è stata la mancata partecipazione del sindaco di Milano, Letizia Moratti, che non ha condiviso il metodo dell'iniziativa e ha invece preferito chiedere direttamente un incontro al ministro dell'Economia Giulio Tremonti. "Mi spiace che il sindaco non sia sceso in piazza anche se si è comunque data da fare, sia pur non in modo determinato come noi"", ha commentato Fontana giudicando positivamente l'impegno di Palazzo Marino nell'avviare un nuovo contatto diplomatico con il governo. Durante l'incontro con i sindaci, il prefetto di Milano Gian Valerio Lombardi ha riferito di aver ricevuto in mattinata le telefonate del sottosegretario alla presidenza del Consiglio, Gianni Letta, e del ministro Tremonti, pronti ad aprire un tavolo con gli amministratori della Lombardia.
"La prima risposta che ci aspettiamo", ha detto Fontana a questo proposito a conclusione dell'iniziativa, “è quella di un allentamento del Patto per i comuni virtuosi e un irrigidimento per quelle istituzioni che in questi anni invece non lo hanno rispettato. Ci aspettiamo anche una regionalizzazione del patto di stabilità e una rivisitazione dei trasferimenti dallo Stato: non accetteremo più i milioni a pioggia dati a chi va in default, perchè i tagli non possono continuare ad essere fatti in modo identico per tutti.
Allo schieramento dei primi cittadini davanti a Palazzo Marino era presente anche Sergio Chiamparino, sindaco di Torino, nonché presidente dell'Anci nazionale: “Il governo sarà ora obbligato ad ascoltare le istanze degli amministratori locali. Se questo non dovesse avvenire in tempi ragionevoli e ravvicinati”, ha sottolineato, “e la mobilitazione che si è vista questa mattina a Milano si trasferirà in tutta Italia arrivando sino a Roma”
Assieme alla fascia che i sindaci della Lombardia hanno simbolicamente restituito, alcuni di loro hanno presentato al Prefetto un rapido conto delle spese che tanti comuni dovrebbero pagare per far fronte a quei servizi che dovrebbero essere garantiti dallo Stato: dalla mensa per il personale scolastico, agli affitti di caserme e tribunali, alle spese di cancelleria: “per quanto ci riguarda nel 2009 abbiamo sostenuto una spesa di circa 350 mila euro” , hanno detto. La protesta dei sindaci lombardi, sia di destra che di sinistra, è la prima cassa di risonanza di un malessere che l'Anci (Associazione Nazionale Comuni d'Italia) denuncia da anni. Con la riduzione dei trasferimenti nazionali e l'abolizione dell'Ici (era l'unica tassa federale a disposizione dei Comuni anche per i più ricchi). Le amministrazioni locali sono allo stremo. Il federalismo fiscale può risolvere il problema? In astratto si ma al momento è una soluzione impossibile da realizzare per il costo che l'operazione comporta e che nè lo stato nè gli enti locali possono sopportare almeno fino a quando non si azzera il debito pubblico o lo si riduce al disotto del PIL di ogni singola regione. Federalismo fiscale è una bella parola ma pochi sanno che per lasciare ad ogni regione le proprie entrate fiscali, tranne la quota di perequazione, è necessario che ciascuna di esse si faccia carico, proquota, anche del debito pubblico nazionale. Quante regioni possono permetterselo?
“La presenza di tanti sindaci oggi in piazza, e di tanti orientamenti politici - ha detto un altro dei manifestanti, Giorgio Oldrini, sindaco di Sesto San Giovanni - dimostra che i sindaci sono in primo luogo espressione e rappresentanti di un territorio. Chi non c'è ha voluto dimostrare solo la propria appartenenza politica. Ben vengano tutti i tavoli con il governo, purchè non si continui a prenderci in giro”.
“Ho deciso di aderire a questa iniziativa che ha un forte valore simbolico - ha commentato un altro sindaco, Daniela Gasparini, primo cittadino a Cinisello Balsamo - perché la situazione in cui ci troviamo a lavorare è davvero insostenibile, dobbiamo sempre fare i conti con trasferimenti esigui e poche regole certe. Come è possibile gestire il bilancio e programmare senza sapere di quali risorse poter disporre?”.
“Oltre alla fascia che noi sindaci della Lombardia restituiremo simbolicamente - ha continuato Gasparini - al Prefetto presenterò il conto delle spese che il nostro
Comune paga per far fronte a quei servizi che dovrebbero essere garantiti dallo Stato: dalla mensa per il personale scolastico, agli affitti di caserme e tribunali, alle spese di cancelleria. Per quanto ci riguarda nel 2009 abbiamo sostenuto una spesa di circa 350 mila euro. In questi anni i Comuni hanno partecipato più di altri al risanamento della finanza pubblica, in particolare i Comuni della Lombardia hanno raggiunto obiettivi di miglioramento del deficit anche superiori a quelli dati loro e hanno una minore spesa per il personale rispetto ai Ministeri”.
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