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Del seguente articolo:

agosto-Ottobre/2010 -
L'alluvione nel Pakistan
Rocca, non dimentichiamo il Pakistan: in 8 milioni con bambini, donne e anziani, tutti senza tetto e alimenti
Elisa Nemiz

Sono diversi milioni le persone colpite delle alluvioni monsoniche in Pakistan. Lo ha reso noto l'Onu, peggiorando il bilancio ipotizzato ieri dal Comitato internazionale della Croce rossa a Ginevra. «Secondo le prime fonti ufficiali, le inondazioni hanno provocato più di 1.100 morti», aggiungeva poi il comunicato dell'organizzazione umanitaria. Fonti locali pakistane, però, parlano di non meno di 1.400 vittime. Nelle regioni più colpite, interi villaggi sono stati devastati e milioni di persone hanno perso tutto. I soccorsi restano difficili a causa delle strade distrutte e dei ponti crollati. Sin dai primi giorni le autorità avevano previsto che il bilancio delle vittime fosse destinato ad aumentare, mentre nuove intense piogge monsoniche sono attese per il mese successivo all’alluvione. Cinque responsabili delle Nazioni Unite si sono recati nella provincia di Khyber Pakhtunkhwa per un sopralluogo - ha raccontato una insegnante della valle dello Swat, la più colpita delle inondazioni e siamo stati trattati come orfani, o come animali». Dopo quelli stanziati dall'Unione europea e dagli Stati Uniti, anche la Conferenza episcopale italiana ha deciso lo stanziamento di un milione di euro derivanti dall'otto per mille a favore delle popolazioni colpite dalle alluvioni in Pakistan. Anche la Cei ha rivolto un’esortazione agli italiani affinche promuovano iniziative volte a sostenere la solidarietà necessaria alla quale e costantemente impegnata anche la Caritas. Già alcuni giorni dopo il disastro le autorià pakistane avevano valutato che fosse salito sino ai 21 milioni il numero delle persone colpite dalle catastrofiche inondazioni: una popolazione equiva- lente a quella di Belgio, Austria e Svizzera messe insieme. Un quinto dell'enorme paese asiatico è stato sommerso dall’acqua. Le prime avvisaglie erano già apparse verso la fine di luglio, la stagione nella quale i monsoni più violenti degli ultimi decenni hanno provocato lo straripamento dell'Indo e di altri corsi d'acqua. Di fronte a queste cifre catastrofiche, è però quasi sorprendente che il numero delle vittime, senza dubbio, provvisorio, sia stato di sole 1.752. Ma è dei vivi, dei milioni di sfollati (per metà bambini) che dipendono totalmente dall'aiuto umanitario e dunque dalla generosità di governi e privati cittadini dei Paesi donatori, e soprattutto dei 3,5 milioni di bambini a rischio che bisogna occuparsi con la massima urgenza. Nelle aree più colpite (le due province di Khyber-Pakhtunkhwa e del Punjab, dove si concentra il 70% degli sfollati), le autorità stanno incoraggiando la popolazione a rientrare nei centri abitati dove l'acqua ha iniziato a ritirarsi. Ma per molti, semplicemente, la casa non c'è più. Il pericolo si estende anche verso il sud delle regioni colpita dall’alluvione, soprattutto dal momento in cui le acque dell'Indo, il grande fiume che attraversa il paese e il cui letto in alcuni punti si è allargato fino a 200 chilometri, stanno drenando verso il mare, la preoccupazione è che l'immensa onda di piena sommerga ancor più la regione meridionale del Sindh. Un altro grande rischio è quello che minaccia la salute degli sfollati, a cominciare dai bambini, i soggetti di gran lunga più vulnerabili. “Quella che stiamo vivendo è senza dubbio una crisi sconfinata” ha affermato un funzionario responsabile per i programmi Acqua e Igiene dell'Unicef- Pakistan, Omar el-Hattab . “La gente non ha più dove lavarsi, dove fare i propri bisogni, vive sulla strada e dunque finisce per inquinare la stessa acqua che usa per dissetarsi.” In carenza di acqua pulita si diffondono a dismisura malaria e diarrea: la prima perché l'acqua stagnante favorisce la proliferazione delle zanzare portatrici dell'infezione, la seconda perché il delicato organismo dei più piccoli è vittima dei microbi e dei batteri contenuti nell'acqua impura. Nei centri di accoglienza, oltre quattro milioni di persone hanno dovuto ricorrere a cure mediche per una serie di malattie legate all'acqua infetta e alla scarsa igiene. Metà di esse erano bambini e donne incinte. L'Unicef è la principale organizzazione all'opera sul fronte idrico e igienico in Pakistan e ogni giorno, due milioni e mezzo di sfollati si dissetano e si lavano con l'acqua rifornita da quella organizzazione umanitaria che ha anche installato 7.940 latrine provvisorie nelle tendopoli ma anche nelle scuole, nelle moschee e in altri edifici pubblici. Sono stati distribuiti 3,37 milioni di compresse al cloro per rendere potabile le scorte idriche e 62.000 kit per l'igiene familiare: sapone, secchi e altri beni indispensabili per lavarsi. L'Unicef ha finora contribuito a vaccinare circa tre milioni di bambini e donne incinte, proteggendoli da malattie come polio, morbillo, tetano e tubercolosi. Ha anche fornito 5.000 set di strumenti ostetrici per il parto sicuro e 4,2 milioni di bustine di sali per la reidratazione orale e compresse di zinco, rimedi contro la dissenteria acuta di bambini e adulti. Sono stati circa mezzo milione i bambini ele donne incinte hanno beneficiato di razioni alimentari terapeutiche acquistate dall'Unicef. Tuttavia, nonostante gli enormi sforzi profusi, le società del soccorso sono ben consapevoli che ancora la maggior parte di coloro che ne avrebbero bisogno non sono stati raggiunti dagli aiuti. Semplicemente, le scorte non sono sufficienti per i milioni di persone in stato di necessità: una popolazione di gran lunga superiore a quella colpita dalle più grandi emergenze umanitarie degli ultimi anni, come lo tsunami dell'Oceano Indiano o il terremoto di Haiti del gennaio scorso.

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Un SMS solidale per chi soffre e chiede aiuto

“Sono ancora 8 milioni - donne, uomini, anziani, bambini - che hanno bisogno di tutto: acqua potabile, cibo, vestiti e dovranno essere assistiti per mesi. La Comunità Internazionale è mobilitata, Croce Rossa e Mezzaluna Rossa Pakistana stanno distribuendo cibo, materiale di soccorso, tende, kit igienico-sanitari, stoviglie. Per questo la Croce Rossa Italiana rinnova l’appello a effettuare donazioni tramite SMS o con tutti i mezzi possibili”

Il Commissario Straordinario della CRI Rocca comunica inoltre che prosegue la raccolta fondi della Croce Rossa Italiana tramite SMS in favore delle popolazioni colpite dalle tremende alluvioni di agosto. L’appello è pressante in quanto, spiega Rocca, “in queste settimane l’attenzione dei media nei confronti di quella gente e calata, ma l’emergenza no”.

La CRI chiede pertanto di donare alla Croce Rossa Italiana la somma di 2 Euro
“Pro Emergenza Pakistan” con un SMS al 45509 da inviare dalle reti TIM, Vodafone, Wind, 3, da rete fissa Telecom Italia

La CRI ha anche attivato altre modalità per raccogliere fondi in favore delle popolazioni del Pakistan:
Donazione on line dal sito www.cri.it causale “Pro emergenza Pakistan”
Bonifico bancario causale “Pro emergenza Pakistan”
IBAN IT66 - C010 0503 3820 0000 0218020

I contributi raccolti dalla CRI saranno impiegati a sostegno delle attività di assistenza alle popolazioni pakistane in stretta collaborazione con la Federazione Internazionale delle Società di Croce Rossa e Mezzaluna Rossa, il Comitato Internazionale della Croce Rossa e la Mezzaluna Rossa Pakistan


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